Blog di MASQUERAD

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SE dovessi fare un resoconto degli ultimi tre anni mi basterebbe copiare e incollare le pagine di un ipotetico diario.
i problemi che si cerca di risolvere peggiorano e le cose non vanno mai nel verso giusto. oddio, a me basterebbe anche farle andare in un verso. ma non credo sia possibile.
mi dicono che sono pessimista, forse lo sono diventato, o forse tutti questi mesi composti di giorni di merda hanno creato quello che sono oggi.
vorrei ribattere a tutti coloro che mi dicono
ma pensa positivo
di farsi i cazzi loro.
( 19/1/2010 12:15:59 - N. 375421 )


sono arrivato ad invidiare il natale dell'anno scorso, e quello fu uno dei più tristi.
partire, andare, ricordo ancora le emozioni, le sensazioni che provavo, non tutte erano buone. guardandomi indietro capisco che ogni anno va peggio che è un'inesorabile discesa verso un'enorme fogna che m'ingoia.
ieri mattina ero di buon umore e poi una valanga di emrda tutta insieme.
non servono le solite frasi di circostanza, le solite rassicurazioni, arrivato ad un certo punto anche quelle ti danno fastidio. ti scivolano addosso


( 23/12/2009 17:45:49 - N. 375208 )


UN sapore spesso ti riporta ad eventi passati. è un collegamento veloce tra i tuoi sensi e i ricordi assopiti nel tuo cervello.
mangiando una prussiana, mentre la pasta sfoglia si sfaldava in bocca, il mio cervello è andato in corto circuito rimandandomi indietro nel tempo.
non sono sempre stato così, un tempo ero un bambino felice e spensierato. una famiglia abbastanza unita, niente pensieri in testa , sano, e tanta voglia di divertirmi.
la domenica era un rito fantastico. mio nonno , che era mattiniero, mi faceva trovare fuori la porta un vassoio con delle prussiane. così mi alzavo e facevo colazione. spesso c'era anche lui che beveva un caffè e leggeva il giornale con mio padre. parlavamo, ci agitavamo per le partite che spesso seguivamo insieme rigorosamente alla radio dopo pranzo.
e poi c'era una bella e lunga mattinata da dedicare agli amici, a qualche sigaretta, a qualche ragazza, a qualche inutile capriccio.
un dolcetto ha fatto tutto questo, mi ha ridato dei momenti felici che per qualche strano motivo avevo rimosso.
( 5/12/2009 11:22:21 - N. 375026 )


time was a ripetizione, le dita congelate e il buio che scendeva e ricopriva ogni respiro, ogni casa, ogni viso.
dalla finestra poteva osservare altre finestre e altre luci accese. vite che si consumavano lentamente.
"qui tutto passa lentamente".
fece scattare il suo vecchio zippo e accese la sigaretta. la brace fece un flebile rumore
fssssssss
il tabacco bruciava lentamente.
sul tavolino c'erano lattine di birra del discount vuote, residui del pomeriggio passato con gli amici e la nazionale italiana di rugby.
un suo amico gli aveva detto una cosa bellissima e disarmante allo stesso tempo.
" le nostre vite possiamo paragonarle a questa schifosa nazionale di rugby. si danno da fare, sono convinti delle loro azioni e tutto ciò non porta ad un risultato convincente, solo un'altra sconfitta che si somma a quelle passate."
aveva sempre pensato che gli alcolizzati fossero un pò filosofi e non si sbagliava.
il suo vecchio portatile friggeva sul tavolo, la pagina bianca di word sovrastava le sue mani e il cursore lampeggiava.
questi cazzo di cursori che ti mettono ansia. sono lì che lampeggiano e sembrano dirti
" cosa cazzo aspetti busone ( siamo in emilia e parlano in emiliano) scrivi e non rompermi le palle che io sto lavorando."
accese la caldaia e la l'appartamento si riscaldò in pochi minuti.
la vita non era poi tutta merda.

( 24/11/2009 16:17:16 - N. 374898 )


conobbi michele grazie ad un social network( oggi fa tanto fico chiamarlo così). lesse alcune mie poesie e mi disse:
" hai qualcosa da dire, da urlare, perchè non organizziamo una lettura nella mia libreria?".
quattro anni fa ero pieno d' entusiasmo e voglia di viaggiare e così gli risposi che per me era un piacere. staccare la mia squallida vita per qualche giorno era l'ideale.

sul pullman diretto a Campobasso bevevo birra calda da una lattina e osservavo il panorama. montagne e casali e piccoli paesi arroccati sul fianco di una montagna. era il 23 febbraio ed il freddo faceva davvero male.

allo stanzionamento degli autobus mi feci spiegare la strada per arrivare in centro ed iniziai ad incamminarmi. avevo uno zaino militare( quanti cazzo di viaggi avevamo condiviso?) pieno di libricini autoprodotti da rivendere, un boxer di ricambio, una bottiglia di vino rosso e 4 lattine di birra da 66cl. ricordo che le strade erano semideserte, che c'era una piazzetta con degli alberi, che c'era una strada principale con una grande pasticceria illuminata.
La libreria era molto conosciuta in città, avvicinandomi all'edificio notavo locandine con il mio nome
“ Domenico Cosentino, stasera alle 21, nella libreria Libri & Dintorni presenta Alone Like a Dog”.
Non capivo cosa stesse succedendo, la gente si fermava e leggeva il mio nome ed io potevo ascoltare i loro commenti fingendomi un'altra persona. Le gambe mi tremavano ed ero emozionato.

Non mi aspettava così presto, ma quando mi vide mi riconobbe subito. Aveva una sciarpa rossa intorno al collo e mordeva un mezzo toscano. Vide entrate un ragazzo con uno zaino, un evidente fallito e/o barbone e la prima cosa che fece fu abbracciarmi.
Sorrise e lo ricordo ancora quel cazzo di sorriso.
“ andiamo a bere un caffè”
indossò un borsalino e mi accompagnò in un bar vicino. Chiuse la porta della libreria ed esposti in vetrina c'erano i miei libricini. Erano illuminati da un faretto arancione.

Il nostro primo e unico incontro fu questo. Parlammo di tutto, di noi delle nostre vite. Parlammo di libri e di letture. Vivere quella notte in quella libreria fu un'esperienza unica. Non lo dico per sentimentalismo, ma quello fu l'inizio. Ammetto che senza i continui sproni e complimenti di michele ora non sarei qui.

La saletta per gli eventi era piena, Michele mi presentò ed iniziai a leggere.
Era la prima volta e fu come perdere la verginità, una cosa veloce, una cosa bellissima, un orgasmo intenso.
La libreria, la voce di michele, il vino che avevamo bevuto, resero quei momenti speciali.

Mi pento di molte cose. Mi pento di non aver insistito per poter rivivere un'altra magnifica serata. Mi pento di non aver sostenuto le sue idee. Tutto questo è inutile, la libreria presto chiuderà, e nessuno potrà più rivivere queste emozioni.
Non ci saranno nuovi lettori che indottrinati da michele potranno riscoprire i vecchi romanzi di Simenon, nessuno potrà più annusare l'olezzo di toscano che impregnava le mura e i libri della libreria.
Vorrei solo ringraziarlo perchè quei giorni furono speciali, perchè l'anno dopo pubblicai il mio primo libro, perchè quando avevo qualche domanda, qualche perplessità potevo comporre il numero della libreria ed immaginarmi un uomo con una sciarpa rossa e un sigaro in bocca intento scartare pacchi di nuovi libri, riscaldato dall'amore per la vera letteratura e dall'entusiasmo dei suoi clienti speciali.

La sua libreria non esisterà più. Fallita come i veri sogni muoiono quando si scontrano con la dura realtà. Possiamo aiutarlo, ognuno a suo modo. Possiamo dirgli “GRAZIE signor Paparella per averci fatto vivere almeno in parte il tuo sogno di rendere affascinante e libera la Cultura.”

http://libriedintorni.splinder.com/

( 18/11/2009 12:25:24 - N. 374825 )

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