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io le mie cugine...


RASTAFARI


 il nome "rasta" deriva da Ras Tafari Machonnen, Rastafari sali' al trono come Re dei Re d'Etiopia prendendo il nome di Haile Selassie ( Potenza della Trinita') ed in virtu' della Sua discendenza da Salomone e dalla regina di Saba, La Chiesa Cristiana Ortodossa d'Etiopia lo rivestiva del titolo d Signore dei Signori, Leone Conquistatore della Tribu' di Giuda, eletto di Dio.
 il 2 novembre 1930 con il titolo di negusa negast ossia "Re dei Re" e passato alla storia come Hailè Selassie' I, 225° re della Sacra Dinastia originata da re Salomone e dalla regina di Saba (proveniente dalla tribù di Giuda). 

La cultura rasta in parole povere è il movimento per il ritorno di tutta la popolazione nera al loro paese d'origine, l'Africa; e in particolare in Etiopia. Ma perchè proprio l'Etiopia? Per svariate ragioni: bisogna prima fare un passo indietro e presentare Menelich, Il figlio del re Salomone e della regina Saba, primo discendente della Sacra Dinastia. Egli fu ordinato da Dio di portare l'Arca dell'Alleanza in Etiopia, assieme ai primogeniti di Gerusalemme. Fu così che la religione Etiopica si distaccò da quella Cattolica e fu così che venne scritta un'altra bibbia, la Bibbia Etiopica. Questo e' un libro che puo' essere definito con termini economici del nostro tempo "in concorrenza" con il nuovo testamento cristiano. Come vedremo più avanti e come accade per molte religioni occidentali, il vecchio testamento è uguale per tutti (rasta, cattolici, ebrei), quello che cambia è il nuovo testamento, la cronaca della discesa di Gesù in terra. 

Ma tutto questo lo vedremo meglio se parliamo prima di un uomo che possiamo dire a ragion veduta essere il centro dell movimento rasta: Marcus Garvey.

 Marcus Garvey è vissuto all'incirca negli stessi anni di Ras Tafari, nascendo nel 1887, e si puo' dire senza eccedere in soggettivismo che è stato il fondatore della cultura Rasta.

E' nato a S.Ann bay in jamaica, dove ha vissuto i suoi primi anni di vita ma molto presto lascia la scuola e comincia a lavorare come apprendista tipografo a CHingston. nel 1907 inizia a viaggiare e ad interessarsi delle condizioni dei neri in altri paesi Caraibici e dell'America Latina. Nel 1912 è a Londra dove approfondisce le sue conoscenze della cultura e della civilizzazione africana. Torna in Jamaica nel 1914 e fonda la prima lega delle Comunità Africane, con lo scopo di promuovere una migliore formazione per i giovani afro-jamaicani. Nel 1916 si trasferisce negli Stati Uniti e nel 1917, ad Haarlem New Yorch, fonda l'Universal Negro Improvement Association ( UNIA) che , in dieci anni di attività, raccolse più di 2 milioni di iscritti. Ad essa si aggiunse un settimanale a diffusione internazionale, il Negro World, ed una compagnia di navigazione, la Blacch Star Line, oltre ad un numero imprecisato di imprese in qualche modo collegate al suo programma per l'emancipazione nera. Nel 1920 l'UNIA era già diventata la più grande organizzazione pan-africana che la storia abbia mai conosciuto. Ma nel 1923 Garvey venne processato, condannato e imprigionato per frode fiscale, ma di questo processo non è sicura la legittimità. Nel 1927 grazie all'appoggio che l'UNIA aveva dato al suo nuovo presidente americano, la sua pena venne commutata in deportazione; Garvey ritornò così in Jamaica da dove cominciò ad organizzare le varie sedi del suo movimento. Nel 1935 trasferì il suo quartier generale a Londra, ma la crisi della sua leadership era ormai irreversibile. Garvey morì nel 1940 senza essere riuscito a riportare l'UNIA alla sua originale solidità ma il suo ricordo è ancora vivo tra i Rasta ed è riconosciuto e rispettato da tutta la Jamaica tanto che il governo gli conferì lo status di Eroe Nazionale.

Il suo messaggio era semplice e da lì a poco sarebbe stato molto diffuso da personaggi storici come Malcom X. Egli fu uno dei primi che si mosse contro le ingiustizie subite dai neri, ingiustizie radicate sin dalla colonizzazione in cui i neri erano letteralmente importati come schiavi. E quella situazione non si era modificata granché nel corso del tempo: certo i neri non erano più degli schiavi nel vero senso della parola, ma erano ritenuti comunque una razza inferiore come cultura, come intelligenza, come capacità. L'UNIA aveva proprio lo scopo di difendere i diritti dei neri. Ma rispetto a Malcom X il messaggio di Marcus aveva un profondo fondamento religioso e lui, oltre ad essere un uomo "politico" era anche visto cme un messia: predisse infatti l'avvento di un Re, un re che sarebbe stato incoronato con il titolo di Negusa Negast. E infatti Ras Tafari fu incoronato re dei re.  Il fatto è che con l'avvento di Ras Tafari il messaggio di liberazione e ritorno dei neri in Africa/Etiopia aveva non solo un messaggero, ma anche un uomo da venerare, un motivo per cui la liberazione degli schiavi d'america sarebbe potuta accadere veramente. 

 Chiamato Hailè Selassie' I, è il 225° re della Sacra Dinastia originata da re Salomone e dalla regina di Saba. Costui è l'incarnazione di Dio. Il Dio etipoico certo, ma è lo stesso Dio in cui credono i cattolici: è lo stesso Dio di Abramo e Isacco, lo stesso Dio che secondo i cattolici si è incarnato in Cristo. Il vecchi testamento infatti è uguale per tutti, la religione Etiopica non riconosce solamente Cristo come Incarnazione di Dio perché la vera incarnazione secondo loro è Ras Tafari. Per i Rasta l'incoronazione di Ras Tafari è il culmine della loro religione, il momento più importante che tanti hanno atteso senza potervi assistere; è come per i cristiani il Natale, ed eccone qua un sunto:

"Il 2 novembre 1930 tutto era pronto per la cerimonia. Erano giunti nella capitale tutti i dignitari dell’impero e dall’estero erano arrivati i rappresentanti di varie nazioni, ciascuno con svariati doni. Alle sette, la maggior parte dei settecento ospiti ufficiali aveva già preso posto nella navata occidentale della cattedrale, adornata sfarzosamente: capitribù feudali con criniere di leone sedevano al fianco di dignitari stranieri in alta uniforme. Poco dopo le sette e trenta, i portoni del sacrario si spalancarono lentamente lasciando entrare centinaia di preti salmodianti seguiti dal negus, che avanzò fino ad un baldacchino coperto d’oro, in prossimità del centro della navata, e si sedette su di un trono rosso e aureo. La liturgia amarica venne celebrata dall’abuna CHyril, arcivescovo della Chiesa ortodossa etiopica, assistito da un rappresentante del patriarca copto di Alessandria. Sua Maestà, che indossava un abito da comunione di seta bianca, si alzò per giurare fedeltà alla chiesa e allo stato e promise che avrebbe messo al primo posto il benessere dei suoi sudditi. Dopo le dichiarazioni e benedizioni di rito, ricevette i simboli della carica imperiale: le insegne regali, gli abiti scarlatti ricamati in oro, la sciabola tempestata di gioielli, lo scettro e il globo, l’anello di Salomone, due anelli di diamanti e due lance auree. L’ abuna si fece avanti e — rinnovando un rito che risaliva ai tempi della consacrazione di David e Salomone — unse le sopracciglia di Tafari e lo incoronò Hailé Selassié [Hdyia Seliase] I, Potere della Santa Trinità, duecentoventicinquesimo imperatore della dinastia salomonica, Prescelto da Dio, Signore dei Signori, Re dei Re, Leone Conquistatore della Tribù di Giuda e pronunciò la benedizione: “Voglia Dio fare di questa corona una corona di santità e gloria. Possa tu, in virtù della grazia e delle benedizioni ricevute, avere una fede incrollabile e un cuore puro, tale da ereditare la corona per l’eternità. Così sia”. Mentre il figlio maggiore di Selassié, il principe ereditario Asfauossen, si inginocchiava di fronte a lui in segno di massima deferenza, 101 cannoni spararono a salve fuori dalla cattedrale. Ne corso della lunga cerimonia si era come verificata in lui una metamorfosi : assumendo atteggiamenti solenni, ieratici, sembrava consapevole di incarnare i simboli, la storia, la gloria di 224 imperatori che, nell’arco di duemila anni l’avevano preceduto su quel trono."

come ogni cultura anche quella Rasta ha le sue regole, originate da una parte dall'ideologia e dall'altra parte, come in tutti i movimenti/religioni da fattori quali la posizione geografica, le pressioni altrui, le risorse ecc.

il movimento non ha base gerarchica poiché basata sull'uguaglianza di tutti e sulla non violenza e benché sia rispettato ogni tipo di diversità non è tollerata l'omosessualità, sebbene non in maniera così violenta come accade nel mondo musulmano. I Rasta non possono radersi ne tagliarsi i capelli fino al giorno della liberazione, non possono mangiare ciò che non proviene direttamente dalla terra, sono quindi vegetariani. I dreadlocchs (la capigliatura tipica dei Rasta) deriva dall'obbligo di non potersi tagliare i capelli e vuole richiamare la criniera dei leoni. L'erba è usata come sacramento (come la nostra comunione) e ha lo scopo di avvicinare il rasta a Dio e aiutarlo nella meditazione. in jamaica infatti la canapa cresce spontaneamente e si narra che fu trovata una pianta di cannabis anche sulla tomba di re Salomone. L'hashish non è permesso e viene considerato alla stregua di una droga qualunque, poiché solo i fiori sono il vero sacramento.

I colori tipici della cultura Rasta hanno un significato: giallo come la ricchezza dell'oro d'africa, rosso come il sangue che è stato sparso, verde come la terra in cui crescono tutti i loro alimenti. Nero (Il Colore Della Pelle).

Il Leone Della Bandiera Rappresenta Il Leone Della Tribu' Di Giuda.

I Rasta Si Distinguono In Natty (Rasta Integrati Nel Sistema) E Knotty (Rasta Delle Montagne). Essi Sono Poi Convinti Che Il Reggae E Lo Ska Siano Musiche Attraverso Le Quali Si Possa Diffondere La Parola Di Jah.

L'opinione Dei Rasta E' Che "I Nostri Padri Antenati, Gli Indu', Avevano La Pelle Scura. Di Conseguenza, Dal Grembo Della Natura Non E' Mai Nato Originariamente Un Uomo Bianco, E Quindi Non Esiste Una Razza Bianca, Benche' Se Ne Parli Tanto: Ogni Uomo Bianco E' Solamente Un Uomo Scolorito".

Essere Rastafari Trascende Dalla Religione E Diventa Una Filosofia Di Vita Che Aiuta L'uomo A Vivere In Modo Libero E Che Lo Avvicina A Jah, Rendendoci Individui Positivi Per La Societa' Dove Viviamo

 


( 24/6/2006 18:29:41 - N. 158628 )
blog modificato il: 14/12/2007 12:33:16

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