Blog di giGGinocon2G

Leggi commenti per giGGinocon2G | Scrivi un commento per giGGinocon2G
Visita l'homepage di giGGinocon2G
NUMERO 269

OCEANO MARE

 

 

[...] Uno si costruisce grandi storie, questo è il fatto, e può andare avanti anni a crederci, non importa quanto pazze sono, e inverosimili, se le porta addosso, e basta. Si è anche felici, di cose del genere. Felici. E potrebbe non finire mai. Poi, un giorno, succede che si rompe qualcosa, nel cuore del gran marchingegno fantastico, tac, senza nessuna ragione, si rompe d’improvviso e tu rimani lì, senza capire come mai tutta quella favolosa storia non ce l’hai più addosso, ma davanti, come fosse la follia di un altro, e quell’altro non sei tu. Tac. Alle volte basta un niente. Anche solo una domanda che affiora. Basta quello.

 

[...] Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c’è da rimanere secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro.

 

[...] Come glielo dici, a una donna così, che tu vorresti salvarti, e ancora di più vorresti salvare lei con te, e non fare altro che salvarla, e salvarti, tutta una vita, ma non si può, ognuno ha il suo viaggio, da fare, e tra le braccia di una donna si finisce facendo strade contorte, che neanche tanto capisci tu, e al momento buono non le puoi raccontare, non hai le parole per farlo, parole che ci stanno bene, lì, tra quei baci e sulla pelle, parole giuste, non ce n’è, hai un bel cercarle in quel che sei e in quel che hai sentito, non le trovi, hanno sempre una musica sbagliata, è la musica che manca, lì, tra quei baci e sulla pelle, è una questione di musica. Così poi dici, qualcosa, ma è una miseria.

 

[...] Io non so. C’è gente che muore e, con tutto il rispetto, non ci si perde niente. Ma lui era uno di quelli che quando non ci sono più lo senti. Come se il mondo intero diventasse, da un giorno all’altro, un po’ più pesante. Capace che questo pianeta, e tutto quanto, resta a galla nell’aria solo perché ci sono tanti Bartelboom, in giro, che ci pensano loro a tenerlo su. Con quella loro leggerezza. Senza avere la faccia da eroi, ma intanto tengono su la baracca. Sono fatti così. Bartelboom, lui, era fatto così. Per dire: era uno capace di prenderti sottobraccio, un giorno qualsiasi, per strada, e dirti in gran segreto – Io una volta ho visto gli angeli. Stavano sulla riva del mare.

 

da Oceano Mare di Alessandro Baricco, 1993


( 31/3/2008 16:08:54 - N. 326280 )

NUMERO 268

Neddy Nelson (Party Crasher): Lo sapevi che, prima di cominciare a fare i suoi orribili esperimenti sui prigionieri del campo di concentramento di Auschwitz, Josef Mengele era un antropologo stimatissimo? Che aveva viaggiato in giro per l’Africa raccogliendo campioni di sangue umano e virus? Che il sogno della sua vita era individuare fattori atti a dimostrare la differenza tra il sangue delle varie razze? Per creare malattie razziali specifiche’

Sapevi che molte delle scoperte di Mengele sono arrivate negli Stati Uniti con il progetto Paperclip, nell’ambito del     quale la CIA ha concesso l’indulto e una nuova identità agli scienziati che accettavano di condividere le ricerche di Mengele?

Hai mai letto il rapporto Kissinger, quello sottoposto al Consiglio Nazionale di Sicurezza nel 1974? In cui Henry Kissinger indica come la maggiore minaccia per il futuro degli americani il sovrappopolamento dei paesi del Terzo Mondo? Hai presente cosa dice? Che a noi servono i minerali e le risorse naturali dell’Africa? E presto tutte quelle repubbliche delle banane sprofonderanno nel caos, se la popolazione cresce troppo? E che l’unico modo perché l’America riesca a proteggere il proprio benessere e la stabilità politica è quello di spopolare il Terzo Mondo?

Dovremmo stupirci se il virus dell’Aids è apparso intorno al 1975?

Hai presente cosa significa la parola “spopolare”?

Come spieghi il fatto che la prima esplosione di infezioni da Aids in Africa è cominciata negli ospedali missionari in cui i volontari cristiani utilizzavano più volte le stesse siringhe per vaccinare i bambini contro il vaiolo e la difterite? Ti suona familiare? Stiamo parlando di milioni di bambini. Questo non spiegherebbe forse come mai, tra il 1976 e il 1980, in certe zone dell’Africa occidentale la curva di infezione sia schizzata dallo 0,7 al 40 percento?

Uno scenario del genere non ti fa venire voglia di fiondarti nell’ambulatorio più vicino e metterti in fila per farti vaccinare contro qualsiasi cosa?

Non è un po’ strano che un rapporto governativo suggerisca di spopolare l’Africa e alla fine del XX secolo stiano morendo intere generazioni? Non è sospetto il fatto che le ex colonie europee ricche di risorse naturali come oro e diamanti, paesi come il Botswana, lo Zimbabwe e il Sudafrica, siano stati i più colpiti dall’epidemia dell’Aids?

Da “Rabbia” di Chuck Palahniuk (pag. 272)


( 28/2/2008 20:39:52 - N. 320297 )

NUMERO 267



FLUSSO DI COSCIENZA DA MESE BISESTO








I pensieri, le parole sfociano dai pori, dalle orecchie: tenerle dentro è atto criminoso. E allora via, con flussi di coscienza, con attimi di libertà conditi di nuovo anno, di vecchie esperienze, di emozioni ritrovate. Si balla, si canta, attorniati da culetti grossi e danzanti, da volti contornati da camicie di circostanza, da capelli lisci neri e unti, da beat da saltelli. Ritornare in casa, nel buio di una stanza e sentire ancora una strana pulsione al centro del petto che fa BUM BUM  e ti dice “Hey, forse è il caso che mi ascolti!”. E tu ascolti quel tambureggiante segnale di qualcosa che è accaduto, che hai vissuto, che ti ha fatto saltare. 3 negroni, 2 birre, della musica. Il rock ‘n’ roll mi fa sempre lo stesso effetto revival e romanticamente rivolto al passato, dopo una serata danzereccia. Eppure il rock ‘n’ roll va ballato. E va ballato come dico io, come dice Peppe, senza curarsi delle cadute, di stile e di culo, senza curarsi della sgraziatezza di certi gesti, ma per il solo gusto di vivere quella emozione nel momento preciso in cui supponi che sia parte di te, del tuo essere persona in quel preciso mondo. Saltare spesso vuol dire lasciarsi prendere dall’emozione, viverla così, proprio come appare al nostro primo occhio, senza che il secondo (l’occhio numero 2) abbia possibilità di rivisitare il tutto con l’ausilio del filtro della razionalità.




La pioggia cade copiosa al centro di un mio pensiero.




Le coperte, calde, mi attendono con una sensazione diffusa di WOW espansa sul corpo tutto. La quiete all’interno della tempesta è quello che i grandi poeti hanno cercato di mascherare. Ho un profumo appena accennato nascosto tra le dita, dietro il tabacco. È un profumo che mi racconta di storie da scrivere e che disegnano beote espressioni sui volti che concedo alle fotografie.













( 2/2/2008 03:46:49 - N. 314789 )
blog modificato il: 28/02/2008 20:39:10

NUMERO 266

Moltheni - Il circuito affascinante


( 31/1/2008 00:07:18 - N. 314337 )

NUMERO 265

KILL BILL E LE MIE CANZONI


Guardo la TV: Carla Bruni, adagiata sui sedili di un’auto, con una chitarra tra le mani, esprime tutta la sua sensualità delicata. Nel frattanto, la voce di Nancy Sinatra fa da cornice a questo spot in bianco e nero di quell’auto sui cui sedili è seduta Carla Bruni e che a me non piace affatto.


L’auto, non Carla Bruni.


Ogni volta che il mio sguardo incrocia questo spot, il mio pensiero è sempre rimandato verso due punti. Penso a Nicolas Sarkozy, e a quanto è stato furbo e fortunato. Aveva una bella moglie, è il presidente dei cugini d’oltralpe, eppure ha avuto la possibilità di scoparsi una come Carla Bruni. E, giustamente, da buon ometto francofono e tronfio, non ha fatto nulla per nasconderlo. Anzi, ha preso a farsi fotografare in giro, sorridente nonostante gli svariati centimetri che separano il suo volto da quello della donna che tiene per mano. Questa mossa ha avuto un effetto molto più che positivo per il suo appeal e per il consenso che i galletti gli hanno riservato. Bravo Nicolas! Bravo!


Appena smetto di pensare al nanetto dalla erre moscia (che a me sembra molto somigliante a Jean Alesi), mi lascio prendere per mano dalla Sinatra, che senza troppi balli, mi porta dritto da Uma Thurman in tuta gialla e katana, mentre viene ripresa dalla sapiente camera di Tarantino.


Kill Bill.


Quello che mi lega a questa pellicola va ben al di là del rapporto che si può avere con un film che ti è piaciuto. Kill Bill è molto più di una doppia serata al cinema, di svariati pomeriggi trascorsi a guardare entrambi gli episodi di seguito in compagnia di gelato in liquefazione o pancake. Kill Bill è molto più di una colonna sonora composta da pezzi nipponici a me sconosciuti, ma ostentatamente canticchiati, molto più di sfondi per il computer, di foto celebrative ed imitazioni, delle Onitsuka Tiger gialle taglia 44,5 che ancora calzano i miei piedi. Per me Kill Bill è il simbolo di un periodo bello, trascorso, passato e che mai più ritornerà con quella forma lì, uno di quei periodi in cui tu e il tuo karma siete di comune accordo e fate girare la ruota della vostra quotidianità esattamente nel verso che piace a voi.


Quando guardo Carla Bruni e la chitarra, quando ascolto Nancy Sinatra canticchiare, quando penso a Sarkò, a Uma Thurman, a Tarantino, quando penso a me, al mio me stesso di qualche tempo fa, mi rendo conto di quante cose siano cambiate. Se mi giro indietro e guardo appena ad un anno fa ho la sensazione che ho nel guardare una di quelle foto degli anni ottanta in cui, piccolino, sono ritratto con abiti improponibili e capelli strambi. Mi viene da sorridere a guardare certe immagini, perché sono quasi ridicolo. Eppure, quel sorriso è tanto simile a quello che ho nella foto che mi hanno scattato giusto la settimana scorsa, quando di candeline sulla mia torta se ne contavano venticinque. Se penso ad un anno fa, se penso a quante cose sono cambiate, con quante situazioni ho imparato a convivere, mi viene quasi da stringermi la mano da solo e dire: “Complimenti Luigi! Io non credevo affatto che ci saresti riuscito.”.


In fondo è vero. In fondo accettare in maniera consapevole e serena cambiamenti così radicali, non è cosa poi così semplice. È un po’ come se ti dicessero che la pasta e fagioli va mangiata con la forchetta, senza pepe ed accompagnata dal vino bianco. Come si fa? Per quanto tu possa essere il mago della pasta e fagioli, il contorno che ti sarà messo a disposizione, il contorno al quale dovrai adattarti, sarà sempre una grossa limitazione. Io mi sono sforzato di mangiarla, ho provato a superare me stesso, a dosare ancor meglio gli ingredienti, a provare a raccogliere tutto il contenuto del piatto con gli appuntiti denti della forchetta. Ho tentato soprattutto di capire la logica di quegli impedimenti che mi venivano imposti. La sola risposta seria alla quale sono giunto, è che certe imposizioni sono utili solo a farmi vivere con un filtro piantato sulla testa, e se la pasta e fagioli deve vincolarmi a questo filtro, beh, io posso farne a meno. In fondo di legumi ce ne sono a bizzeffe, anche molto saporiti. E pazienza se la mia specialità erano proprio i fagioli: trovare nuovi stimoli è decisamente un’esperienza che arricchisce!


Un’amica che non vedevo da un anno dice di avermi trovato cambiato, diverso da come mi ricordava. Migliorato, forse.  Certo, tante cose sono cambiate, dall’approccio alla quotidianità al modo di guardare il mio viso allo specchio. Eppure credo che la base dalla quale mi sviluppo sia sempre la stessa. È un po’ come quando prepari un frullato di banane. Lo assaggi, ti piace. Poi ricordi che in frigo ci sono giusto due fragole, e ce le metti dentro, rifrullando di nuovo tutto. Il colore ora è più rosato, sai che il sapore avrà delle punte di gusto nuove, che lo renderanno forse più gradevole, forse no. Di sicuro la banana la farà sempre da padrona.


Credo che non ci potesse essere momento migliore per festeggiare il mio primo quarto di secolo, per siglare il mio passaggio simbolico, ma sentito e consapevole, nel mondo degli adulti, di quelli che le cazzate le fanno, ma con uno stile diverso.


Eppure, nonostante i miei progressi, c’è ancora una cosa che non riesco a superare, che non voglio accettare. Ho sempre ascoltato tanta musica, e l’ho ascoltata in maniera viscerale, cercando di raccogliere delle emozioni, di legare dei brani a delle situazioni più o meno piacevoli, a degli stati d’animo. Ci sono delle canzoni che sono le MIE canzoni, quelle intime, quelle che mi fanno piangere, quelle che raccontano di me evitandomi di aprire la bocca e raccontare. Quelle melodie, quei testi, impressi a fuoco in angoli diversi del mio io, e che gelosamente ho nascosto per tanto tempo, ormai sono per le orecchie e gli occhi di tutti.


 E allora grazie, esperti di marketing, per aver permesso a tutti di conoscere i Portishead.


Vi ringrazio pubblicamente, pubblicitari delle grandi multinazionali, così bravi a scovare tra le mie play-list quei brani ascoltati raramente, ed assaporati come gocce di miele prezioso.


Grazie a voi, maghi della comunicazione, che avete studiato il soggetto Luigi, scoprendo la potenza che esercitano sugli stati emozionali le voci di Beth Gibbons, di Lou Rhodes, di Nina Miranda. Tutti voi mi avete messo in crisi, mi avete denudato di fronte al mondo intero che in metro canticchia quei motivetti a me cari, storpiandoli, distorcendoli, interpretandoli in maniera così pietosa.


Non mi lasciate altre soluzioni: mi tocca osservare Carla Bruni, adagiata sui sedili di un’auto, con una chitarra tra le mani, mentre esprime tutta la sua sensualità delicata. Sono obbligato ad ascoltare la voce di Nancy Sinatra fare da cornice a questo spot in bianco e nero di quell’auto sui cui sedili è seduta Carla Bruni e che a me non piace affatto.


L’auto, non Carla Bruni.


Non posso fare altro che complimentarmi con Sarkozy, per il suo potere e per la sua compagna.


Non posso esimermi dal ringraziare Quentin ed Uma, per i bei momenti che mi hanno regalato.


Non posso non confidare nella bravura dei virtuosi della musica, nel loro spirito creativo e nella mia capacità di emozionarmi: qualcuno, da qualche parte, sta scrivendo una nuova canzone apposta per me.


( 30/1/2008 15:53:39 - N. 314222 )
blog modificato il: 28/02/2008 20:38:23

Indietro Avanti
Pagina 3
Questo blog è stato visto 19237 volte