Blog di el cid

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" ACQUI "

 Incontrai Pampaloni nella sua casa di Firenze nel Settembre 2003 dopo un viaggio sull’isola di Cefalonia; fu molto ospitale  nonostante fosse la prima volta che ci incontravamo. Ci accomodammo in salotto ed ebbi la sensazione di avere una parte di Storia davanti a me. Sin da quando parlammo a telefono era molto stupito e compiaciuto nel vedere che un giovane si interessava alle vicende di Cefalonia, anche perchè non lo facevo per studi o per lavoro, ma semplicemente per me stesso. Pampaloni iniziò a raccontare la sua esperienza di Guerra vissuta a Cefalonia ed io pian piano contribuì con quanto sapevo ad aprire ancora di più in lui quella finestra posta su quel passato tanto cruento quanto vero. Tirai fuori i miei appunti ed iniziai a chiedere al Capitano Pampaloni alcune cose che mi ero prefissato, ma mi accorsi che era più coinvolgente dialogare senza tante domande anche perché ciò che lui diceva mi precedeva; per me che ero appena tornato dall’isola di Cefalonia ed avevo ancora la pelle bruciata dal sole del campo dei pozzi ed il sapore del Robola in bocca, fu una emozione indescrivibile.
Il Capitano Amos Pampaloni fu l'ufficiale italiano, capo della rivolta contro l'occupazione nazista dell'isola greca di Cefalonia. I libri di storia grechi parlano con onore della divisione "Acqui" che abbandonata dal governo italiano dopo l'8 settembre si difesero contro i nazisti anche con le pietre. I soldati italiani furono chiamati dai loro ufficiali a decidere democraticamente per alzata di mano se cedere le ami o combattere. Decisero con coraggio di dare battaglia. Fu uno sterminio violento e atroce, che il governo italiano non ha mai voluto ricordare, proprio perchè quei poveri ragazzi furono dimenticati.
Le vittime ammontano a 12mila
Il Capitano Amos Pampaloni si è spento all'età di 95 anni nel Giugno 2006.



( 26/8/2008 14:37:25 - N. 346684 )
blog modificato il: 26/08/2008 14:48:46


Vivi nascosta chissà dove
Qualcuno ti corteggia al chiaro di luna
Sedotto dal tuo canto nel vento
Perchè non ti vediamo Signora?
Dimmi se ami essere cercata
Sento il tuo profumo
Sento che sei vicina
Ti offende la mia invadenza?
Nei sogni ti lasci amare dolcemente
ma è tutto così buio
Una volta forse ti ho vista
ma non ricordo bene
Sappi che la tua assenza mi irrequieta
torna mia Regina e perdonami se prima non ti ho amato
Chi ti ama non ha bisogno di possedere il mondo
Chi non ti conosce ti confonde
Chi non ti conosce disperatamente desidera i tuoi frammenti
Chi ti schernisce disprezza se stesso
Mostrati Dama della bellezza
Porgi il tuo bianco nastro sull'elsa della spada lucente
Saluta il cavaliere che è venuto a difenderti


( 25/8/2008 00:56:44 - N. 346552 )
blog modificato il: 26/08/2008 17:46:11




Tutti nascono anonimi come me, in una anonima Ajaccio, in un'anonima isola, 
in un anonimo 15 agosto, di un anonimo 1769, da due anonimi Carlo e Letizia Ramolino; 
solo dopo diventano qualcuno; e se prima di ogni altra cosa 
sono capaci di non deludere se stessi, 
anche la volontà divina si manifesta sull'uomo...

Memorie di Sant'Elena


( 21/8/2008 00:44:55 - N. 346178 )
blog modificato il: 21/08/2008 00:46:40




Ad Iquitos, in Perù, ci sono immensi agglomerati di baracche, casupole, rifugi di fortuna poco distanti dalla città, Le condizioni igieniche sono spaventose, il lavoro è marginale, spesso pericoloso e si scava nei rifiuti dei ricchi. 
Il sole ha da poco innaugurato un nuovo giorno, sottili pennellate di luce decorano il cielo, filtrando dalle poche nuvole, conosco l'alba, sono innamorato più dell'alba che del tramonto, sembra di assistere realmente alla creazione della terra o come hanno gia detto: al compleanno della terra. 
Esco da un taxi frettolosamente con il borsone dopo aver pagato e i primi bambini inizano ad avvicinarsi. L'occidente che porto nei miei passi è diverso dal loro, mi offende e riesco a leggerlo anche nei loro sguardi. Sono sempre loro, i più incauti, i curiosi ad andare incontro a quello straniero spintosi oltre i confini della città. 
E' una poverta che parla uno spagnolo veloce e tra i denti che a stento riesco a capire. Camminano stretti l'uno all'altro come fasci di grano senza perdermi di vista, mi tirano, si aggrappano. I loro piccoli piedi nudi sembrano danzare, tutt'intorno è un girotondo di bambini. 
Mi parlano, mi chedono da dove vengo, cosa mi ha portato in quel posto. mi portano in spazi stretti colorati dal bucato steso al sole tra una baracca e l'altra. Il mio sorriso è così sincero che gli adulti ricambiano il sorriso e mi salutano. 
Un anziano mi accoglie nella sua casa, entro con tanto rispetto. Una sola stanza, con un solo letto, una cucina a legna con il forno e una televisione, l'unico mezzo per questa gente di affacciarsi sul mondo. Una donna mi offre del caffè, accompagnato da un biscotto il cui profumo intenso mi stordisce. Il loro affetto mi avvolge, tanta ospitalità ad un estraneo, entrano altri parenti, io per farmi capire in gran parte parlo a gesti. 
Mi chiedono del mio mondo, dell'Italia che ha vinto i mondiali di Calcio, della mia famiglia, di Roma, del Papa. Sono stato per circa un mese con questa gente, mi hanno fatto sentire parte di loro. Porto con me un fantastico ricordo. 
Tornato a casa, cerco quei mille sguardi, quegli alberi in fiore, quelle mani lavorate di chi nella vita non ha mai saputo di un centro estetico, mani callose, mani di braccia che sanno cullare una ninna nanna infinita e non come le nostre, 
che sono prive di domani
 




( 23/7/2008 18:26:53 - N. 342978 )
blog modificato il: 25/08/2008 01:51:25


Henri Cartier-Bresson



Insolito avere tra i poprio idoli (allora) viventi un fotografo.
Ero a Scanno, la "perla dell'Abruzzo"
con un gruppo di amici avevamo saputo
che in un posto tra le montagne li vicino, si faceva del buon Jumping
Visitanto il sugestivo paesino lo incontrai: alto, magro.
Inizialmente non credevo fosse lui
ma quando da lontanno vidi che prese da una borsa 
la sua inseparabile Leica.
Mi avventai, quasi per rapirlo
Con me avevo la reflex digitale Nikon D100, lui quando la vide fece una brutta faccia
e con un italiano stentato: Perchè vuoi uccidere la fotografia?
Allora presi dalla borsa la Nikon F e continuò: 
Ok! Butta questa (la D100) usa solo questa (la F).
Durò poco, meno di un minuto, una foto insieme
una stretta di mano e via.
Bresson è l'autore di moltissime foto riportate sui libri di storia
dalla 2°Guerra Mondiale al Che; Merylin ecc ecc
Conosco tutti i suoi scatti e in gran parte i tempi e le esposizioni
ho sempre cercato di rubargli qualcosa
Ma è impossibile
lui ha scattato la storia...




( 23/7/2008 02:06:19 - N. 342909 )
blog modificato il: 23/07/2008 02:23:25

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