Nick: alylia Oggetto: Capitolo 3 - "Chiara e Andrea" Data: 12/11/2003 22.9.8 Visite: 647
I vestiti pronti sul letto appena rifatto. La borsa da poco comprata… dove l’aveva messa? Avrebbe dovuto cercarla per tutta la casa. - Mamma dove sono le scarpette? - Tesoro aspetta un po’, adesso le prendo io. Nel frattempo la donna si prepara. - Mamma, ma perché non la togli quella foto sul comodino? Perché non mi hai mai detto chi è? Era un tuo amico? Ma adesso dov’è? È insieme a papà? Perché non hai foto anche di papà? Perché sulla foto è scritto “al-la mi-a a-ma-ta” chi-chi-chia, è difficile mamma…“Chiara”? Ma non era un tuo amico? E perché amata? - … - Mamma… Mamma… - … - Mamma… - Cosa Andrea? - Le scarpe mamma… - … - … - Sisi, scusami, adesso te le prendo. “Avrei preferito che non avesse ancora imparato a leggere, così ora non starei qui a pormi il problema di spiegargli tante cose”- pensa tra sé e sé. - Mamma, non è che facciamo di nuovo tardi? La maestra ieri mi ha sgridato, e secondo me sono un po’ antipatico alla suora in portineria. - Non ti preoccupare che adesso scendiamo. - Mamma, ma le suore hanno quel coso in testa per non far vedere che hanno i capelli lunghi? Ma non è che la sera diventano streghe e vanno a uccidere i bambini? Un mio compagno di classe mi ha detto così: c’è una parte vecchia della scuola dove le suore la sera vanno a preparare le pozioni. Mamma non voglio andare più a scuola. - Ma no tesoro, devono portarlo, ma non c’entrano i capelli lunghi. Su muoviti, fa’ presto, te le ho prese le scarpe, va a finire che ti sgrida di nuovo la maestra. Non ti preoccupare per la suora, ci parlo io. E a proposito, fammi conoscere il tuo amichetto, deve avere molta fantasia… Chiara è una donna sulla trentina, è un avvocato affermato. Ha sempre dovuto sudare per ottenere quello che voleva. Ha dovuto sudare ancora di più per affermarsi nel mondo del lavoro quando il marito l’ha lasciata, non sapendo che fosse incinta. Non era abituata a lavorare perché prima abitava con i suoi genitori che erano benestanti e non ne aveva mai sentito l’esigenza e poi appena sposata si era affidata al marito pensando che potesse badare a lei. Purtroppo dovette ricredersi. Lui non aveva mai voluto abitare in quel paese di provincia, ambiva a molto di più. Spesso nei loro discorsi si lamentava con la moglie di non riuscire a realizzarsi professionalmente in quel “piccolo ammasso di case lontane dal mondo”, come lui soleva chiamare il paese, diceva di non riuscire a costruire un futuro saldo per se stesso e quindi anche per la sua famiglia. Voleva sfondare, Lui. Una volta disse alla moglie “Ognuno di noi è ciò che è, ma anche ciò che vuol diventare come frutto della libera scelta, e io so benissimo quello che voglio diventare, ma non riesco ad esserlo qui”. Seguì un sermone alla moglie che avrebbe dovuto presagirle la sua prossima scomparsa. Quando sparì, ovvero qualche giorno dopo la sua presunta fuga Chiara trovò nella loro camera da letto un testo di psicologia di Luciano Borello che il marito aveva comprato da tempo, ma da un bel po’ era aperto sempre alla stessa pagina. Chiara, nonostante la sua viva curiosità, non era ancora mai andata a vedere perché quel libro sotto il comò fosse aperto in quella pagina in particolare, 72 per l’esattezza. Poi capì. C’era una parte evidenziata con un pennarello rosso le cui parole Lui capitava ripetesse quando parlava con la moglie. “IMPEGNARSI IN SCELTE CONCRETE Non basta avere un ideale a cui tendere. Bisogna che l’ideale diventi un obiettivo concreto da realizzare, giorno dopo giorno. Altrimenti si resta nelle nuvole: l’ideale non diventa valore, non diventa una spinta alla costruzione del proprio avvenire. L'area in cui operare scelte concrete è molto vasta: lo studio, il lavoro, la professione, la famiglia... Alcune scelte devono essere fatte subito, altre restano rimandate al tempo opportuno. Ma non si può restare inattivi, non si può restare sempre in attesa di tempi migliori: bisogna fare qualcosa di concreto e subito. Ieri, erano i tuoi genitori che sceglievano per te: i vestiti, la scuola, il divertimento, gli amici, la religione... Oggi, sei tu che devi scegliere in modo sempre più personale, se vuoi davvero "non essere più un bambino". Infatti, diventare adulti, vuole appunto dire imparare a scegliere, sapersi decidere a fare qualcosa di personale. Questa volontà concreta di impegnarsi a vivere, a dare un senso alla propria vita, deve essere una dimensione costante di tutta l'esistenza umana.(...) La riuscita o il fallimento dipendono da te, da una serie di decisioni, quotidiane o impegnative, che ogni giorno sei chiamato a fare per dare un volto concreto alle tue aspirazioni e ai tuoi ideali". Pare prese proprio alla lettera quelle parole… "Perché non me ne ha mai parlato seriamente? Perché anzi ho preso tutto sotto gamba? Me ne parlava spesso, e io pensavo fosse solo un momento di depressione, ero convinta che col tempo passasse, che non lo costringesse a scappare così, via da me e dalla nostra famiglia, non ci volevo credere"- perlomeno questo fu quello che disse alla madre quando trovò il testo e ripensò alle loro precedenti discussioni. La polizia lo catalogò tra i dispersi. Nessuno seppe più niente di Gianfranco Dell'Unto. Molti dissero che il suo corpo fosse stato ritrovato inerte in Svizzera. Col tempo anche Chiara si convinse di aver perso il marito. "Ciao Gianfranco, hai un bambino, Andrea, piccolo, ma sembra molto intelligente, fa tante domande, è curioso, vuole scoprire il mondo con gli occhi della fantasia. Ha 6 anni, frequenta la prima elementare, ma quanto ti somiglia nei tratti del viso, pare non sia affatto mio figlio. La maestra dice che è molto precoce, che ha buone possibilità di diventare qualcuno di importante, è dotato anche di carisma, riesce ad attirare l'attenzione di tutti su di sé. Forse lui riuscirà anche a sfondare qui, senza la necessità di correre via, di fuggire via... da me. Ora come ora è l'unica cosa che conti per me, è stata la spinta che mi ha portato a continuare a vivere quando tutto mi è mancato, quando tu mi sei mancato, quando mi sentivo il mondo crollare addosso. Non ebbi il tempo di dirtelo, che aspettavo un bambino. Non ebbi neanche il tempo di scoprirlo, che aspettavo un bambino. Gli ho detto che il padre è morto, sai come si fa sempre in questi casi, come avrei fatto a spiegargli tutto? non avrebbe capito. Quando mi chiese dov’era il suo papà mi credette e basta, non volle vedere qualche foto, ma io gli dissi che gli somigliava tanto. Anche alla gente ho raccontato di essere vedova. Non sai quanto mi sia costato nascondere tutto così a lungo... Ci siamo trasferiti perché ho aperto uno studio legale in città, sai qui la vita va bene, fortunatamente non mi posso lamentare e ho dato ad Andrea tutto quello di cui necessita, ora frequenta anche una scuola privata. Ho fatto tanti sacrifici per lui, anche se avrei tanto voluto che fossi stato presente, che l'avessi visto crescere. Quanto ti somiglia perdiana. Oggi mi ha chiesto chi fosse l'uomo della foto che ho sul comodino, perché l'avessi da tanto tempo. Te la ricordi quella foto? quella che ti feci quando andammo a fare la gita vicino al fiume, quando dopo ci nascondemmo tra gli alberi in campagna e ci amammo così, come avevamo sempre voluto fare. Quanto ti ho amato Gianfranco, e quanto continuerò ad amarti... Quella foto con la tua dedica è una delle pochissime cose che volli rimanessero di te. Per il resto ho cercato di dimenticare, non sai quanto sia stato duro, ho ucciso i fantasmi del passato che la notte mi perseguitavano. Dove sei finito? Non voglio più credere che sia morto, non può essere, devi conoscere tuo figlio, e anche lui deve avere il diritto come tutti gli altri bambini ad avere un padre. Dove sei? Ti prego torna da me, non è troppo tardi per ricominciare. Per sempre tua. Chiara" Non gli aveva mai scritto una lettera da quando era sparito, ma ora ne aveva sentito il bisogno, perché erano riapparsi tutti i tristi ricordi che la legavano al passato. Non ha un indirizzo, niente, ma ha dovuto scrivergli. Quella lettera sa già che rimarrà nel cassetto sotto il comodino dove c'è la foto di suo marito, ma le ha fatto bene sfogarsi un po'. E' sera ormai: è da poco tornata con Andrea dalla lezione di piano del piccolino. Va repentinamente in cucina a preparare qualcosa per la cena. Andrea si fissa davanti alla televisione. - Mamma, vieni a vedere in TV. - Tesoro sto preparando la cena, vengo dopo e mi racconti. - No mamma devi venire adesso. - ... - Mammaaaaaa fa' prestoooo, c'è quello della foto, il tuo amico, è in televisione. Chiara si sente assalita da una fitta che parte dal cuore e la travolge tutta, ma subito pensa che il piccolo si sia confuso. Ad ogni modo va a vedere. NOTIZIA ANSA. Tragica rapina stamane alla filiale del Monte dei Paschi di … A seguito della sparatoria scoppiata tra i poliziotti giunti sul luogo sono rimasti uccisi due malviventi: Samir bel Sahif, marocchino di 23 anni e Mario Terzapi, 35 anni, milanese, quest’ultimo già noto alle forze dell’ordine. Uno degli agenti della volante è rimasto ferito ad una spalla. Due dei quattro rapinatori hanno bloccato un passante e sono fuggiti su un’auto risultata rubata. La polizia ha comunicato da poco il nominativo dell’ostaggio: Pierluigi … di anni … rappresentante. Fanno vedere la foto dell’ostaggio. Non ci può credere. E' Lui. Il suo Gianfranco. Perché si fa chiamare Pierluigi? Ha deciso di cambiare vita? Ma è vivo allora? E perché non mi ha fatto sapere più niente? Ormai non conta, è vivo, sì è vivo. Mio Dio l’hanno preso in ostaggio… Piacere, dolore, commozione, rimorsi. Tutto insieme. Troppo per una donna sola. Troppo per Chiara. Cade a terra e perde i sensi.
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