Nick: Viola' Oggetto: scena muta Data: 24/10/2003 17.57.19 Visite: 35
Silvio Berlusconi ha fatto scena muta, martedì 26 novembre, davanti ai giudici del tribunale di Palermo che lo dovevano interrogare, in trasferta a palazzo Chigi, nel processo per mafia con imputato Marcello Dell'Utri. Berlusconi era stato indicato come testimone dalla difesa dell'amico Dell'Utri, ma evidentemente ha cambiato idea e, in quanto ex indagato, ha potuto avvalersi della facoltà di non rispondere. Un silenzio assordante. Non ha mai risposto con chiarezza alle domande sugli inizi della sua carriera imprenditoriale e sui suoi rapporti con ambienti siciliani. Questa volta non ha permesso neppure che gli venissero poste le domande. Erano pronte da mesi, da anni. Più volte Berlusconi aveva fatto rimandare l'appuntamento. Questa volta ha dovuto accettarlo, ma non ha aperto bocca. Restano così senza risposta le domande che i magistrati avrebbero voluto fargli. Come decise di assumere Dell'Utri? Come visse la spola di Marcello tra lui e il faccendiere siciliano Filippo Alberto Rapisarda? Che rapporti ebbe con Gaetano Cinà, attuale coimputato di Dell'Utri? Come avvenne l'assunzione del capomafia Vittorio Mangano, diventato fattore della villa di Arcore? La Fininvest pagò il pizzo per installare le sue antenne tv in Sicilia? E trattò con Cosa nostra dopo gli incendi dei magazzini Standa a Catania? E soprattutto: da dove arrivarono i soldi che servirono a finanziare gli inizi delle aziende di Berlusconi, la Fininvest e poi le 22 misteriose holding che la controllano? Ci sono stati capitali mafiosi alle origini del successo Berlusconi? Gli anni dal 1975 al 1978 sono un vero buco nero, con flussi finanziari che non sono stati ricostruiti, in anni di indagini, né dal funzionario della Banca d'Italia Francesco Giuffrida, né dal maresciallo della Dia Giuseppe Ciuro, e nemmeno dal consulente incaricato dalla difesa Dell'Utri, il professore della Bocconi Iovenitti. Berlusconi ha perso un'altra occasione per chiarire, per dissolvere i dubbi, fugare le ombre. Un dovere come cittadino, come imprenditore, ma ancor più come presidente del Consiglio. I magistrati dell'accusa, Antonio Ingroia e Domenico Gozzo, preso atto dell'indisponibilità di Berlusconi a parlare, hanno chiesto di acquisire i verbali di vecchi interrogatori resi da Berlusconi tra il 1974 e il 1996 sugli argomenti sopra indicati e anche sulla sua iscrizione alla loggia P2 e sui suoi rapporti con il banchiere Roberto Calvi, morto impiccato a Londra, e con il faccendiere Flavio Carboni. |