Nick: Mr_LiVi0 Oggetto: copia incolla sbagliato Data: 1/3/2006 9.57.54 Visite: 21
C' è in giro per il mondo un gruppo terroristico molto bene organizzato. Lavora bene. La sua specialità sono i kamikaze sugli autobus di bambini nemici. Ha un'ideologia che mescola islamismo fondamentalista e richiami nazisti. Ha anche una struttura funzionante, è gente che non ruba: i soldi che ha li spende proprio bene. Un po' li dà alla gente per tenersela stretta, la più parte li destina ai razzi e alle bombe umane nonché alla propaganda sovversiva. Un giorno questo gruppo vince le elezioni in un Paese, si appresta ad andare al governo. Secondo voi, bisogna dargli una mano foraggiandolo in quanto benedetto dal voto popolare, o tendenzialmente tagliare il dito che tiene premuto sul grilletto? È buono e giusto oliare (...) i suoi diabolici meccanismi con denaro fresco, o è più opportuno cercare di ingrippare questo motore bellicista? Ci sarebbe pure una terza via: quella di pretendere, almeno almeno, un qualche impegno di pentimento o di moderazione in cambio del contante. L'Europa ha scelto, dopo qualche titubanza, la via della solita pirlaggine condita di sociologia e ragion politica: i denari li dà, eccome se li dà, non chiede niente in cambio, va bene così. E la cifra è solenne: 120 milioni di euro. Stiamo parlando - lo si sarà capito - di Hamas e dell'Autorità nazionale palestinese. Il maledetto gruppazzo ha conseguito la maggioranza in Parlamento. Per altro anche Hitler la ottenne. Come lui ha le idee molto chiare sugli ebrei, scritte e sottolineate nei documenti: lo Stato di Israele non deve esistere, la violenza è l'unica strada per ottenere quella che ritengono giustizia, una volta preso il potere si intende praticare la legge islamica. In sostanza, i signori di Hamas hanno usato la democrazia per avere il permesso di comprare la corda cui impiccare Israele e - alla fine della fiera - tutti noi. E noi (perché quei soldi sono anche nostri, qualche euro lo stai versando anche tu che leggi) gli paghiamo il gentile servizietto. Siamo matti? L'Europa dà spiegazioni molti signorili e compite al suo delirium tremens. I ministri degli Esteri di Francia e di Germania hanno sostenuto che «è vitale continuare ad aiutare i palestinesi». La domanda è: a far cosa? In passato lo sappiamo bene dove andarono a finire i denari. Non lo hanno scoperto gli europei, che si fidavano, ma gli israeliani. Nella primavera del 2002 l'esercito israeliano, dopo che gli attacchi di Hamas e di altri terroristi palestinesi avevano raggiunto la massima intensità, occupò i centri di comando palestinesi. Saltarono fuori numerosi documenti, riconosciuti autentici, che provavano il diretto finanziamento da parte di Arafat dei terroristi e delle loro azioni. C'era la sua firma autografa. Quei fogli furono consegnati da Israele alla Commissione europea presieduta da Prodi. Il suo "ministro" Christopher Patten negò che fosse provato l'uso criminale dei fondi europei. Faticosamente si stabilì, dopo un'inchiesta, che era impossibile sapere come Arafat e i suoi spendevano i denari. Noi un'idea ce l'abbiamo: ai bisogni dei poveri niente. Quasi tutto finiva nel patrimonio personale di Arafat e dei suoi scagnozzi. In fondo quasi quasi meglio così: visto l'uso che veniva fatto del resto. E cioè armi e libri peggiori delle armi. Un esempio? Nei sussidiari scolastici si propaganda l'annientamento degli ebrei. In un testo distribuito dall'Unrwa, finanziata dall'Europa, e che dovrebbe innocuamente insegnare l'arabo nelle elementari c'è scritto: «Ricordate che il risultato finale inevitabile darà la vittoria dei musulmani sugli ebrei». Bel testo pacifista. Non basta: Hamas ha ormai in mano buona parte dei corpi docenti di scuole superiori e università. E chi paga queste opere pie? L'Europa naturalmente, dato che la cultura emancipa i popoli. Anche la cultura della distruzione islamica degli ebrei? L'Europa risponde: è l'autodeterminazione dei popoli. Però, almeno, non con i nostri soldi... Invece. Invece, l'Europa insiste. Aveva inserito Hamas tra i gruppi terroristici. Voleva offrire una chance ad Hamas una volta divenuta forza di governo. Lo ha spiegato anche Silvio Berlusconi ad Al Jazeera mercoledì scorso. Insomma: aspettiamo le mosse di Hamas prima di scomunicarla di nuovo o di accoglierla come interlocutore. Un minimo di buon senso suggeriva l'attesa. Non si danno denari a chi li adopera per far fuori il prossimo. Invece, dato che l'Autorità nazionale palestinese non ha il contante per pagare i suoi poliziotti e neanche il conquibus per saldare la fattura dell'elettricità per i suoi lampioni, si è deciso di effettuare un versamento. I funzionari si sono premurati di precisare l'indirizzo degli aiuti: non sono ad Hamas, ma all'Autorità nazionale palestinese che non ha ancora nominato il governo, e ci faremo dare la ricevuta della bolletta della luce. Patetici. Hamas si è già affrettata ad incassare prima ancora degli euro la legittimazione politica che da essi viene. Si sente autorizzata a rimanere quella che è: una combriccola di terroristi, per di più bravi a farsi voler bene dai propri concittadini. Ora che portano a casa anche il grano, la frittata è fatta. A loro conviene essere sempre più aggressivi. Più temibili sono, più volentieri l'Europa cede al ricatto della paura. Viene in mente la barzelletta su Hitler, ritrovato vivo in Sud America dai suoi seguaci, che accetta di tornare a combattere ma «questa volta cattivi». La differenza è che Hitler aveva perso. Questi no, stanno vincendo, e noi gli finanziamo la voglia di far fuori gli ebrei. Vivere... è sorridere dei Guai !!! |