Nick: V|TTOR|A Oggetto: re:Pessotto Data: 28/6/2006 9.30.37 Visite: 48
Giù dal tetto della sede: grave Pessotto Soffriva di depressione e nel pomeriggio avrebbe avuto un appuntamento con uno specialista L’ex giocatore della Juventus, neo team manager, ha tentato di togliersi la vita ieri mattina. Aveva stretto in una mano un rosario di DOMENICO LATAGLIATA TORINO — Si può essere depressi anche a trentasei anni e con alle spalle una carriera piena di vittorie. Pare sia questo il motivo che ha spinto Gianluca Pessotto a cercare la morte ieri mattina, appena prima dell'ora di pranzo, in una Torino caldissima ma per nulla distratta. Il «Professore» — questo il suo soprannome — si sarebbe gettato dal tetto della sede della Juventus, nella palazzina di corso Galileo Ferraris, tenendo stretto in mano un rosario: un volo di una quindicina di metri terminato in un piccolo cortile tra due macchine, l'Alfa Romeo 147 di Roberto Bettega e una Phedra aziendale. Appena dopo mezzogiorno, un'ambulanza del 118 ha portato il neo team-manager della Juventus all'ospedale Molinette: «Cosciente e con le gambe che rispondevano agli stimoli», avrebbe poi detto il dottor Marco Rapallino, responsabile risk management della struttura sanitaria. «Pessotto non è in pericolo di vita e le sue condizioni sono stabili, pur nella gravità del caso». A preoccupare, un voluminoso ematoma retroperitoneale a sinistra e uno che occupa tutto lo scavo pelvico, dovuto principalmente a una lesione dell'arteria ipogastrica di sinistra: per questo, l'ex calciatore è stato sottoposto a un primo intervento volto a bloccare la fuoriuscita di sangue e la conseguente emorragia interna. Le numerose fratture (alla zona sacrale, al bacino e a cinque vertebre lombari) saranno prese in considerazione successivamente e, tutto sommato, non preoccupano più di tanto: il midollo non è stato infatti lesionato e pare scongiurata la possibilità che possa subentrare una paralisi. In serata, quando sono arrivati dalla Germania anche Del Piero, Zambrotta e Ferrara, l'ex azzurro è stato sottoposto a una risonanza magnetica e a un secondo intervento chirurgico per stabilizzare la frattura del bacino. Oggi è invece previsto un terzo intervento per ridurre le fratture a una gamba e a un piede. Al suo capezzale sono subito accorsi i vertici della società bianconera. Lo andrà a trovare anche Moggi che ha detto: «Questo fatto mi ha dato tanta tristezza, più di quella che ho già». Sui motivi che avrebbero spinto Pessotto a tentare il suicidio, resta invece mistero fitto. Pare in ogni caso che il giocatore soffrisse davvero di una forma depressiva e che proprio ieri pomeriggio avesse appuntamento con uno specialista. Si era anche sparsa la voce che soffrisse di una malattia incurabile, tenuta nascosta persino alla moglie Reana. Il dottor Agricola, medico sociale bianconero, ha spazzato via la voce: ««È un'idea ridicola, come coloro che la sostengono. Una cosa che mi fa ridere, roba da pazzi. Posso dire soltanto questo». E lo staff medico ha, comunque, rivelato che «i valori sanguigni, da una prima analisi, risultano quelli di una persona assolutamente sana». Di sicuro, il comportamento tenuto da Pessotto ieri mattina non è stato normale: arrivato in sede, ha parcheggiato la macchina nel garage sotterraneo e non nel cortile a livello strada come faceva di solito. Sul davanzale dell'abbaino sono poi state trovate le chiavi dell'auto e il suo telefono cellulare. Un ragazzo d'oro, sempre disponibile e corretto, attento al sociale, amante della famiglia e padre di due splendide bambine. All'apparenza, un uomo felice. Che però evidentemente covava un malessere interiore, determinato da non si sa cosa: la speranza è che sia lui stesso, un giorno, a spiegarlo.
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