Nick: Casual Oggetto: re:Un po' di buona volonta' Data: 14/12/2006 16.23.36 Visite: 23
lasciando stare braucci, ennesimo borghese che petula su una napoli che non conosce, la questione è un'altra e ha radici antiche, ovvero il disprezzo perenne dei ceti medi napoletani per le classi popolari. disprezzo che si palesa anche quando non si parla di violenza o si commentano specifiche vicende criminali, ma come orizzonte perenne. il cuozzo si schifa per come si veste, per quello che ascolta, per la macchina che compra, per come si esprime, per come si fa i capelli. e questo atteggiamento che io conosco bene si palesa anche di fronte a individui magari colti e istruiti, ma che provengono, come me, dai ceti popolari. è qualcosa che ti fanno sempre notare, anche quelli che in teoria e per ammissione sono di sinistra. questo atteggiamento provoca una reazione legittima che oscilla fra lo scherno intellettuale e la derisione del parassitismo delle classi dirigenti cittadine, di chi ha gli strumenti per farlo, e la violenza, i paccheri e le aggressioni da parte di chi questi strumenti non ce l'ha. a guardar bene in questa dicotomia c'è, insieme, la separazione esistente all'interno dei ceti popolari fra figli di lavoratori e figli di sottoproletari e una conferma implicita della mia analisi, secondo la quale solo il lavoro e le opportunità producono cultura e crescita. la volontà rimanda tutto all'uomo e al suo orizzonte individuale, mentre il problema è strutturale e sociale. ocigoloicos otnemirepse
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