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ROMA - E' morto il produttore Carlo Ponti. Ne dà notizia la famiglia. Ponti, 94 anni, è morto la notte scorsa all'ospedale cantonale di Ginevra dove era entrato per una complicazione polmonare. Ponti era sposato con Sofia Loren dalla quale aveva avuto due figli, Carlo jr. ed Edoardo. I funerali si terranno in forma strettamente privata. In tutto il mondo era conosciuto come l' artefice del successo artistico di Sofia Loren, l' ombra affettuosa e assidua della popolare star italiana, aiutandola fin dall' inizio della carriera nella sua scalata verso Hollywood. Carlo Ponti, nato a Magenta, in provincia di Milano, l' 11 dicembre del 1913, è stato certamente tutto questo, ma è stato soprattutto un grande produttore, forse il migliore espresso dal cinema italiano nel dopoguerra, una di quelle figure mai troppo rimpiante dell' imprenditoria cinematografica, culturalmente coraggioso e commercialmente accorto. Aveva cominciato, dopo la laurea in giurisprudenza, a produrre a Milano, fra il '40 e il '43, distinguendosi con pellicole di origine letteraria che rivelavano i suoi gusti: film quali 'Piccolo mondo antico', 'Sissignora', 'Giacomo l'idealistà, tali da imporlo a livello nazionale. La Lux di Renato Gualino, la maggiore società di produzione di quegli anni, gli affidò la realizzazione di film come 'Gioventu' perdutà di Germi, 'Senza pieta'' e 'Il mulino del Po' di Lattuada, 'Fuga in Francia' di Soldati, nei quali portò la sua visione di un cinema non strettamente ancorato a interessi mercantili. Nel 1950 si unì a Dino De Laurentiis, costituendo un binomio produttivo fra i più attivi, pieno di progetti ambiziosi, quando in Italia si giravano molti film. Con il collega partenopeo realizzò, fra gli altri, 'Anna' di Lattuada, 'Anni facili' di Zampa, 'La strada' di Fellini, 'Europa '51' di Rosselliini, 'L' oro di Napolì di De Sica. La collaborazione fra i due si arenò di fronte a supercolossi come 'Ulisse' di Camerini e 'Guerra e pace' di Vidor, sui quali Ponti non era d' accordo. A seguito del dissenso, tornò a lavorare ad opere meno roboanti ma significative, mettendo in cantiere 'Guendalina' di Lattuada, 'Il ferroviere' di Germi, 'Nata di marzo' di Pietrangeli. E' in questo periodo, fra il '54 e il '58, che comincia il suo rapporto con Sofia Loren, giovane attrice che aveva conosciuto in un concorso di bellezza e di cui si era invaghito come produttore e come uomo. Da questo momento ne accompagnò l' ascesa producendo per lei film di grosso impegno internazionale: 'Orchidea nera' di Martin Ritt, 'Il diavolo in calzoncini rosa' di George Cukor, 'Lady L' di Peter Ustinov, 'I sequestrati di Altona' di Vittorio De Sica, per ricordare soltanto qualche titolo. Nel frattempo si impegnò anche in produzioni nazionali come 'L' isola di Arturò e 'La noia' di Damiani, 'La donna scimmia' di Ferreri, 'La decima vittima' di Petri, legando la propria attività soprattutto al mome di Michelangelo Antonioni, di cui produce 'Blow Up', 'Zabriskie Point' e 'Professione reporter'. Uno dei maggiori successi di Carlo Ponti resta però 'Il dottor Zivago', coproduzione internazionale che con la regia di David Lean porta sullo schermo il celebre romanzo dello scrittore russo 'dissidente' Boris Pasternak, sfruttando abilmente in un' opera di buona confezione e dal sapore di struggente romanticismo il battage pubblicitario del celebre caso letterario. Produttore di un centinaio di film, Carlo Ponti ha al suo attivo molti altri titoli: 'Rappresaglia', 'Il disprezzo', 'I girasoli', 'Una giornata particolare', 'Brutti, sporchi, e cattivi', fino a 'Sabato, domenica e lunedi'', dalla commedia di Eduardo. Si era sposato due volte. Nel 1966 aveva concluso la sua complicata vicenda giuridica matrimoniale con Giuliana Fiastri, la prima moglie, e, dopo aver ottenuto il divorzio in Francia, aveva potuto finalmente celebrare le nozze con Sofia Loren. Per fare ciò era diventato cittadino francese poiché a quel tempo in Italia non c'era ancora il divorzio. Dall' unione è nato, nel 1968, Carlo Junior, e, cinque anni dopo, nel '73, Edoardo. Ponti si caratterizzava per il temperamento autoritario, deciso, che lo portava a frequenti contrasti con i suoi registi. Celebri gli scontri con De Sica, al quale soppresse un episodio dell' 'Oro di Napoli', e Ferreri, al quale boicottò 'L'uomo dei cinque palloncinì, riducendolo a un breve racconto che poi fece infilare in un altro film. |