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Nick: Rambov`
Oggetto: LA RISPOSTA E' QUI
Data: 15/5/2007 11.12.36
Visite: 21

GESTIONE A FREDDO DEI RIFIUTI.

 



Lo stato dell’arte delle alternative all’incenerimento per la parte residua dei rifiuti municipali”

 




 



Il rapporto, pubblicato nel febbraio del 2003, dimostra attraverso una aggiornata e dettagliata descrizione tecnica che a completamento di sistemi di riduzione all’origine e di capillare raccolta differenziata può operare un impianto di trattamento degli scarti residui (TMBTrattamento Meccanico Biologico) in grado di recuperare circa il 70% dei materiali in ingresso.

 



In altre parole, con sistemi di intercettazione tecnologici ampiamente disponibili sul mercato si della frazione organica. Quest’ultima, prima di essere stabilizzata, produce biogas sottoposto a recupero energetico per alimentare l’impianto stesso e per la produzione di calore e di energia elettrica a terzi.

 



In questo modo in discarica vi andrà non più del 30% della frazione residua formato da inerti, pellicole di plastica (anch’esse teoricamente recuperabili), e materiali organici stabilizzati la cui potenzialità inquinante e’ ridotta del 90%. Questa filiera di trattamento, molto meno inquinante dei processi di incenerimento che comunque prevedono il ricorso a discariche per la collocazione di scorie e ceneri tossiche per circa il 30% dei rifiuti bruciati, presenta capacità di recupero di flussi di energia e soprattutto di materiali estremamente significative. Lo stesso quadro di “emissioni di CO2 evitate” non ha confronti con altre modalità di trattamento e di smaltimento. Inoltre, la collocazione in discarica di ciò che non e’ recuperabile riguarda rifiuti con potenzialità di percolazione e di emissione di fastidiosi odori non paragonabili a discariche per rifiuti tal quali.

 



Un impianto simile a quello qui descritto e’ entrato in funzione nel 2004 a Sidney, in Australia (UR-3R FACILITY-www.wsn.com.au) a riprova della fattibilità di un’impiantistica che anche nella fase del trattamento dei residui e’ in grado di massimizzare il recupero di preziose risorse. E ciò con costi molto inferiori rispetto agli inceneritori.

 



Semmai, occorrerebbe che questo impianto fosse dotato di un Centro di ricerca che una volta individuati oggetti, materiali e imballaggi inquinanti e non riciclabili spingesse i produttori a progettazioni alternative in grado di ridurre ancor più il ricorso alla discarica (rifiuti zero entro il 2020).

 




 



RETE NAZIONALE RIFIUTI ZERO GREENPEACE ITALIA

 



7 settembre 2005

 






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19 maggio - rifiuti zero   15/5/2007 8.13.2 (179 visite)   Rambov`
   Una domanda   15/5/2007 9.39.23 (30 visite)   Mach
      re:Una domanda   15/5/2007 9.43.55 (25 visite)   enigma°
      rifiuti zero   15/5/2007 9.52.29 (37 visite)   _regat8_27_
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      re:Una domanda   15/5/2007 10.0.26 (18 visite)   Sugar*
   re:19 maggio - rifiuti ze   15/5/2007 9.55.1 (22 visite)   mir
   LA RISPOSTA E' QUI   15/5/2007 11.12.36 (20 visite)   Rambov` (ultimo)

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