Nick: SeaSunSamba Oggetto: Notizia Ansa Data: 28/6/2007 20.34.1 Visite: 32
Ansa - Gio 28 Giu - 15.27 CITTA' DEL VATICANO - Con il suo 'motu proprio' (ovvero con un documento scritto su sua esplicita volonta'), Papa Ratzinger recupera la messa in latino, quella pre-conciliare, e le da' una legittimita' che aveva perso dopo la riforma liturgica di Paolo VI. I dettagli del Motu proprio, un documento annunciato e poi rinviato per mesi e mesi, devono ancora essere resi pubblici, ma la nota diffusa oggi dal Vaticano spiega che Benedetto XVI prende come riferimento il messale di Pio V con gli aggiornamenti e la rilettura data da Giovanni XXIII nel 1962. Quella in latino e' l'unico tipo di messa mai accettato dai seguaci del defunto vescovo scismatico Marcel Lefebvre e il documento pontificio servira' ad aprire la strada per una futura ricomposizione della frattura avvenuta negli anni ottanta dello scorso secolo. Non che fino ad oggi il rito di derivazione tridentina fosse proibito: ma occorrevano talmente tanti passaggi burocratici e autorizzazioni vescovili da scoraggiarne di fatto qualsiasi praticabilita'. Il documento del Papa rendera' piu' facile la celebrazione della messa in latino; bisognera' pero' leggere il testo del Motu proprio per vedere fino a che punto. Le indiscrezioni circolate nell'autunno dello scorso anno ipotizzavano che bastasse la richiesta di un certo numero di fedeli per obbligare un sacerdote al rito tridentino. Il progetto di totale liberalizzazione della messa in latino aveva suscitato le perplessita' e le riserve di alcuni episcopati, in particolare quello francese e quello statunitense, timorosi che la presenza di due riti liturgici potesse alla fine incrinare l'unita' delle chiese nazionali e togliere autorita' ai vescovi locali. Dal dicembre scorso, dietro le quinte, sono state apportate diverse modifiche al documento originale, per consentire ai vescovi - a quanto pare - di avere comunque "l'ultima parola" sulle celebrazioni liturgiche nelle loro diocesi. Del resto Benedetto XVI, nell'esortazione 'Sacramentum Caritatis' del marzo scorso, ha precisato che spetta al vescovo, "liturgista per eccellenza nella sua diocesi" di "salvaguardare l'unita' unanime delle celebrazioni nella sua diocesi". Quanto alla preoccupazione che il ritorno della messa tridentina possa vanificare in parte il messaggio conciliare, il Papa ha precisato che il suo obiettivo e' quello di "interpretare il Concilio" alla luce della tradizione, senza tuttavia rinunciare a due dei sui apporti piu' importanti, la liberta' religiosa e le relazioni tra la Chiesa e il mondo. COSA E' MESSA TRIDENTINA IN LATINO - La messa di San Pio V, risalente al Concilio di Trento e riaggiornata poi da Pio XII e Giovanni XXIII, e' stata celebrata nella Chiesa cattolica quale "rito ordinario universale" fino al 1969, quando e' entrata in vigore la riforma liturgica post-conciliare di Paolo VI che ha imposto le lingue nazionali e un diverso rapporto tra sacerdote e assemblea dei fedeli. La messa tridentina, che Benedetto XVI torna a ripristinare con il suo 'motu proprio' - e' celebrata interamente in latino, ad eccezione di alcune parole e frasi in greco antico ed ebraico; e' inframmezzata da lunghi periodi di silenzio, per consentire ai fedeli di poter adeguatamente meditare circa la grandezza del mistero eucaristico al quale sono chiamati ad assistere. I fedeli seguono la liturgia leggendo il messalino o il foglietto bilingue, dove e' riportata, a fianco del testo latino, la traduzione integrale dei passi in italiano o nelle altre lingue nazionali. Non e' tuttavia solo l'uso della lingua latina, considerata ecclesiastica ed universale ('cattolico' significa appunto universale) a costituire la sola differenza tra la Messa tridentina e quella moderna. Il sacerdote, a differenza di quanto avviene nel corso del nuovo rito, volge le spalle ai fedeli, in quanto celebra rivolto ad oriente, verso il tabernacolo e l'altare che costituisce la rappresentazione del Calvario: l'immagine e' quella del celebrante che guida il popolo. Il Vangelo viene letto sempre sul lato destro dell'altare: la comunione - solo l'ostia, per i fedeli - viene ricevuta in ginocchio, e direttamente in bocca. Al rito si assiste per lo piu' in ginocchio, considerata la postura dell'umile peccatore che implora la misericordia di Dio.(ANSA) ChorandoSeFoi!..       |