Nick: Fred Mile Oggetto: ... Data: 11/9/2007 20.35.29 Visite: 90
E' come starci dentro, e starci fuori. Qualcuno, pensa, definirebbe questo tuo (con una propensione per l'Arte del Leggere fra le Righe) come "apologia di reato". Ci ho spesso pensato. Mento. Ci ho pensato quando non avevo niente di meglio da pensare. E' un po' come parlare di Pasqua il 25 Dicembre. Siamo d'accordo, ci abbuffiamo in entrambi i genetliaci (che poi, della stessa persona). Devo ricordarmi dell'" Africa Nera" mentre mi chiedono se voglio tagliarmi l'arto infetto? Di certo. Sarò un uomo migliore, se attribuisco un tempo alle mie sofferenze, ed un altro a quelle del Mondo, ma mica va sempre così. Mica siamo uomini "migliori". Di grazia, se già ci sentiamo tali. Se poi questo messaggio è riferito allo "sporco lavoro" dei Media, allora altro discorso. Ma voglio che, né Marco Travaglio né tu, mi diciate per chi devo star male, e quando. Comprendimi, Bardu, non sto attaccandoti. Dico solo che ognuno di noi debba essere personalmente cosciente di cosa sta accadendo, e di conseguenza sentirsi afflitto o colpevole, a differenza dei momenti. Ma non credo si possa colpevolizzare chi in cuor suo piange questa o quest'altra vittima. Ribadisco, rispetto all'andazzo mediatico, potrei anche essere d'accordo con tale invettiva, ma anche qui ci sarebbero dei "ma", dei contraddittori capaci e probabilmente sani. Questo è il LORO giorno. Personalmente, non piango quei morti più o meno di altri. Quando la Tv me li "appioppa" reagisco sempre in modo diverso, a dispetto del mio stato umorale. Ti parla uno che non sta nella stanza dei bottoni, e nemmeno vorrebbe esserci. Non prendo decisioni che possano cambiare l'andazzo del mondo, nemmeno quando mi ritrovo a scrivere il "mio miglior racconto mai scritto". Quindi, se Travaglio o tu avete dei "dubbi" a riguardo, poneteli a chi andrebbero posti. Così facendo invece, potreste risultare alla stregua di quelle frange mafiose e capitalistiche che governano il mondo, volendoci indottrinare anche circa la sofferenza. Il puro dispiacere. Quando ho guardato Sicko, ho pianto persino per quegli ammalati sprovvisti di assicurazione medica, o frodati dalle stesse compagnie alle quali avevano aderito. Voglio dire, lo so che si muore ovunque, lo so che ce n'è per tutti. Pensa un po', ce n'è pure per me, e per te, e ancora. - Fred, com'era Parigi? - - Non lo so, in realtà. Ma i tetti delle case sono stupendi. - |