Nick: Bardamu Oggetto: marò l'avvenire ha rotto. Data: 8/12/2007 11.59.2 Visite: 109
il ginecologo Silvio Viale ha accusato "il quotidiano Avvenire" di condurre "una campagna mistificatoria per tentare di condizionare l'informazione su questo farmaco" riferendosi all'articolo pubblicato oggi Il dossier che inchioda la pillola abortiva. "Trattandosi di una procedura europea di mutuo riconoscimento, che si basa su solide evidenze scientifiche, su una ventennale esperienza di uso del farmaco nel Vecchio Continente e sulla recente revisione della scheda della Ru486 da parte dell'Agenzia europea (Emea), approvata dalla Commissione europea nel giugno scorso - continua Viale - le questioni scientifiche legate alla sicurezza e all'efficacia del farmaco sono fuori discussione. Il medicinale - sottolinea il ginecologo - registrato in 13 paesi europei (mancano solo Italia e Irlanda), lo è già in altri paesi e presto sarà registrata in altri. In 20 anni di storia la pratica clinica ha sempre superato le polemiche. Nel 2007 l'Emea e la Food and Drug Administration (Fda), ente regolatorio sui farmaci degli Stati Uniti, hanno ribadito la sicurezza del farmaco. L'Organizzazione mondiale della sanità ha confermato il mifepristone nella lista dei farmaci essenziali. Nella nuova scheda sul mifepristone, la cui procedura di revisione ha impegnato l'Emea dal dicembre del 2005 al marzo del 2007, il limite per l'aborto medico è elevato da 49 a 63 giorni (da 7 a 9 settimane) e sono state approvate altre tre indicazioni (preparazione del collo dell'utero per l'aborto chirurgico e terapeutico e induzione del travaglio in caso di morte endouterina). Anche grazie al fatto che le polemiche hanno sconsigliato la ricerca su altre centinaia di molecole analoghe, la Ru486 è oggi il farmaco antiprogestinico e antiglucocorticoide piu' studiato, proprio perché è stata dimostrata la sua sicurezza nell'uomo". "Nonostante le evidenze scientifiche e cliniche - contesta l'esperto - l'Avvenire guida una campagna di stampa per impedire la registrazione del mifepristone in Italia". Il ginecologo ha analizzato anche i dati riportati dal quotidiano sui maggiori rischi di mortalità associati all'aborto con mifepristone rispetto a quello chirurgico, gli stessi presentati alla Camera, commentando "che il rischio di morte in gravidanza è 100 volte quello dell'aborto chirurgico". L'esperto si dimostra però fiducioso sull'esito dell'esame dell'Aifa, previsto per il prossimo 10 dicembre "che rimanendo su un piano scientifico e sanitario, non potrà che confermare la registrazione del farmaco |