Nick: Rambov` Oggetto: re:Terre sporche e cattive Data: 11/9/2008 10.53.33 Visite: 282
 
 è stato detto: car fluff
   Il fluff , un rifiuto spesso pericoloso             Il fluff è la parte non ferrosa delle carcasse d’auto rottamate e sottoposte a     frantumazione nei cosiddetti mulini (impianti ad altissimo impatto ambientale). Questo     tipo di rottame/rifiuto, da cui origina il fluff, è stato così caratterizzato     dall’Arpa di Brescia presso un’azienda siderurgica bresciana, l’Alfa     Acciai, dotata appunto di un mulino di frantumazione:            “i rottami … risultano rifiuti intrisi di oli, carcasse di fusti di olio non     bonificati, e condensatori di ogni genere con contenuto di PCB 200.000 (duecentomila)     volte superiore al limite, nonché rifiuti pericolosi di varia origine i quali alla     frantumazione hanno generato 60.500 t di rifiuti … Dai dati del rapporto di     produzione effettiva anno 2002 si evince che la ditta ha frantumato 184.530 t producendo     inerti, metalli non ferrosi, plastiche, ecc. in ragione del 32% in peso a fronte di un     limite del 5% (DM 5 febbraio 1998)”[2].            Il fluff è quindi classificato come rifiuto pericoloso, codice Cer 19 10 03* e, solo     previa verifica delle concentrazioni di sostanze pericolose al di sotto dei limiti, non     pericoloso (Cer 19 10 04), il cosiddetto “codice a specchio”[3].            In quattro campioni di fluff destinati alla discarica Ca’ di Capri (Vr) sono state     trovate concentrazioni molto elevate di PCB da 35 a 50 mg/kg (limite per la     classificazione come pericoloso 25 mg/kg) e di piombo da 2.600,5 a 43.255,5 mg/kg[4].     Anche in un campione di fluff della discarica Faeco di Bedizzole Brescia è stata trovata     una concentrazione di PCB di 41 mg/kg e nel periodo da agosto 1999 a giugno 2003 su 575     campioni analizzati provenienti da 17 produttori è stata rilevata una concentrazione     media ponderale di PCB di 13,80 mg/kg[5]. Inoltre la forte componente di plastiche ed il     tenore di cloro superiore al 3% comportano importanti produzioni di diossine, difficilmente controllabili, come effetto della combustione con le sostanze     organiche presenti nei rifiuti urbani.                        [2]Arpa di Brescia, Relazione tecnica, 27 novembre 2003.            [3] Codice Cer 19 10 03* o 19 10 04, “fluff – frazione leggera e polveri”,     Allegato A, Direttiva 9 aprile 2002 “Indicazioni per la piena e corretta applicazione     del regolamento comunitario n. 2557/2001, sulla spedizione dei rifiuti ed in relazione al     nuovo elenco dei rifiuti”, supplemento alla “Gazzetta Ufficiale”, n. 108,     10 maggio 2002, p. 31.            [4] Relazione su prelievi effettuati il 23 aprile 1999 del dott. Gian Paolo Sommaruga, CTU     della Procura di Monza, su fluff della discarica Ca’ di Capri della ditta Rotamfer,     in Sona – Vr, discarica recentemete rinviata alla Corte di giustizia europea dalla     Commissione Ue.            [5] Studio di Impatto Ambientale della ditta Faeco Spa “Discarica controllata rifiuti     pericolosi e non pericolosi - Settore E” , Località casina Nova Locatelli, Comune di     Bedizzole (Bs), giungo 2004, relativamente punto 3.1.3, tab 3.3..            
  http://www.daimon.org/ambiente/fluff_veleni_inquinamento.htm
 
 
 è stato detto: dicono che togliendo circa due metri di terreno 
   più che terreno è tutta sabbia, del tipo che si usa nelle costruzioni da impastare insieme al cemento.
   
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