Nick: Zanardi Oggetto: i Privilegi di Alitalia Data: 18/9/2008 20.34.51 Visite: 83
Piloti e hostess della compagnia di bandiera lavorano, in media, molto meno dei loro colleghi di altre compagnie, ma in compenso costano molto di più. Il tutto per "merito" di una giungla di benefit, che vengono difesi con le unghie e con i denti e addirittura meticolosamente elencati nel contratto. Nel predetto contratto si è rivoluzionato persino il calendario, infatti tutti i mesi durano come febbraio e, altro miracolo, un giorno di riposo comprende due notti. Un giorno è un giorno. Dalle Alpi alle Piramidi, come si suol dire, è uguale per tutti eccezion fatta per i piloti dell’Alitalia. Infatti il terzo comma dell’articolo 2 disciplina il "giorno singolo libero dal servizio" del Regolamento sui limiti dei tempi di volo e di servizio e requisiti di riposo per il personale navigante approvato, con la delibera n. 67 del 19 dicembre 2006, dal consiglio di amministrazione dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile. Cito testualmente: "Periodo libero da qualunque impiego che comprende due notti locali consecutive o, in alternativa, un periodo libero da qualunque impiego di durata non inferiore a 33 ore che comprende almeno una notte locale". Ottima invenzione, un giorno di 33 ore o in alternativa con con due notti, mica male. Evidentemente per il personale di volo di Alitalia, è opportuno tralasciare ogni convenzione, dal sistema metrico decimale all’ora di Greenwich. Secondo il regolamento dell’Enac, dove è specificato che hanno diritto a riposare su poltrone con una reclinabilità superiore al 45% e munite di poggiapiedi regolabile in altezza, non devono volare più di cento ore nel corso del mese, tuttavia il personale di volo Alitalia ha preferito scrivere nei 28 giorni consecutivi, evidentemente per loro è sempre febbraio. Nell’intero anno, o meglio nei dodici mesi (se non hanno modificato a loro uso e consumo pure il calendario) il tetto non è, come da calcolatrice, mille e 200 ore (100 per 12) ma 900, e vai a sapere perché.Nel contratto l’orario però si riduce ancora: nel medio raggio, la barriera scende a 85 ore al mese, che nel trimestre non diventano 255, ma 240. E nell’anno non arrivano, come l’aritmetica sembrerebbe suggerire, a mille e 20, ma appunto a 900. Ma non è neanche questo il punto i numeri evidenziano una situazione un po’ diversa ovvero nel medio-corto raggio gli steward e le hostess restano tra le nuvole per non più di 595 ore l’anno. Vuol dire 98 minuti al giorno, ovvero il tempo che personalmente impiego ogni giorno per fare su e giù tra casa ed il mio posto di lavoro. A titolo di raffronto, un assistente di volo della Lufthansa vola 900 ore, uno della Iberia 850 e uno della portoghese Tap 810. Restando in Italia, una hostess di AirOne si fa le sue belle 680 ore. Per quanto concerne i piloti la situazione è ancora peggiore, se possibile: la loro performance non va oltre le 566 ore, ovvero 93 minuti al giorno!! Evviva. I loro colleghi volano per 720 ore all’Iberia, per 700 alla Lufthansa e all’AirOne, per 680 alla Tap e per 650 all’Air France. Forse i piloti Alitalia non sono grandissimi lavoratori ma in compenso, sono molto più cari di tutti gli altri. Un comandante di un Md80 "targato" Alitalia costa 198 mila e 538 euro. Per la stessa figura professionale i concorrenti italiani non sborsano più di 145 mila euro. Sempre restando allo stesso tipo di aereo, per pagare il pilota Alitalia ha bisogno di 108 mila e 374 euro, tra i 28 e i 33 mila in più di AirOne. Abbiamo dunque un bel miscuglio tra orari da impiegati del catasto e stipendi da superprofessionisti. Facendo semplicemente i conti della sempre citata casalinga di voghera, emerge che alla fine dell’anno Alitalia spende per ogni ora di volo di un suo comandante 350,8 euro. Contro i 207,1 di AirOne. Una differenza del 69,4% che sarebbe fuori mercato per chiunque. A questo si aggiunge il fatto che che un aereo Alitalia viaggia con un equipaggio superiore di un buon 30% rispetto alla media dei concorrenti e che un assistente di volo di media anzianità può arrivare a costare ad Alitalia 86 mila e 533 euro, contro i 33 mila di AirOne. Il risultato finale è che in Alitalia il tasso di efficienza per dipendente è pari, secondo i calcoli dell’Association of European Airlines, a poco più della metà di quello che può vantare la Lufthansa. Che i passeggeri trasportati sono 1.090 per dipendente, contro i 10 mila e 350 di Ryanair. E che nel 2004 il ricavo medio per ogni lavoratore impiegato non andava oltre i 199 mila euro, poco più di un terzo rispetto a quanto registrava ad esempio Ryanair (513 mila euro). Assolutamente geniale è il nuovo sistema retributivo in vigore da gennaio 2005. Abbiamo lo stipendio base su quattordici mensilità e l’indennità di volo minimo garantito: quaranta ore, che uno le faccia o meno. Poi c’è la parte variabile della retribuzione di un pilota (compreso il "premio Bin Laden" elargito dopo l’11 settembre, a quelli che viaggiano in Medio Oriente) costituita ora da un’unica voce di indennità di volo giornaliera che, per un comandante è pari a 177 euro sul lungo raggio e 164 sul medio; a queste cifre va sommata la diaria, altri 42 euro, per un totale che può quindi arrivare a 219 euro. Questa indennità scatta per intero anche se il pilota si trasferisce all’aeroporto da dove prenderà servizio e persino se il suo volo viene cancellato dopo che lui ha già raggiunto quello che doveva essere lo scalo d’imbarco, addirittura, aumenta se c’è uno spostamento dei turni rispetto al calendario previsto. Oltre a questi privilegi economici ve ne sono anche altri su riposi compensativi, a compensazione di cosa? Ma alcuni privilegi o istituti sono assolutamente incomprensibili ed anche incommentabili. Ad esempio le hostess hanno una franchigia di ventiquattr’ore al mese, che in pura teoria dovrebbe coincidere con l’inizio del ciclo mestruale (!!), si favoleggia del caso di una di loro che ha chiesto la giornata del 31 come permesso per il mese di dicembre e quella del 1° per il mese di gennaio: misteri del corpo femminile. Sempre per quanto concerne le assistenti di volo, quando vanno in maternità vengono retribuite per tutto il tempo con lo stesso stipendio dell’ultimo mese di servizio, che, per un assoluto caso del destino, svolgono regolarmente sul lungo raggio, per far salire l’importo della busta paga.I piloti, invece, non possono atterrare due volte nello stesso scalo nello stesso giorno. La logica della regola, peraltro consuetudinaria, è del tutto incomprensibile. La conseguenza è invece evidente a tutti, una crescita delle spese per le trasferte. Discorso da evidenziare è anche quello degli alberghi, che in Alitalia vengono scelti da un’apposita commissione con il risultato che l’importo medio è superiore del 45% a quello pagato dalle altre compagnie. Solo per le 300 stanze prenotate tutto l’anno per i dipendenti che, anziché essere trasferiti a Malpensa, vanno su e giù da Roma, la compagnia ha messo in bilancio 45 milioni. Oltre ai benefit lavorativi che hanno pochi pari, i lavoratori (ed a questo punto il termine è già male utilizzato) dell’Alitalia, quando viaggiano per piacere personale godono di una politica di sconti davvero generosa, i dipendenti anche se pensionati hanno diritto ad acquistare anche per i figli, coniugi o conviventi biglietti con una riduzione del 90% sulla tariffa piena, se rinunciano al diritto alla prenotazione. Il taglio scende invece al 50% se vogliono il posto garantito. RayMondo: sesso con gli altri amore con il partner forever |