Nick: otAmArR Oggetto: Cosa intendo per teatro.. Data: 23/9/2004 17.53.21 Visite: 44
Li recito e li ho recitati entrambi e quindi mi trovo ad aver a che fare con entrambi. Trovo i personaggi di de filippo fini a sè stessi, artefatti e soprattutto chiusi nello spazio dei due tre atti nei quali vivono. Stanno bene su un palco ma non esistono come persone. I personaggi di viviani sono dotati di una vita loro. Potresti tranquillamente dire che sono persone che realmente vivono quelle esperienze. Dire che usa lo scemo per far ridere come fa il padre è dire: uso il "fesso", il "sciosciammocca" scarpettiano. Altro personaggio godibilissimo, ma poco reale. Sarà questione di gusti... Gli spazi aperti? Molte delle ambientazioni di viviani sono quelle delle strade, dei parchi. Ambientazioni che amo e preferisco alla classica casa o ambiente de filippiano. L'unica scena "aperta" di de filippo che io ricordi è quella del figlio di pulcinella, che peraltro non è mai stata un'opera riuscita. Non amo la retorica de filippiana. Riconosco subito il personaggio interpretato da de filippo dal numero di righe per battuta... Terribile. Qualcuno dirà che viviani cantava il "popolo".Non credo che sia una colpa. In Viviani trovo un ottimismo di fondo e una "morale" che in de filippo non ci sono. La morale di viviani è di riscatto, quella di de filippo è nera.E spesso,"mia famiglia","che bella famiglia", perbenista... Quello che mi piace di de filippo è l'uso della mimica nelle opere minori come "requie, pace all'anema ro muort", o "Pericolosamente", oppure ancora "farmacia di turno". Opere giovanili,prima di sviluppare tutta una sua visione del teatro. Nun me piace o presepe. |