Nick: insize Oggetto: re:1977 WHITE RIOT Data: 2/12/2004 11.46.29 Visite: 54
THE CLASH. Una scritta così, tutta maiuscola, ha troneggiato per anni sotto sotto il traffico sopraelevato della Westway, in Harrow Road, al confine fra Notting Hill Gate e Paddington. Limitrofo a quella zona di Londra compresa fra la stessa Notting Hill e Ladbroke Grove che fu luogo di bohème giovanile su scala continentale tra fine anni Settanta e inizio Ottanta. Perché prima lo era stata del punk locale. Area di squat fin dai tempi dei freakettoni. E di interscambio razziale fra visi pallidi e rasta. Per via della ganja. E del dub. Accadde là qualcosa di speciale fra il 1975 ed il 1977. Un reciproco travaso di culture, e suoni, e linguaggi. Fermo immagine : il Carnevale caraibico di Notting Hill, 1976, come sempre nell'ultimo weekend di agosto. Scontri aspri fra "indigeni" e polizia. Una sessantina di arresti, 500 feriti. In mezzo al casino c'erano anche Paul e Joe. A tirare mattoni. Una fotografia degli avvenimenti fu immortalata sul retro copertina del prima album dei Clash. A un certo punto, che stesse accadendo "qualcosa di speciale" lo intuì pure Marley. Il grande Bob era a Londra, fuggito dalla Giamaica dopo essere scampato ad un attentato. E vedeva e sentiva quello che capitava. Così scrisse una canzone : Punky Reggae Party. In due parole : i diseredati rasta erano fratelli dei diseredati punk. Guardare il colore della pelle serviva solo a confondere le idee. E quando i Clash incisero la cover di "Police and Thieves" di Junior Murvin, o chiamarono il mitico Lee "Scratch" Perry a produrre "Complete Control", intendevano la stessa cosa. Un concetto forte, generatore di un modo di essere e di pensare, che in musica percepiamo ancora oggi ascoltando dischi ormai distantissimi dal principio originario, siano essi di Basement Jaxx o So Solid Crew. Il "groove" di Londra. Roba che non si può dire più se sia bianca o nera. Semplicemente è.
|