Nick: Mach Oggetto: re:Consiglio... Data: 19/4/2005 14.59.43 Visite: 11
Ho solo quarant’anni e mi hanno appiccicato sulla pelle una scadenza, settembre 2004, come se fossi un barattolo di pelati, un cartone di latte. Settembre 2004. Questa è la legge di qui: un codice a sbarre che ti applica un codice a barre. Devo morire. Se non altro ho una data di scadenza, come uno yogurt. Invece la tua vita potrebbe essere già scaduta e non lo sai. Ma io lo so, per cui mi sento bene, molto bene. L’ho confidato anche a Bingo, il guardiano. "Io ho il futuro assicurato, come un figlio di papà." "Hai ragione – mi ha risposto – tu hai la sedia elettrica, ha il posto fisso. Mentre i miei figli non trovano un lavoro e mia moglie l’ho persa a forza di bere." Vedete? Tutto è relativo. Jack Folla il condannato ha culo perché muore a spese dello Stato, mentre voi ci rimettere pure in quell’occasione. Capovolgete il vostro modo di vedere le cose, fratelli. Fratello, la cosa assurda non è che sono un italiano nel braccio della morte di un carcere di massima sicurezza degli Stati Uniti. La cosa assurda è che tu stai fuori. Che tutti lì fuori siete liberi e fate schifo. – Dov’è la tua libertà, tesoro? – Nei lager dei quartieri di merda in cui vi hanno conficcato come bestiame che cosa vi aspettate di diventare, onorevoli? Vi tengono in vita solo perché dovete comprare. Consigli per gli acquisti? Fanculo. E il tuo primo stipendio – quando si decideranno a dartelo – sarà commisurato all’acquisto dei bisogni che ti hanno sparato nel cervello in televisione. Ti senti morire e che ti offrono? Un Magnum. E lo fanno leccare a una ragazza con una lingua da formichiere. Prova a offrirle un cremino e guarda dove ti manda. Così hai una paura fottuta ma scherzi e fai finta di niente. Finta di niente, finta di niente. Tuo padre è alcolizzato, finta di niente. Tua madre muore di cancro, finta di niente, finta di niente. Cazzo, forse ho l’Aids. Finta di niente. Fai l’amore con lei e fai finta di niente, perché non hai più niente dentro, niente, non ti hanno lasciato più niente, ti hanno fottuto, ti hanno sbattuto dentro e hanno gettato le chiavi. Chi di noi due è nel braccio della morte? Io o te? Benvenuto ad Alcatraz, tesoro.
jack folla
Il guardiano che mi porta da mangiare in cella, lo chiamano Bingo, è un pellerossa. Gli sto simpatico perché sono italiano e tra colonizzati ci s’intende. Lui dice che è colpa nostra se sono stati scoperti e che Cristoforo Colombo gli sta sulle palle. "Bingo – gli ho detto – tu sei ignorante, non sai com’è andata, gli italiani non c’entrano". E’ ormai certo che il 3 agosto del 1482 un indigeno ebbe un’idea folgorante, si precipitò dal re e disse: Koba, che nel dialetto di Antigua significa Sire, "ho avuto una grande idea, datemi una piroga e dei viveri perché a mio avviso, al di là dell’oceano c’è un gran continente". Il re lo guardò come si fa con i pazzi. Poi, infilandosi un dito nel naso (che ad Antigua è indice di saggezza e non soltanto un indice) disse rapidamente Kro tapiroa ananda sun ramirez tolkien brut. Che nella loro lingua vuol dire "okay". Gli donò una piroga, dei viveri, e il suddito prese il largo. La traversata durò dieci lunghissimi anni, finché, sul finire di luglio del 1492, l’indigeno vide terra. Era il porto di Palos de la Frontera, in Spagna. Aveva avuto ragione. Ce l’aveva fatta. Aveva scoperto l’Europa. L’entusiasmo durò poco. Gli europei erano gente piuttosto stronza, le donne frigide, gli uomini mezzi finocchi, al punto che lui non poté più andare in giro nudo. E ripensava alla sua bell’isola di Antigua, a sua moglie, ai bambini che nel frattempo erano diventati grandi, insomma, aveva nostalgia della civiltà. Però, alla sola idea di rifarsi l’oceano a remi, diceva Ka frung lemi tata split che nella sua lingua vuol dire "due palle". Finché ebbe la grande idea. Riuscì con una raccomandazione, a farsi ricevere da Isabella di Castiglia e la convinse che dall’altra parte dell’oceano c’era un continente sconfinato da scoprire. Quella si leccò i baffi e gli mise a disposizione tra caravelle. L’indigeno ringraziò, fece un inchino e stava per uscire, quando dal trono la regina gridò: "Ehi, ma tu come ti chiami?" Lui s’inventò un nome su due piedi. "Cristoforo Colombo". La sera stessa partì. Era il 3 agosto del 1492.
jack Folla
"Quando c'è l'amore c'è tutto". "No ti sbagli, chella è 'a salute". |