Nick: \\WILD Oggetto: Ottobre 2000 Data: 21/6/2003 18.10.43 Visite: 30
Mannaia sulle discoteche, la Camera rinvia Pioggia di critiche da maggioranza e opposizione sul testo di legge presentato in assemblea. Sotto accusa la chiusura anticipata ROMA, 11 OTTOBRE - La legge sulle discoteche non vedrà la luce in questa legislatura: il testo che l'aula della Camera ha appena rinviato in commissione (per un supplemento di indagine) difficilmente potrà essere approvata in questo scorcio di legislatura. Troppe le critiche piovute da ogni parte: una legge proibizionista che otterrà l'effetto contrario di quello voluto. «Identificare la discoteca, la piazza del terzo millennio, come luogo del male è da irresponsabili» ha esordito Teodoro Buontempo (An) Ma il problema delle stragi del sabato sera e di maggiori controlli nei locali e sulle strade ha scatenato in assemblea un dibattito dai toni inconsueti da cui è emersa sincera preoccupazione insieme all'accusa di subire in qualche modo il lobbismo dei gestori. E inusuale è stata la pioggia di critiche che ha visto parlare, quasi con gli stessi accenti, maggioranza e opposizione. Sotto accusa non solo l'orario di chiusura ma anche, ad esempio, l'idea di indicare la temperatura dei locali, uguale in tutta Italia. «Siamo talmente repressivi - ha detto il vicepresidente della Camera Carlo Giovanardi (Ccd) - da prevedere una chiusura alle 3,30 su indicazione degli stessi gestori. Novemila gestori la pensano come me e alcune decine che hanno inquinato il mercato con la trasgressione trovano sempre dei portavoce». Accusa che ha fatto insorgere Buontempo («Lobbisti siete voi») e Alberto Acierno («Mi chiedo quali interessi stai cercando di portare avanti tu»), mentre Luca Volontè (Cdu) si è chiesto «se alcuni emendamenti identici non siano venuti dalla stessa fonte, il sindacato italiano locali da ballo». «Le grida manzioniane non funzionavano quattro secoli fa - ha rincarato Sergio Fumagalli, Sdi - provocheranno nuove distorsioni e nuovi morti». «Una legge stupida» l'ha bollata Marco Taradash. E Franco Giordano capogruppo Prc ha attaccato la maggioranza per aver consentito al dibattito facendo uno strappo alla sessione di bilancio: «Siamo al parossismo della logica proibizionista: i giovani sono considerati solo sotto la logica della sorveglianza e della punizione». Pensare che alle 3 i ragazzi tornino a casa, hanno osservato alcuni deputati, è ingenuo, vuol dire «non capire il mondo in cui si vive». E si è citato Croce: «Questa legge - ha detto Tommaso Foti (An) - è un modo per lavarsi le coscienze per quei fedeli di Croce che sosteneva che l'unico modo di risolvere il problema dei giovani era di farli invecchiare». Districandosi un pò a fatica tra «rave party» e «after hours», («forse noi non sappiamo cosa sono ma i nostri figli sì» ha osservato Enzo Savarese, An) si è lanciata qualche proposta: revisione del codice della strada e certezza di controlli sulla velocità e sull'assunzione di alcolici. L'ipotesi ironica di Piergiorgio Massidda (FI) è di allargare i controlli sul consumo di alcolici alle feste di partito e di paese dove «certo non si beve solo gazzosa». E Luciano Caveri (Uv) ha tirato le orecchie alle mamme rock: «È mai possibile che le mamme invece di parlare con i loro figli e farli rientrare a casa all'ora opportuna debbano chiedere ai consigli regionali o al Parlamento un'ora di chiusura delle discoteche?». (Fonte: La Nazione - 11/10/2000) |