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Sankta

nome:

Bri
eta': 37
Citta'.: Sulla strada per Los Angeles
Descrizione: Che fare allora?Alzerò la faccia al cielo,balbettando e farfugliando
con voce impaurita?Mi scoprirò il petto e lo percuoterò come un tamburo per attirare l'attenzione del mio Cristo?O non è forse più ragionevole che io mi ricopra e continui il cammino?Ci saranno
momenti di confusione e momenti di desiderio, e altri in cui la mia solitudine verrà alleviata solo dalle lacrime che,come uccellini bagnati, cadranno ad ammorbidire le mie labbra aride. Ma ci sarà consolazione e ci sarà bellezza, come l'amore di qualche fanciulla morta. Ci saranno risate soffocate e la quieta attesa della notte e una tenua paura dell'abbraccio avvolgente e derisorio della morte.
E la notte verrà, e con essa i dolci oli delle mie marine, versati su di me da chi ho abbandonato per seguire i sogni della mia gioventù. E io sarò perdonato per questo e per altro, per Vera Rivken, e per l'incessante battere d'ali di Voltaire, affascinante uccello, e perchè mi sono fermato ad osservalo e ad ascoltare il suo canto. Tutto mi sarà perdonato quando farò ritorno alla mia terra sul mare.




"Chiedi alla polvere"

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-M'è accaduto qualcosa, non posso più dubitarne. E' sorta in me come una malattia, non come una certezza ordinaria, non come un'evidenza. S'è insinuata subdolamente a poco a poco; mi sono sentito un pò strano, un pò impacciato, ecco tutto. Una volta installata non s'è più mossa, è rimasta cheta, ed io ho potuto persuadermi che non avevo nulla, ch'era un falso allarme. Ma ecco che ora si espande.
Nella nostra partita noi abbiamo a che fare soltanto sentimenti completi, ai quali diamo nome genrici come Ambizione, Interesse. Tuttavia se avesi un'ombra di coscienza di me stesso questo sarebbe il momento di servirsene.
Stamane in biblioteca, quando l'autodidatta è venuto a darmi il buongiorno, mi sono occorsi dieci secondi per riconoscerlo. Vedevo un volto sconosciuto, semplicemente un volto, E poi la sua mano, come un grosso verme bianco, nella mia mano. L'ho abbandonata subito e il braccio è ricaduto mollemente. Anche nelle strade c'è una quantità di rumori sospetti che strisciano. Dunque in queste ultime settimane si è verificato un cambiamento. Ma dove? E' un cambiamento astratto che posa sul nulla. Sono io che sono cambiato? Se non sono io allora questa camera, questa città, questa natura; bisogna scegliere.-


-Il fatto è che io non sono più libero.-



-Io vedo l'avvenire. E' là posato sulla strada, appena un pò più pallido del presente. Che bisogno ha di realizzarsi? Che ci guadagna? La vecchia s'allontana zoppicando, si ferma, si tira su una ciocca grigia che le sfugge dal fazzoletto. Cammina, era là, ora è qui... non so più come sia: li vedo, i suoi gesti, o li prevedo? Non distinguo più il presente dal futuro, e tuttavia la cosa continua,si realizza a poco a poco; la vecchia avanza per la via deserta, sposta le sue grosse scarpe da uomo. Questo è il tempo, nè più nè meno che il tempo, giunge lentamente all'esistenza, si fa attendere, e quando viene si è stomacati perchè ci si accorge che era lì già da un pezzo.-




-Il passato è un lusso da proprietari. Ed io dove potrei conservare il mio? Non ci si può più mettere il passato in tasca; bisogna avere una casa per sistemarvelo. Io non possiedo che il mio corpo; un uomo completamente solo, col suo corpo soltanto, non può fermare i ricordi, gli passano attraverso.-




-L'essenziale è la contingenza. Voglio dire che, per definizione, l'esistenza non è la necessità. Esistere è essere lì, semplicemente : gli esistenti appaiono, si lasciano incontrare ma non li si può mai dedurre. C'è qualcuno, credo, che ha compreso questo. Soltanto ha cercato di sormontare questa contingenza inventando un essere necessario e causa di sé. Orbene, non c'è alcun essere necessario che può spiegare l'esistenza : la contingenza non è una falsa sembianza, un'apparenza che si può dissipare; è l'assoluto, e per conseguenza la perfetta gratuità. Tutto è gratuito, questo giardino, questa città, io stesso. E quando vi capita di rendervene conto, vi si rivolta lo stomaco e tutto si mette a fluttuare... ecco la Nausea-

-Tutto è di troppo.-


-Some of these days,you'll miss me honey.-




"La Nausea"



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"La cosa più importante che avevo imparato su Tralfamadore è che quando una persona muore, muore solo in apparenza.Nel passato è ancora viva, per cui è veramente sciocco che la gente pianga al suo funerale.Passato presente e futuro sono sempre esistiti e sempre esisteranno.I tralfamadoriani possono guardare i diversi momenti come noi guardiamo un tratto delle Montagne Rocciose.Possono vedere come tutti i momenti siano permanenti e guardare ogni momento che gli interessa.E' solo una nostra illusione di terrestri credere che a un momento ne segue un altro, come nodi su una corda, e che quando un istante sia passato sia passato per sempre.
Quando un tralfamadoriano vede un cadavere, l'unica cosa che pensa è che il morto in quel momento, è in cattive condizioni, ma che la stessa persona sta benissimo in un grand numero di altri momenti.Oggi anch'io, quando sento dire che è morto qualcuno, alzo le spalle e dico ciò che i tralfamadoriani dicono dei morti,e cioè: <Così va la vità>"




"Mattatoio n.5"

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Egli mi ama, non ama le mie budella, se gli facessero vedere la mia appendice in un boccale non la riconoscerebbe, non fa che smaneggiarmi, ma se gli mettessero il boccale in mano non sentirebbe niente dentro di sè, non penserebbe: "è roba sua"; bisognerebbe che si potesse amare tutto d'una persona, l'esofago, il fegato e gl'intestini. Forse non li amiamo per mancanza d'abitudine se li vedessimo come si vedono le mani e le braccia forse li ameremmo; dunque le stelle marine si amano tra loro meglio di noi; si distendono sulla spiagga quando c'è il sole e tirano fuori lo stomaco per fargli prendere aria e tutti possono vederlo; chissà da dove potremmo tirar fuori il nostro, forse dall'ombelico.


Sartre, Intimità

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" La gente si preoccupa perchè i ragazzini giocano con le armi, perchè gli adolescenti guardano film violenti;c'è la paura che nei giovani finisca per imporsi una specie di cultura della violenza. Nessuno si preoccupa dei ragazzini che ascoltano migliaia di canzoni - migliaia, letteralmente - che parlano di cuori spezzati, e abbandoni e dolore e sofferenza e perdita. Le persone più infelici che conosco, dico in senso amoroso, sono anche quelle pazze per la musica pop; e non sono sicuro che la musica pop sia stata la causa della loro infelicità, ma so per certo che sono persone che hanno ascoltato canzoni tristi più a lungo di quanto non siano durate le loro tristi storie"

( Alta fedeltà - Nick Hornby )

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Arturo Bandini.


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