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Meridien

nome:

Gianmaria
eta': 51
Citta'.: napoli
Descrizione: Non voglio essere il bianco indifferente
il nero minaccioso
l'ambiguo giallo
il rosso istintivo
voglio essere olivastro
e che nessuno possa dire
è cosà  o cosà 
voglio stare nel mezzo
tra il cielo e la terra
tra l'incudine e il martello

Smussate dunque le mie asperità, 
limate i miei spigoli
rendetemi liscio come l'olio
usate la pialla
la carta vetrata
fatemi dire di si
ogni volta che sono per il no

Spogliato dà ogni sentimento,
vago solitario aspettando il mio momento,
intanto vedo strapparsi pezzi dal mio passato,
lo immagino sgretolarsi in un ammasso di macerie.
Anni trascorsi pensando a cosa avrei fatto del mio futuro,
mentre scrivo mi scende sulla faccia una lacrima
che insieme alla polvere dei miei ricordi
traccia sul mio volto un tracciato al mio domani.
Ma ormai è tardi e non si può fermare,
cosi' come un fuoco non può evitare di bruciare.
Senza paura tenterò
e poi riuscirò a portare a termine i miei progetti,
per il quali esigo gran rispetto.
Rinchiuso in questa stanza ore ed ore
senza averne mai abbastanza,
con costanza.




Era un progetto meraviglioso…il mondo doveva essere di tutti gli uomini e di tutte le donne e tutti dovevano vivere come fratelli e sorelle. Ma l’uomo lo ha diviso, ha stabilito confini, ha creato frontiere, dimenticando che anche gli altri esistono ed hanno diritto di esistere. Ha costruito città per ricchi e sobborghi, favelas, bidonvilles per i poveri. Ha creato il primo, il secondo, il terzo ed il quarto mondo. Ha diviso la Terra in Nord e Sud. Ha costretto il povero a vivere dei rifiuti della sua ricchezza, a lavorare per i suoi guadagni…”

Sia in Africa come in America Latina il grido dei poveri si fa sempre più lancinante. In particolare l’Africa vive una situazione drammatica. Il grido dei poveri insieme a quello della Terra, altrettanto malata e ferita, si fa sempre più stridente. Grido dei poveri, grido della Terra! E’ questo il crimine maggiore dell’umanità, è questo il grande peccato.


E’ la logica dell’homo homini lupus: siamo lupi gli uni per gli altri. Abbiamo sacrificato al nuovo Moloch del denaro milioni di esseri umani, perché abbiamo dato priorità alla merce, al mercato, non alle persone, non alla vita. La vita della Terra, intesa come “Gaia”, grande madre, vita per i poveri, vita per ogni uomo. Vita!


Non era questo il progetto del Figlio dell’uomo quando stava tra noi? Non era suo scopo portare Vita, dare Vita, Vita in abbondanza? E’ questo quello che i teologi del III Mondo riuniti a Nairobi hanno colto con un inno alla vita:
“grida, grida, grida Vita!”


I corpi possono morire. Lo Spirito non muore mai.
Grida, grida, grida Vita!


Perché la Vita vinca chiediamo che l’apparato tecnico-scientifico rispetti e valorizzi il pensiero, la tenerezza, la compassione. Senza pensiero la vita muore. Solo una cultura della vita che parta dai più fragili potrà progettare un’economia umana, sociale, ecologica e planetaria. Dalle favelas del Brasile alle baraccopoli di Nairobi è il grido dei poveri che ci spinge a parlare. E’ la loro sete di Vita che ci spinge a denunciare questo sistema di morte, a condannare le strutture di peccato perché vengano trasformate in strutture di grazia.
Grida, grida, grida Vita!



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Pagina visitata 14482 volte, ultimo aggiornamento : 16/09/2006 - 18.30
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