Descrizione:
Oggi ci pare più cupa l’essenza naturalistica delle cose. O mi pare più greve parlarti di cime d’albero o fiori o pistilli sfarinati al sole della primavera. Oggi mi pare più greve parlarti di primavera, o meglio rimanere taciturno nell’attesa della tua parola ruffiana. “Hai il capo chino” mi parve di sentire, o forse dicevi ridendo una cosa insofferente al mio orecchio malandato. Sono muto! Il rimprovero che muovi come lancia verso il nemico al galoppo. Le parole le ho smarrite nel sentiero che porta alla boscaglia, quel luogo selvaggio promessoti in giovinezza. M’è rimasto un suono sgarbato, un singulto da enciclopedia. Fanne ciò che vuoi nel marasma del chiasso senza senso.