Descrizione:
pecco ergo sum
I believe in this nature all i am is her creature
Presentarmi con parole mie. L'ho fatto tante volte quando ero a scuola. Ognuno di noi a turno doveva mettersi di fronte alla nuova classe e presentarsi. Era una cosa che odiavo. O meglio, più che odiarla non ne vedevo il senso. Che potevo saperne io di me stesso? Ero proprio io quel personaggio che riuscivo a percepire con la mia coscienza? Proprio come quando uno non riconosce la propria voce incisa su un registratore, mi chiedevo sempre se l'immagine che percepivo di me stesso non fosse un'immagine distorta che mi ero fabbricato su misura. Ogni volta che ero costretto a presentarmi davanti alla classe, mi alzavo in piedi con una sensazione di disagio. Mi sembrava di essere un truffatore. Per questa ragione cercavo sempre di dire solo fatti oggettivi,evitando interpretazioni o commenti: Ho un cane, mi piace nuotare, non mi piace il formaggio eccetera. Malgrado ciò provavo lo stesso la sensazione di star parlando dei fatti immaginari di una persona immaginaria. Anche quando ascoltavo gli altri, mi sembrava che parlassero tutti di qualcuno che non erano loro. Comunque, ci proverò lo stesso. Cominciando dall'inizio. Adesso il formaggio mi piace. Non ricordo quando, ma ad un certo punto ha cominciato a piacermi. Il mio cane fu colpito da un acquazzone nell'anno che entrai alle medie, e morì di polmonite. Da allora non ho più posseduto un cane. Nuotare mi piace ancora. Fine. Ma le cose non finiscono così semplicemente. La vita richiede più dati. Per tracciare un quadro preciso occorrono più elementi. Altrimenti, non si ottiene risposta. Risposta impossibile causa insufficienza dati. Premere il tasto "Annulla".
Solo il botto e lo sferragliare mentre un angelo cade sulla Terra
Sembra quasi che se metti la musica (e i libri, probabilmente, e i film, e il teatro, e qualsiasi cosa procuri emozioni) al primo posto, non riuscirai mai a chiarire la tua vita amorosa, e non arriverai mai a considerarla come un prodotto finito. Ci troverai sempre qualcosa da ridire, starai sempre in subbuglio, e continuerai a criticare e a cercare di dipanare la matassa finchè non va tutto a rotoli e devi ricominciare daccapo. Forse noi viviamo troppo protesi verso un apice, dico noi che assorbiamo emozioni da mattina a sera, e di conseguenza non riusciamo mai a sentirci semplicemente contenti: noi dobbiamo essere o disperati, o al settimo cielo, e questi sono stati d'animo difficili da raggiungere in una relazione stabile e solida. Forse i Beatles sono più responsabili di molte più cose di quante mi sia mai resa conto.
"Forse, più che le mie abilità, farei prima a elencare le cose che non so fare. Non so cucinare, nè fare pulizie. Non so tenere in ordine, e ho la tendenza a perdere le cose. Amo la musica ma sono stonata. Per le attività manuali sono negata, non so neanche piantare un chiodo. Il mio senso dell'orientamento è un disastro e confondo regolarmente destra e sinistra. Ho la tendenza, quando mi arrabbio, a fare a pezzi tutto quello che trovo. Piatti, matite, sveglie. Dopo me ne pento, ma sul momento non riesco a controllarmi. Non ho una lira da parte. Sono timida senza ragione, e non ho quasi amici".
- Stasera hai il viso stranamente sereno
- Beh, ho messo la matita verde...
Tutta la strada che abbiamo fatto assieme era musica, musica, musica e lei sapeva veramente cosa si deve dire. Era un mito poter parlare di musica con una ragazza che se ne intende proprio. Nella mia scuola non ce n'erano, oddio, probabilmente ci saranno state ma non le avevo mai incontrate. Voglio dire, loro sanno chi sta in classifica e cazzate varie, ma quando parli di quell'ellepì ti guardano come un marziano. Mi sono gasato di brutto quando Steve Harley non l'abbiamo trovato neanche a Tollcross e abbiamo dovuto andare a piedi fin giù nel Southside e dopo ancora su, fino alla fine del Leith Walk prima di trovare finalmente una copia. Ho pensato che il suo nome, Sabrina, era molto carino, però non mi è piaciuto quando mi ha detto che la chiamano Sab. Sabrina mi piaceva di più. Più esotico e misterioso, non assomigliava troppo al nome di una macchina, gli ho detto. A questo punto qui sapevo che non avevo voglia, con Sabrina, di parlare solamente di musica, volevo che facevamo l'amore.
(Colla) |