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:^DreW^:

nome:

Andrea
eta': 43
Citta'.: Portici
Descrizione:



ciao a tutti!

My name is DreW
devo ammettere che è un po' difficile descriversi...

Sono un Napoletano D.O.P. e amo tantissimo la mia Napoli.
Amo il cinema e la musica, sono alto, biondo e ho gli occhi azzurri (grazie mamma!!!) sono simpatico e con me non ci si annoia di sicuro! beh, non posso dirvi tutto, altrimenti che sfizio c'è? se volete approfondire, basta contattarmi...


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La lettera

Da Totò, Peppino e la malafemmena

Signorina (intestazione autonoma)
veniamo noi con questa mia addirvi, addirvi una parola, che, scusate se sono poche ma 700 mila lire ;a noi ci fanno specie che quest'anno, una parola, c'e' stata una grande moria delle vacche come voi ben sapete . : questa moneta servono a che voi vi consolate dei dispiacere che avreta… e già è femmina… perche' dovete lasciare nostro nipote che gli zii che siamo noi medesimi di persona vi mandano questo perche' il giovanotto e' uno studente che studia che si deve prendere una laura che deve tenere la testa al solito posto cioe' sul collo . ; . ;
salutandovi indistintamente
i fratelli Caponi (che siamo noi)

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www.cineforumportici.too.it

il sito ufficiale del cineforum di Portici


Raccontino di Paulo Coelho inedito e tradotto dallo spagnolo.

Un uomo, il suo cavallo e il suo cane se ne andavano lungo una strada ma, mentre passavano vicino a un albero enorme, cadde un fulmine e i tre morirono di colpo. L’uomo, tuttavia, non si rese conto di aver abbandonato questo mondo, perciò proseguì il cammino con i due animali (a volte i morti ci mettono un po’ prima di essere coscienti della loro nuova condizione...).
La strada era ampia e un po’ in salita, il sole era molto forte ed essi erano sudati e assetati. Oltre una curva videro un magnifico portale di marmo che conduceva a un piazzale pavimentato con piastrelle d’oro, al centro del quale c’era una fonte di acqua cristallina. L’uomo allora si rivolse al guardiano che si trovava all’ingresso e gli disse:
"Buongiorno."
"Buongiorno", rispose il guardiano.
"Come si chiama questo luogo così bello?"
"Questo è il Cielo."
"Che fortuna, essere arrivati in Cielo, visto che siamo così assetati!"
"Lei può entrare e bere tutta l’acqua che vuole" disse il guardiano indicando la fonte.
"Ma anche il mio cavallo e il mio cane hanno sete!"
"Lo vedo bene, però qui non è permesso l’ingresso agli animali".
L’uomo si rialzò, disgustato: aveva, è vero, tantissima sete, però non voleva bere da solo. Ringraziò il guardiano e proseguì il cammino. Dopo un altro lungo tratto di strada, ormai esausti, arrivarono in un altro luogo, la cui entrata era marcata da una vecchia porticina che dava su un sentiero di terra fiancheggiato da alberi. All’ombra di uno di questi alberi, era seduto un uomo.
Aveva il capo coperto da un sombrero e probabilmente stava dormendo.
"Buongiorno." Disse il viandante. L’uomo rispose con un cenno del capo.
"Abbiamo molta sete, il mio cavallo, il mio cane e io."
"Tra quelle rocce c’è una fonte." - Disse l’altro indicando la direzione.
"Potete bere tutta l’acqua che volete." I tre finalmente si dissetarono e il viandante andò a ringraziare l’uomo.
"Potete venire tutte le volte che volete." Rispose quello.
"A proposito," - chiese il viandante, "come si chiama questo luogo?"
"Cielo."
"Cielo? Ma il guardiano del portale di marmo mi ha detto che il Cielo era quello!"
"Quello non era il Cielo, ma l’inferno."
Piuttosto perplesso, il viandante ribatté¨: "Dovrebbe essere proibito usare il vostro nome! Una simile falsa informazione deve causare molta confusione!"
"No, in nessun modo. In realtà ci fanno un gran favore, perché là restano tutti coloro che sono capaci di abbandonare i loro migliori amici."

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Andrea aveva un amore, riccioli neri
Andrea aveva, aveva un dolore, riccioli neri.
...
E Andrea l’ha perso, ha perso l’amore, la perla più rara...
E Andrea ha in bocca, ha in bocca un dolore, la perla più scura.

...io ti dico che è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati...

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MARZO
(di Salvatore Di Giacomo)

Marzo: nu poco chiove
e n’ato ppoco stracqua:
torna a chiovere, schiove,
ride ‘o sole cu ll’acqua.
Mo nu cielo celeste,
mo n’aria cupa e nera:
mo d’’o vierno ‘e tempesta,
mo n’aria ‘e primmavera.
N’ auciello freddigliuso
aspetta ch’esce ‘o sole:
ncopp’’o tturreno nfuso
suspireno ‘e vviole.
Catarì!…Che buo’ cchiù?
Ntiénneme, core mio!
Marzo, tu ‘o ssaie, si’ tu,
e st’ auciello songo io.



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Pagina visitata 1755 volte, ultimo aggiornamento : 08/06/2006 - 15.06
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