Descrizione:
Non un'anima vile è la mia Non un'anima pavida nel cielo burrascoso del mondo Vedo splendere le gioie del Paradiso E la Fede s'erge ferma a sostenermi contro la Paura.
Oh, Dio dentro il mio petto Onnipotente onnipresente Divinità Vita, che in me trovi dimora Come io trovo forza in Te, Vita Immortale.
Vane sono le migliaia di fedi Che muovono i cuori umani, indicibilmente vane, Incapaci, come malerba avvizzita Oh come oziosa spuma sul mare sconfinato,
A risvegliare il dubbio in colui Che si regge saldamente alla tua immensità Ancorato con vera sicurezza Al solido scoglio dell'Immortalità.
Come avvolgente amore Il tuo spirito anima gli anni eterni Li pervade e li protegge, Li muta, li sostiene, li disfa, li crea, li eleva.
Anche se Terra e Luna dovessero scomparire E i soli e gli universi cessare di esistere E tu solo restassi Ogni esistenza esisterebbe in te.
Non c'è spazio per la Morte Né atomo che renda vano il suo potere Poiché tu sei Essere e Respiro E ciò che tu sei mai potrà venire distrutto.
Emily Bronte "Non un'anima vile è la mia"
Chere: rappresentano il Destino che segue ogni uomo fin dal momento della sua nascita, ma particolarmente il genere di morte che deve toccargli in sorte, e si trovano perciò al fianco di ogni eroe al momento della morte durante le battaglie e le guerre. Sono nominate particolarmente nell'Iliade, dove vengono rappresentate come creature nere, con grandi ali, denti aguzzi e appuntiti, unghie lunghe e artigliate, con cui straziano i cadaveri. Si nutrono del sangue dei morti e dei feriti, ed hanno un ampio mantello nero chiazzato di sangue. Sono figlie di Nyx (Notte), e sono spesso confuse con altre divinità analoghe, come le Moire e le Erinni. Nella tradizione popolare erano identificate con le anime malvagie dei morti, che devono essere placate con sacrifici. |