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Astolfino

nome:

BriganteAstolfo
eta': 42
Citta'.: Pisa/Benevento
Descrizione: Ciao a tutti,
sono Astolfo per tutti coloro che si presentano dicendo di essere Astemi!!?!
Che dire di me…bhè, sono nato 24 anni fa nella grande capitale (NAPOLI!) e tutt’ora mi sento legato ad essa e soprattutto alla gente schietta e simpatica come credo di essere anch’io!!!
Studio a Pisa e sono al 5° anno d’informatica…
Per il resto, oltre a studiare, soprattutto per non annoiarmi, mhà proprio, suono e canto tammurriate e pizziche in un gruppo popolare, Le Mescolanze e/o Aranea, qui a Pisa…oltre a suonare in piazza quando non fa freddo e soprattutto non piove!!!
Che altro devo dirvi…chiedetemelo e ve lo dirò, sempre se posso dirlo…whaaahwhawhwhawhah…!?!?!?







Preferisco parlare quando ho qlcosa da dire piuttosto che farlo x riempire il silenzio che ci circonda...






F O R Z A N A P O L I













» Il Testamento Di Tito «
(Fabrizio De André

Non avrai altro Dio all'infuori di me spesso mi hai fatto pensare;
genti diverse venute dall'est dicevano che in fondo era uguale:
credevano ad un altro diverso da te, non mi hanno fatto del male,
credevano ad un altro diverso da te, non mi hanno fatto del male.
Non nominare il nome di Dio, non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco gridai la mia pena ed il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato, non ascoltò il mio dolore;
ma forse era stanco, forse troppo lontano, davvero lo nominai invano.
Onora il padre ed onora la madre, e onora anche il loro bastone:
bacia la mano che ruppe il tuo naso perche' le chiedevi un boccone.
Quando a mio padre si fermo' il cuore, non ho provato dolore,
quando a mio padre si fermo' il cuore, non ho provato dolore.
Ricorda di santificare le feste, facile per noi ladroni,
entrare nei templi che rigurgitano salmi di schiavi e dei loro padroni,
senza finire legati agli altari sgozzati come animali,
senza finire legati agli altari sgozzati come animali.
Il quinto dice "non devi rubare", e forse io l'ho rispettato
vuotando in silenzio le tasche gia' gonfie di quelli che avevan rubato:
ma io senza legge rubai in nome mio, quegli altri nel nome di Dio,
ma io senza legge rubai in nome mio, quegli altri nel nome di Dio.
Non commettere atti che non siano puri, cioe' non disperdere il seme...
Feconda una donna ogni volta che l'ami cosi' sarai uomo di fede.
Poi la voglia svanisce ed il figlio rimane e tanti ne uccide la fame.
Io forse ho confuso il piacere e l'amore ma non ho creato dolore.
Il settimo dice "non ammazzare se del cielo vuoi essere degno",
guardatela oggi questa legge di Dio tre volte inchiodata nel legno.
Guardate la fine di quel Nazzareno, un ladro non muore di meno!
Guardate la fine di quel Nazzareno, un ladro non muore di meno!
Non dire falsa testimonianza ed aiutali ad uccidere un uomo...
Lo sanno a memoria il diritto Divino, ma scordano sempre il perdono.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no non ne provo dolore,
ho spergiurato su Dio e sul mio nome e no non ne provo dolore.
Non desiderare la roba degli altri, non desiderarne la sposa...
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi che hanno una donna e qualcosa...
Nei letti degli altri gia' caldi d'amore non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non e' gia' finita, sta' sera v'invidio la vita.
Ma adesso che viene la sera ed il buio, mi toglie il dolore dagli occhi.
E scivola il sole al di la' delle dune a violentare altre notti:
io nel vedere quest'uomo che muore, madre io provo dolore;
nella pieta' che non cede al rancore, madre ho imparato l'amore









Canzone Dalla Fine Del Mondo



Ho sognato che il vento dell'ovest mi prendeva leggero per mano,

E mi posava alla fine del mondo tra isole e terre lontane

Camminavo al tuo fianco sul molo guardavamo le barche passare,

mi cantavi una musica dolce più dolce del canto del mare

L'orchestra suonava "The blackbird" nel bar sulla strada del porto,
i pescatori gridavano forte fra il vino, la birra e le carte
raccontavi le storie di viaggi, di strade e di amici caduti,
di amori incontrati lontano e di amori che il tempo ha perduto

E i giorni correvano e il tempo nel sogno volava,

stringevo la donna delle isole, ballavamo leggeri nell'aria

e i giorni passavano e l'oceano li stava a cullare

e il vento alla fine del mondo portava un canto del mare


Seduti fra pietre e brughiere guardavamo i gabbiani volare,
raccontavi la storia del bimbo che un giorno scappò con le fate
ma il vento dell'ovest chamava ed il cielo d'Irlanda svaniva,
mi svegliai in una stanza deserta ubriaco mentre il sogno finiva
E i giorni che passano sono lunghi e coperti di nero
mi trascino perduto nei vicoli a maledire una terra straniera
e i giorni son secoli aspettando di poter tornare
di nuovo la fine del mondo cullato dal canto del mare












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Pagina visitata 13689 volte, ultimo aggiornamento : 24/08/2005 - 03.24
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