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darkangel77

nome:

DarkAngel
eta': 46
Citta'.: Napoli
Descrizione: Lui è il cielo senza nuvole
Lui è tutto quello di cui avrei bisogno x vivere
E io vorrei essere tutto quello che lo renderebbe felice
I suoi occhi verdi illuminano il mondo
E quando sorride mi sembra dolce anche la morte
Lui è fantasia lui è l’unica cosa che conta
Non mi vuole e io non riesco a capacitarmene
Dice di aspettare e io voglio farlo ma…
Cosa ci sarà dopo questa lunga attesa?
Perché non vuoi essere mia?
Perché non vuoi innalzarti con me verso luoghi dove non c’è gravità
Perché vuoi rimanere appesa ad una storia morta?
Corri da me
Voliamo insieme lì dove tutto è blu
Lì nell’immensità
Dove il tuo senso d’inquietudine sarà sostituito dalla gioia che ti darò
A che servono queste mie parole?
A nulla? Chissà…intanto io continuo a sperare
Nell’avvicinarsi delle due rette parallele
Non è impossibile basta che tu lo voglia
Fuggiamo insieme e saremo felici
Dammi la mano e via lontano dove nessuno potrà farci del male
Dove tutto è colorato
Dove ogni cosa è amore
L’amore che sento nascere dentro me pian piano
Ogni giorno di più solo che ti guardo solo che mi sorridi
Stai con me e ti prometto i momenti più belli e intensi della tua vita.
Vivi con me….....




Passeggiavi per le stanze della casa vuota,
guardando la fine di ogni nostra notte,
il cielo terso e le stelle indifese,
la luna opaca protetta dalle nuvole.
Ogni ricordo rinchiuso nella memoria,
ogni volta che dicevi il mio nome,
la terra sembrava aprirsi e rompere i sigilli di ogni porta,
tu percorrevi infiniti corridoi senza ostacoli.
Le parole pronunciate sono andate in fumo,
il fuoco ha logorato le pareti dei nostri sogni,
dolce ragazza, ricordo ancora il giorno del nostro addio.
Il sole giaceva in un giaciglio di spine e di giunchi,
la città affamata chiedeva i nostri cuori,
una ragazza guardava oltre l’orizzonte,
le sue labbra si incresparono come il mare.
Ogni estremità della terra vuol congiungersi,
ogni segmento che allontana è una strada infinita,
e adesso tutto riparte da qui,
adesso tutto riparte da qui.
Credimi, non c’è nulla di sbagliato nelle lacrime,
ogni goccia è come una bugia che cade sulla terra,
piccola ragazza, ricordo ancora il giorno del nostro addio.
I sentieri si lacerarono sotto i nostri piedi,
le tue scarpe non erano più le mie scarpe,
mentre ogni secondo qualcuno sta nascendo,
mentre il mondo continua a vivere,
tu non ci sei più e non odo nulla.
I silenzi sono spirali tossiche che si insinuano tra gli amanti,
quando ci si parla e le parole si confondono,
tutto è privo di senso e non te ne accorgi.
Dolce ragazza, ricordo ancora il giorno del nostro addio.
Passeggiavi per le stanze della casa vuota,
guardando la fine di ogni nostra notte,
il cielo terso e le stelle indifese,
la luna opaca protetta dalle nuvole.
Credimi, non c’è nulla di sbagliato nelle lacrime,
ogni goccia è come una bugia che cade sulla terra,
piccola ragazza, ricordo ancora il giorno del nostro addio.
Ricordo ancora come dicevi il mio nome.




Vorrei parlarti di tutte le cose che non ti ho mai detto,
ogni volta ero sul punto di dirle e fissavo il punto,
la lingua s’accartocciava come le foglie in autunno,
stendevo il mio corpo sul letto e il pensiero divagava.
Sentivo dentro il mio cuore marcio,
un pugno ben assestato e il ventre sobbalzare,
sentivo la gola bruciare come se avessi bevuto olio,
ed era veleno, era siero, era petrolio.
Vorrei parlarti di tutte le cose che conosco,
ogni volta ero sul punto di mostrarle ma dicevo:” Niente”,
lo so che sembra tutto pieno o tutto vuoto,
che questa è una stagione che ne contiene altre,
invitarti a una festa o girare su una giostra,
stare di fronte la tua finestra o guardarti dormire,
ridere di un errore o piangere di commozione,
ascoltare il brano tredici e pregare di morire.
Vorrei spiegarti come possono ferire le parole,
piegare lo stelo di un fiore e vederlo appassire,
chiamare la tua donna con un altro nome,
volgere lo sguardo verso un altro viso e arrossire.
Lo so che sembra tutto pieno o tutto vuoto,
che questa è la traccia numero sei di un disco infinito,
tu che sei il mio ennesimo passo,
lo spazio che intercorre tra ogni dito,
mostrami il limite tra un ‘opera originale e il suo falso.
Mostrami cosa differenzia l’uomo rabbioso da quello gentile.
Vorrei inoltre ascoltare le voci del mondo,
esser foce , delta e una goccia delle tue acque,
ingoiare la tua saliva senza soffocare,
giocare la partita a scacchi e vincere.
Vorrei parlarti di tutte le cose che non ti ho mai detto,
illuderti mostrando l’eclissi e cantando i bei versi,
sono sonetti di un amore oscuro,
nero come il tramonto coperto dal mantello della nebbia,
le notti riservano strane sorprese e tu sei meno di ieri.
E se vibrassi come note di una viola,
se mi smarrissi in una strana cassa di marmo,
se dovessi all’improvviso sentirti sola,
sarà il momento di abbandonarti al sonno sul mio palmo.
E se giacessi tra il tuo corpo e il letto,
se potessi possedere il giorno e suo fratello,
so che non cercherei risposte in uno specchio,
né rivendicherei diritti con un anello.
Mostrami la lontra e il pavone,
l’incedere contro le miserie del mondo,
distruggo l’egoismo e l’onore,
vado , senza paura, fino in fondo.

E se vibrassi come note di una viola,
se mi smarrissi in una strana cassa di marmo,
se dovessi all’improvviso sentirti sola,




Siamo i figli di Babilonia,
ogni sorriso, ogni giorno, ogni sospiro,
è il richiamo della carne e del mosto.
Siamo i condannati felici,
ciò che cambia non è mai la radice,
è sinonimo di grigio o verde,
non è mai un solo colore.
Siamo nati dal fuoco di Babilonia,
cornici instabili di ritratti ingannevoli,
è il segno dell’accettazione.
Siamo gli amanti esplosi,
ogni stralcio di noi è gettato ai cani,
è sinonimo di catarsi e croce,
non è mai una sola definizione.
Siamo come inutili pesci,
il popolo chiede le nostre teste,
siamo muti e ciechi,
il popolo chiede le nostre teste.
Doniamo i nostri nomi alle loro bestie,
doniamo i nostri ventri ai loro figli,
doniamo i nostri seni per le loro serpi.
Siamo nati dagli scarti di tutte le cose,
ogni parte di noi porta in sé una cicatrice anomala,
siamo gli stranieri che calpestano terra incolta,
lasciamo i sepolcri vuoti e i cuori infranti.
Siamo i figli di Babilonia,
preghiamo il nostro asino e la capra,
siamo il compromesso di due idee,
il centro tra due estremi.
Siamo i condannati felici,
ciò che cambia non è mai la forma,
è sinonimo di grigio o verde,
non è mai un solo colore.
Siamo nati dal dolore di Babilonia,
creature perverse e orribili,
uomini e donne senza Dio,
odoriamo di amplesso e di vino.
Siamo l’ultimo spasmo di un morente,
il piacere supremo appena raggiunto,
la differenza tra la linea e un punto,
l’escremento che mai puzzerà.
Doniamo i nostri nomi alle loro bestie,
doniamo le nostre case ai loro figli,
doniamo i pensieri a chi ne è privo,
doniamo i nostri seni per loro serpi.
Siamo e saremo sempre i figli di Babilonia,
coloro che nascono dalle fiamme dei loro occhi,
amanti e stranieri nelle nostre terre,
lasciamo i sepolcri vuoti e i cuori infranti.


vorrei averti qui per poter sorridere ancora a quello sguardo malinconico e sognante , di te mi è rimasto soltanto un dolce ricordo , ricordo che vivrà per sempre nel mio cuore insieme alla speranza , hai distrutto le mie emozioni , era troppo grande quella barriera di ghiaccio che ci divideva , per un attimo ho pensato di sfiorare le tue mani sotto la luce delle stelle , tutto mi parla di te , anche se non è stato possiblie , porterò per sempre dentro di me il ricordo di quel ragazzo che ha fatto così tanto piangere il mio cuore!




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