Un grande saluto a tutte le milanesi: SIETE LE PIU BELLE!!!!!!!!!!!!!!!!
Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma son mille papaveri rossi
lungo le sponde del mio torrente voglio che scendano i lucci argentati non più i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente
così dicevi ed era inverno e come gli altri verso l'inferno te ne vai triste come chi deve il vento ti sputa in faccia la neve
fermati Piero , fermati adesso lascia che il vento ti passi un po' addosso dei morti in battaglia ti porti la voce chi diede la vita ebbe in cambio una croce
ma tu no lo udisti e il tempo passava con le stagioni a passo di giava ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di primavera
e mentre marciavi con l'anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore
sparagli Piero , sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue
e se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire ma il tempo a me resterà per vedere vedere gli occhi di un uomo che muore
e mentre gli usi questa premura quello si volta , ti vede e ha paura ed imbraccia l'artiglieria non ti ricambia la cortesia
cadesti in terra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che il tempo non ti sarebbe bastato a chiedere perdono per ogni peccato
cadesti interra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato un ritorno
Ninetta mia crepare di maggio ci vuole tanto troppo coraggio Ninetta bella dritto all'inferno avrei preferito andarci in inverno
e mentre il grano ti stava a sentire dentro alle mani stringevi un fucile dentro alla bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al sole
dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi.
Ricordi sbocciavan le viole con le nostre parole "Non ci lasceremo mai, mai e poi mai",
vorrei dirti ora le stesse cose ma come fan presto, amore, ad appassire le rose così per noi
l'amore che strappa i capelli è perduto ormai, non resta che qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza.
E quando ti troverai in mano quei fiori appassiti al sole di un aprile ormai lontano, li rimpiangerai
ma sarà la prima che incontri per strada che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato, per un amore nuovo.
E sarà la prima che incontri per strada che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato, per un amore nuovo.
Fila La Lana
Nella guerra di Valois il Signor di Vly è morto, se sia stato un prode eroe non si sa, non è ancor certo.
Ma la dama abbandonata lamentando la sua morte per mill'anni e forse ancora piangerà la triste sorte.
Fila la lana, fila i tuoi giorni illuditi ancora che lui ritorni, libro di dolci sogni d'amore apri le pagine al suo dolore.
Son tornati a cento e a mille i guerrieri di Valois, son tornati alle famiglie, ai palazzi alle città.
Ma la dama abbandonata non ritroverà il suo amore e il gran ceppo nel camino non varrà a scaldarle il cuore.
Fila la lana, fila i tuoi giorni illuditi ancora che lui ritorni, libro di dolci sogni d'amore apri le pagine al suo dolore.
Cavalieri che in battaglia ignorate la paura stretta sia la vostra maglia, ben temprata l'armatura.
Al nemico che vi assalta siate presti a dar risposta perché dietro a quelle mura vi s'attende senza sosta.
Fila la lana, fila i tuoi giorni illuditi ancora che lui ritorni, libro di dolci sogni d'amore chiudi le pagine sul suo dolore.
La Città Vecchia
Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi ha già troppi impegni per scaldar la gente d'altri paraggi, una bimba canta la canzone antica della donnaccia quello che ancor non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia.
E se alla sua età le difetterà la competenza presto affinerà le capacità con l'esperienza dove sono andati i tempi di una volta per Giunone quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione.
Una gamba qua, una gamba là, gonfi di vino quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino li troverai là, col tempo che fa, estate e inverno a stratracannare a stramaledire le donne, il tempo ed il governo.
Loro cercan là, la felicità dentro a un bicchiere per dimenticare d'esser stati presi per il sedere ci sarà allegria anche in agonia col vino forte porteran sul viso l'ombra di un sorriso tra le braccia della morte.
Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone forse quella che sola ti può dare una lezione quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie. Quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie.
Tu la cercherai, tu la invocherai più di una notte ti alzerai disfatto rimandando tutto al ventisette quando incasserai dilapiderai mezza pensione diecimila lire per sentirti dire "micio bello e bamboccione".
Se ti inoltrerai lungo le calate dei vecchi moli In quell'aria spessa carica di sale, gonfia di odori lì ci troverai i ladri gli assassini e il tipo strano quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano.
Se tu penserai, se giudicherai da buon borghese li condannerai a cinquemila anni più le spese ma se capirai, se li cercherai fino in fondo se non sono gigli son pur sempre figli vittime di questo mondo.