Descrizione:
...
(venerdì 27 gennaio 2006, 3:39)
E infine, t'ho seguita, anche qui... come un predatore silente, troppo vecchio, logorato dalle troppe battaglie, stanco di darti la caccia, non mi resta altro... silente ti proteggerò dall'oscurità... seguendoti con lo sguardo, dal palazzo più alto al vicolo più buio.
Non temere alcun male, finchè madre Luna brillerà alta nel cielo io ci sarò.
A presto Bambina.
[Tratto da "Diari di un Licantropo"]
(venerdì 27 gennaio 2006, 3:49)
All'inizio i ricordi erano come un sogno restio ad abbandonare la mente, ma poi, col tempo, divenne un singolo ricordo. Odori, tanti, troppi. Rumori, tanti, troppi. I rumori non erano affatto troppi, semplicemente più acuti e il suono di passi era diverso da persona a persona, cambiava con il modello di scarpe e il peso della persona. Sangue. Quell'odore mi nauseava quasi, ma qualcosa mi diceva di seguire quell'odore. Odore? E' giusto definirlo tale? Profumo credo sia il termine adatto, quel profumo in grado di risvegliarti l'appetito. Cibo. Sentivo i muscoli contrarsi, il cuore sembrava mi stesse per scoppiare nella cassa toracica. Presi a correre da P.Dante diretto verso la stazione della metropolitana di Montesanto. Era li che si trovava la fonte dell'odore, era da li che proveniva il profumo di sangue caldo, era li il mio cibo... Credo che le scarpe si siano rotte all'altezza del tabaccaio, naturalmente era chiuso a quell'ora, ma ricordo perfettamente che per un breve istante la mia razionalità mi aveva spinto a tornare indietro, ma come tutte le volte, mi lascio trasportare dall'istinto. Quell'odore era invitante e io non riuscivo a resistergli. Fui comunque costretto a fermarmi dietro l'angolo di un palazzo prima di raggiungere la preda, c'era qualcun'altro. Due uomini. Ne sentivo l'odore, riuscivo a distinguerli per quella minima differenza che nessu'umano avrebbe mai notato. Ubriachi. L'odore dell'alcool iniziava ad entrarmi nelle narici, fu allora che sentii i muscoli non più miei. Sentii il vento tra i peli... silenzioso, soffiava il freddo sul mio corpo mutato. Non vado fiero di ciò che ho fatto, ma nella vita si è preda o predatore, nessuno ha la possibilità di scegliere da che parte stare, nessuno tranne quelli come me, la mia gente, noi siamo in cima alla catena alimentare, siamo i guardiani, i custodi e i predatori. |