Descrizione:
____al momento____nulla da dikiarare direi_____casomai poi aggiungo qualkosa_____
frankie hi-nrg mc - autodafè
prendo le distanze da me, perkè non voglio avere niente a cui spartire con me, da condividere con ki, come me, non fa nulla per correggersi: sono il mio nemicoil + acerrimo. carceriere di me stesso con la kiave in tasca invoco libertà ma per adesso so ke questa cella resterà sprangata, a triplice mandata dall'interno: sono l'anima dannata messa a guardi adel mio inferno. reprimo ogni possibile "me", inflessibile, nel mio restare immobile, segno i giorni scorrere sul calendario, faccio la vittima, il mandante ed il sicario... e sono l'uomo nero ke turbava i sogni quando li facevo, credevo d'esser libero ma non mi conoscevo come adesso ed ego non mi absolvo neanke quando mi confesso dei peccati ke ho commesso - e guido un autodafè - in carriva compagnia soprattutto se sto solo, negativo come i G in una pikkiata, prendo il volo, salgo, stallo e aspetto il peggio, ke non sta nella caduta ma nell'atterraggio come dice Hubert. malatato immaginario + di quello di Molière, sono il mo gregario e mi comporto da Salieri e non kiedermi il perkè, ke come il Tethered quando perdo il filo poi non mi puoi + riprendere...
caro amico non ti scrivo, non ti cerco e non ti kiamo mai, battiun colpo se ci sei e se stai ascoltandomi, strappami da questo mio torpore atarassico, mi son perso dentro un parco k'è giurassico e non trovo via d'uscita:vieni a prendermi o precipito, scivolo come Maximilian verso il buco nero del fastidio: nel tedio per me non c'è rimedio e me ne accorgo perkè sono sotto assedio mentre tu mi fai l'embargo. critco, m'arrampico su cattedre ke non mi spettano e mi accorgo solo dopo un attimo ke esagero: ma come al solito il danno fatto e irreparabile, la storia è irreversibile, la mia memoria è labile e lavabile... abito quest'ombra ocn contratto ad equocanone pagando la pigione all'abitudine e brandendo l'eccezione come regola di vita: sto di casa al pianterreno e gioco a fare lo stilita... vago, divago, come il dr. Zivago io mi sbraccio e non mi vedi, cerco mani e spesso trovo piedi, cerco fumi e trovo lumi ke mi bruciano, ed io so bene ke le cicatrici restano. carta, penna e poco + per stare a galla, nella testa il mio pensiero è come un ragno in una bolla: seduto in riva al fiume aspetta di veder passare il mio cadavere...pazientemente...