Descrizione:
"...Così andai all'YMCA per prendere una stanza; non ne avevano, e istintivamente vagai giù verso i binari ferroviari - e a Des Moines ce n'è un'infinità - e andai a finire in un malinconico vecchio albergo di terz'ordine accanto al deposito delle locomotive e passai una lunga giornata a dormire sopra un ampio letto bianco e duro e pulito con frasi sconce graffite sul muro accanto al mio guanciale e la malandata serranda gialla abbassata sopra il panorama fumoso dello scalo ferroviario. Mi svegliai che il sole si faceva rosso; e quello fu l'unico, chiaro momento della mia vita, il momento più strano di tutti, in cui non seppi chi ero... Mi trovai lontano da casa, ossessionato e stanco del viaggio, in una misera camera d'albergo che non avevo mai vista, a sentire i sibili di vapore là fuori, e lo scricchiolare di vecchio legno della locanda, e dei passi al piano di sopra, e tutti quei suoni tristi; e guardavo l'alto soffitto pieno di crepe e davvero non seppi chi ero per circa quindici strani secondi. Non avevo paura; ero solo qualcun altro, un estraneo, e tutta la mia vita era una vita stregata, la vita di un fantasma. Mi trovavo a metà strada attraverso l'America, alla linea divisoria fra l'Est della mia giovinezza e l'Ovest del mio futuro, ed è forse per questo che ciò accadde proprio lì e in quel momento, in quello strano pomeriggio rosso..."