Descrizione:
"Lui dice: "Non amo le donne. L'amore va reinventato, si sa. Loro non possono che aspirare a una posizione sicura. Raggiunta la posizione, cuore e bellezza vengono messi da parte: resta solo un freddo disprezzo, alimento del ma- trimonio, oggi. Oppure vedo donne con i segni della felicità, delle quali, io, avrei potuto fare buone compagne, di- vorate subito da bruti sensibili come roghi…" "L'ascolto mentre fa dell'infamia una gloria, della crudeltà un incanto. "Sono di razza lontana: i miei padri erano Scandinavi: si trafiggevano il costato, bevevano il proprio sangue. - Mi farò tagli in tutto il corpo, mi tatuerò, voglio diventare orrendo come un Mongolo: vedrai, urlerò per le strade. Voglio proprio diventare pazzo di rabbia. Non mostrarmi mai gioielli, striscerei e mi contorcerei sul tappeto. La mia ricchezza, la vorrei macchiata di sangue dap- pertutto. Non lavorerò mai…" Molte notti, quando il suo demone mi avvinghiava, ci rotolavamo, lottavo con lui! - Le notti, spesso, ubriaco, si apposta per le strade o nelle case, per spaventarmi a morte. - "Mi taglieranno il collo davvero; sarà disgustoso". Oh! quei giorni in cui vuol camminare con l'aria del delitto! "A volte parla, in una sorta di tenero dialetto, della morte che fa pentire, degli infelici che sicuramente esistono, dei lavori penosi, delle partenze che straziano i cuori. Nelle bettole in cui ci ubriacavamo, piangeva considerando quelli che ci stavano intorno bestiame della miseria. Rialzava gli ubriachi nelle strade nere. Aveva la pietà di una madre cattiva per i bambini piccoli. - Andava in giro con la grazia di una fanciullina al catechismo. - Fingeva di es- sere informato su tutto, commercio, arte, medicina. - Io lo seguivo, dovevo!
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"..che tu possa avere sempre il vento in poppa, che il sole possa risplenderti in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle.."
Non so cosa dirvi davvero. Tre minuti alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si decide oggi. Ora noi, o risorgiamo come squadra, o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l'altro, sino alla disfatta. Siamo all'inferno adesso, signori miei. Credetemi. E... possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell'inferno un centimetro alla volta.
Io però non posso farlo per voi, sono troppo vecchio. Mi guardo intorno vedo i vostri giovani volti e penso... certo che... ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare. Sì perché io ho sperperato tutti i miei soldi, che ci crediate o no. Ho cacciato via tutti quelli che mi volevano bene e da qualche anno mi dà anche fastidio la faccia che vedo nello specchio. Sapete col tempo, con l'età tante cose ci vengono tolte ma questo fa... fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle cose le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri. E così è il football. Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine d'errore è ridottissimo. Capitelo... Mezzo passo fatto un po' in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate. Mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa. Ma i centimetri che ci servono sono dappertutto, sono intorno a noi, ci sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro. In questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi, per un centimetro. Ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro. Perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri, il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza tra vivere e morire. E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro. E io so che se potrò avere un'esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì. In questo consiste, e in quei 10 centimetri davanti alla faccia.
Ma io non posso obbligarvi a lottare! Dovrete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi. Io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi. Che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra, signori miei! Perciò... o noi risorgiamo adesso, come collettivo, o saremo annientati individualmente. È il football ragazzi! È tutto quì. Allora, che cosa volete fare? |