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didachos...

nome:

Come il Pibe...!
eta': 35
Citta'.: Magione (PG)
Descrizione: E' inutile,tanto.


Diego piange.
Diego è stanco di essere trattato come un bambino di non più di 12 anni.
Diego si chiede se davvero esiste qualcuno che al mondo lo tollera e lo ama.
Diego è un carico di rabbia che scatena potenzialmente un uragano che, come tale, non sa nè programma quali saranno le sue vittime.
Diego è sì cresciuto, ma ha ancora l'ingenuità dell'adolescente e la 'capa a pazziella', un pò distante dall'immagine dell'uomo che tutti (o quasi) hanno di lui.
Diego è passione e serenità, rabbia e dolcezza, adulto e neonato.
Diego non è pienamente cosciente del fatto che i suoi desideri si avverino, ma sa invece che essi rimarranno nel cantuccio dei sogni.
Diego non crede più a lieti fini, o quantomeno prova a inventarli, fantastica, s'illude, nell'attesa che uno di essi possa realmente realizzarsi nell'intricato mondo della realtà.
Diego sa che la vita è una corsa a ostacoli, ma lo sprone per superarli lo sintetizza e lo riconosce in quelle poche persone che gli regalano 'l'ebbrezza del volo'.
Diego ha la barba, ma la taglia per mostrare al mondo il babino che rimarrà per sempre insito in lui.
Diego ha tanto bisogno di una nuova vita, ma preferibilmente migliore di quella precedente.
Diego ama l'amore e come tale lo identifica e l'ha identificato in alcune donne;ma esso è sempre così sfuggente, pur se così vicino.
Diego ha paura di diventare adulto, scherza,gioca, ride, ma è consapevole che nell'affrontare l'esistenza tali virtù scemano e sono al contempo fondamentali.
Diego tende sempre lo sguardo verso l'alto perchè crede in Dio e trae conforto dal fatto che, nel bene o nel male, c'è sempre stato e ci sarà sempre: gliel'ha dimostrato.
Diego è così pessimista, ma il sorriso di chi gli vuol bene gli inietta una dose estrema di fiducia.
Diego ha gli sguardi tavolta persi nel vuoto, perchè vorrebbe mutare il passato, accetta a malapena il presente ma è lungimirante per il futuro.
Diego odia le guerre, soprattutto quelle intestine, le più micidiali, in quanto serbano una potenza distruttiva che mieterebbe migliaia di vittime.
Diego desidererebbe una famiglia unita, non solo a chiacchiere o a tavola, ma anche in qualsiasi granello di polvere vissuto e riprovato da ogni singolo elemento.
Diego tende sovente la mano all'altro, ma il più delle volte l'altro non la rende tesa verso di lui.
Diego odia chi profitta di lui, chi lo prende in giro, specie quando si arriva al suo buon cuore (checchè se ne dica), perchè sa di essere impotente a rendere 'pane al pano, vino al vino'.
Diego a volte non vorrebbe essere neanchè sè stesso, se non per il fatto che è un essere a suo modo unico e irripetibile.
Diego vuole fede, ma la fede gli fa i dispetti.
Diego ha timore della vita perchè potrebbe risultargli indigesta.
Diego non gioca perchè non ne ha voglia, ma per il semplice fatto che si ricorda, ogni tanto, di esser divenuto un uomo.
Diego è 'grande, grosso e vaccinato', ma allo stesso tempo piccolo e indifeso più di un agnellino.
Diego ha scoperto l'ottava meraviglia, ma non è un suo patrimonio.
Diego è convinto che più la donna è di piccola statura, maggiore è la bellezza sita in essa.
Diego gradirebbe, come qualunque essere umano dotato di sincerità e non di ipocirisia, una somma di denaro, ma, insieme ad essa, anche delle occasioni che gli permetterebbero di spenderla senza dover pentirsene subito dopo.
Diego detesta il fumo, perchè con esso se ne vanno 'salute e soldi', e pure i migliori propositi per la vita.
Diego odia il vino, o meglio chi ne abusa, perchè crede che in ogni bottiglia sia contenuto un pò di tempo e pertanto, se bevuto in abbondanza, fa sembrare più vecchi e stotli.
Diego non è dell'opinione che stare a sinistra fa 'probi e trendy' o parteggiare per la destra sia proprio degli esosi e degli speculatori, ma più candidamente crede che si può essere della stessa risma a prescindere del ruolo politico che si ricopre.
Diego combatte la sua bestia nera da almeno un lustro, ma viene sempre sopraffatto; la gelosia detiene armi che lui non conosce ancora del tutto.
Diego pensa tantissimo, ma finisce col fantasticare e quindi col deludersi per l'impossibilità di realizzarsi.
Diego vorrebbe non possedere nè la E, nè la G, ma risulterebbe estremamente presuntuoso.
Diego ha una concezione della fortuna per la quale quando quest'ultima bussa alla sua porta, si camuffa da malasorte.
Diego fermamente convinto che il '28' sarà il suo tormento a vita.
Diego adora il mistero del Taj Mahal, l'incantevolezza della Grecia, la passione e la sfrenatezza del Brasile e più di tutto preferirebbe perdersi nell'ineguagliabile bellezza della 'Caput Mundi'.
Diego è persino soddisfatto di prendere le 'nzirie' come i bambini, in senso ironico, perchè gli viene rinfacciato spesso, e ciò lo amareggia iperbolicamente.
Diego insegue sogni, cattura emozioni, offre disponibiltà e ha sempre le ali tarpate.
Diego adora quei tagli d'occhi che incantano anche se li animano un'espressione accigliata, se poi essi sono ornati da un paio d'occhiali, gli producono effetti collaterali strani. [...]





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