Nick: Cyrano622 Oggetto: Indro Montanelli Data: 16/11/2005 18.54.49 Visite: 104
Indro Montanelli (Fucecchio, Firenze 22 aprile 1909 - Milano, 22 luglio 2001) è stato una celeberrima figura del giornalismo italiano. La vita Si laurea in giurisprudenza, e comincia la sua carriera come giornalista a Parigi, cronista al Paris soir. In seguito, tornato in Italia e inizialmente affascinato dagli ideali fascisti, si arruola e parte per la guerra eritrea, come comandante di un battagione di Ascari. Ma vedendo le incapacità, la disorganizzazione dell'esercito, l'abbondanza di medaglie futili e vane, comincia a dubitare del regime. Torna in Italia, e riparte per la guerra di Spagna, dove le sue posizioni contro il regime si radicalizzano, mentre la sua simpatia per gli anarchici spagnoli, lo porta ad aiutare uno di loro (accompagnandolo fuori frontiera). Da allora El Campesiño, a capo della 46° divisione nella Guerra di Spagna , capo anarchico, lo premierà regalandogli la tessera del partito anarchico, di cui Montanelli si fregierà per tutta la vita. La presa di posizione contro il fascismo, lo porta ai primi dissidi e risentimenti in Italia: rifiuta la tessera del Partito; a questo punto per cercare di evitare il peggio, Bottai gli trova una cattedra di italiano nell'università di Estonia. Ritorna in Italia, la sua rottura col partito fascista è manifesta e prematura rispetto a quella di tanti altri "dissidenti" dell'ultim'ora; riesce a trovare un aiuto deciso al Corriere della Sera, che lo vuole per le sue qualità. Fa il reporter in giro per l'Europa, Germania (dove si parla di un leggendario incontro con Hitler), Norvegia dove assiste all'invasione tedesca, Finlandia, dove i suoi racconti della guerra tra Finlandia e Russia appassionano i lettori italiani. Ma dagli articoli si capisce come parteggi per la Finlandia, nonostante la Russia sia ancora considerata "alleata". Torna in Italia, e trova lo sfascio dell'8 settembre. Si associa a Giustizia e Libertà, il movimento partigiano clandestino, ma scoperto dai Tedeschi viene condannato a morte incarcerato a San Vittore. Curioso, in questo frangente, il suo incontro con un ragazzino americano, Mike Bongiorno! Da questa esperienza scriverà uno dei suoi "Incontri", piccoli ritratti di personaggi, sul "generale Dalla Rovere", da cui Roberto Rossellini saprà trarre un film Leone d'oro a Venezia. Uscì da San Vittore solo per intercessione del Cardinale di Milano, "Ildefonso Schuster", ma ne scoprì l'aiuto solamente dopo molti anni, grazie all'aiuto di uno dei suoi lettori. La guerra è terminata, ma non la sua attività di reporter, che lo porterà a Budapest, durante l'invasione russa coi carri armati, e che gli ispirerà la trama di un'opera teatrale, poi divenuta film con la sua regia, "I sogni muoiono all'alba". Tra le sue amicizie, si trovano personaggi fondamentali nella cultura italiana dell'epoca, tra cui Leo Longanesi, e Dino Buzzati. Dichiaratamente anticomunista, anarco-conservatore (come amava definirsi), i suoi atteggiamenti intransigenti e controcorrente, gli valsero negli anni '70-'80 un'etichettatura di "fascista", (così come negli anni '90 fu chiamato "comunista") da parte delle sinistre, in cui egli vedeva, in quegli anni, un pericolo incombente, in quanto foraggiate dall'allora superpotenza russa. Il "Corriere della sera", sotto la direzione di Piero Ottone, fa sì che Montanelli si senta un estraneo: la linea sempre più conformista del giornale di via Solferino, asservita alla frangia meno liberale dell'intellighenzia italiana, lo spinge a fondare un giornale suo, "Il Giornale". Lo seguono molti colleghi, stanchi del clima vessatorio del Corsera. Ottone stesso dirà con rammarico che Montanelli si stava portando via "l'argenteria di famiglia". Col "Giornale" inizia la sua lotta nei confronti del comunismo in Italia, dimostrando anche allora di essere controcorrente. Dinanzi alla crescita, considerata pericolosa, del Partito Comunista Italiano, restò famosa la sua sollecitazione elettorale "turiamoci il naso e votiamo DC". Anche stavolta le sue intransigenze nei confronti di ogni forma di dispotismo del pensiero, ne fece una vittima, nel 1977, di un attentato delle Brigate Rosse, che gli spararono alle gambe (fu "gambizzato") mentre si stava recando come ogni mattina al Giornale, accanto ai giardini di via Palestro. Fu colpito perchè "schiavo delle multinazionali". Montanelli non ricevette che poschissimi telegrammi di doglianza, addirittura il Corriere gli dedicò un trafiletto senza neppure nominarlo direttamente ("un giornalista colpito" il conformismo imperante e la paura del terrorismo obublilavano le coscienze dei più, come egli stesso scrisse in quegli editoriali che ne fecero un "gambizzato". "Il Giornale" ha un pubblico fedele negli anni, ma limitato. Le crisi di bilancio non tardano a farsi sentire, fino a che a fine inizi '80, accetta l'aiuto di un giovane imprenditore Silvio Berlusconi, che ne diventa editore. Il loro sodalizio dura fino agli inizi degli anni '90, quando l'entrata in politica del suo editore , lo pone di fronte alla scelta deontologica per eccellenza; per non lasciare dubbio su un suo "eventuale" asservimento (che più che eventuale era necessario e richiesto, invece, come Montanelli denunciò) , decise di tentare ancora una volta la strada più rischiosa: fondò "La Voce", in onore del suo caro amico Prezzolini. Purttoppo stavolta l'audacia non fu premiata: la scarsa chiarezza della lenea editoriale, il confronto con mass media più capillari e potenti (come le televisioni di fatto proprietà del suo ex-editore), nonostante una [terza pagina]] tra le migliori della storia del giornalismo italiano, tutti questi elementi portano il nuovo giornale ad una crisi profonda in poco tempo. "La voce" naufraga senza rimedi. A Indro Montanelli viene offerta allora la direzione del Corriere della Sera, che egli rifiuta, accetta solo una collaborazione per rimanere in contatto con i "suoi veri editori" come egli chiama i suoi lettori. Costruisce la famosa e compianta "Stanza", spazio di confronto con loro. Viene considerato il più grande giornalista italiano di tutti tempi, riconosciuto e premiato come tale anche all'estero (la finlandia lo decorò, dagli stati Uniti gli arrivò il riconoscimento annuale come miglior giornalista internazionale). E' stato cronista della storia italiana; è vissuto nel periodo di maggior trasformazione dell'Italia, ha vissuto di prima persona momenti storici, ha intervistato personaggi del calibro di Winston Churchill, Charles de Gaulle,Luigi Einaudi,Papa Giovanni XXIII, e molti altri. La sua filosofia giornalistica, nasce dal praticantato che giovanissimo fa in America: ricorderà sempre ciò che gli dirà il direttore del giornale per cui lavorava "fa che ogni articolo possa essere letto e capito da chiunque". Semplice, diretto ma raffinato scrittore, diventa membro onorario dell'Accademia della Crusca, per cui combatte, sulle pagine de "il Giornale" una battaglia affinchè questa ricevesse attenzione e aiuti dai suoi lettori, per fare in modo che il più prestigioso centro di studi sulla lingua italiana non scomparisse. Scrive una notevole "Storia d'Italia" dedicata a un pubblico di non addetti ai lavori. Nell'impresa fu aiutato da Mario Cervi e Roberto Gervaso; ha scritto "Gli incontri", ma le sue opere mirabili sono gli editoriali, raffinati , graffianti, controcorrente. fonte Wikipedia Ritengo che Indro Montanelli abbia rappresentanto un fulgido esempio di coerenza ed onestà intellettuale, merce, ahime, rara da trovare in questo periodo caratterizzato da un lato da esasperato servilismo e sull'altro fronte da completa ed acritica appartenenza a vecchi steriotipi e desuete ideologie di partito
Riccardo Cocciante Bella senz'anima E adesso siediti su quella seggiola Stavolta ascoltami senza interrompere è tanto tempo che volevo dirtelo Vivere insieme a te è stato inutile tutto senz'allegria senza una lacrima niente da aggiungere ne da dividere Nella tua trappola ci son caduto anch'io avanti il prossimo gli lascio il posto mio povero diavolo che pena mi fa E quando a letto lui ti chiederà di più glielo concederai perché tu fai così come sai fingere se ti fa comodo adesso so chi sei e non ci soffro più e se verrai di là te lo dimostrerò e questa volta tu te lo ricorderai e adesso spogliati come sai fare tu ma non illuderti io non ci casco più tu mi rimpiangerai bella senz'anima. "Ho messo la testa dove gli altri non osavano mettere nemmeno i piedi" J.P. Rives
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