Nick: Viola* Oggetto: atea.forsesiforseno. Data: 17/11/2005 12.29.27 Visite: 148
In una di quelle conversazioni un pò stralunate indotte dall'ora tarda e dall'alcool mi sento domandare: "credi in Dio?". Automaticamente rispondo: "No". Poi però mi sorprendo ad aggiungere: "Anche se però non posso escludere che esista". dopo ci ripenso, e mi viene in mente la storiella che mi raccontava sempre mia nonna. Sant'Agostino si interrogava sull'esistenza di Dio, e un giorno mentre passeggiava sulla spiaggia incontrò un bambino che cercava di svuotare il mare in un buco nella sabbia. Gli disse che non era possibile riuscirci, e il bambino rispose: "cercare di spiegarsi l'esistenza di Dio è proprio come cercare di svuotare il mare in un buco nella sabbia". No, io non credo in Dio, fin da bambina non ci ho mai creduto. Però questa è la mia visione delle cose, la visione nata dalla mia esperienza, dalla modalità di funzionamento del mio cervello, che è unica per ciascuno di noi e che per forza di cose è limitata. Com'è possibile essere categorici su una cosa che per sua natura sfugge ad ogni definizione? quali sono i miei strumenti per valutare? L'essere umano è un' entità finita, non so quanto possa essere in grado di comprendere ciò che è infinito. Più vado avanti più capisco che "nessuna certezza", e l'unica cosa che so è ciò che sapeva Socrate: "io so di non sapere". "Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me" è tutto ciò che mi serve. Cosa c'è oltre... so di non saperlo. Ma non escludo nulla. "Non riesce a dire ciò che vorrebbe a questa donna, la cui franchezza è come una ferita aperta. Non può cambiare ciò che ama maggiormente in lei, la sua avversità ai compromessi, la sua capacità di vivere ancora nel quotidiano la passione dei versi che |