Nick: \\\Ulisse Oggetto: dal mio BLOG Data: 20/9/2003 11.44.59 Visite: 26
L'oggetto dice tutto, cosi' come la categoria. Non seguirà alcuna pillola di saggezza.Buona lettura a chi procede. Sono mancato qualche giorno... Appena manco da qui, perdo il filo e mi ritrovo con un caos di thread che vorrei leggere ma che fisicamente non mi è possibile fare. Ed ecco che comincio a selezionare utilizzando i filtri personali impostati su nick e oggetti. E' ovvio che mi perdo alcune prelibatezze celate sotto oggetti che traggono in inganno ma, il post di zipper su serendipity, me lo sono goduto tutto tutto. Sono stato a Milan. Partito di fretta e furia, ritornato in egual modo. A pranzo, il mio capo mi informava che, causa gravi problemi tecnici (lavorativi), si era premurato di prenotare per me un posto sul volo che da napoli parte alle 17:35 alla volta di Malpensa. Borbotto, mi scazzo ma vado a casa a preparare la valigia. Mi dice che viene con me. A far cosa lo saprà lui, di osservatori ce ne saranno ad aspettarmi già troppi. In aeroporto, con lui presente, chiamo la donna che mi aspettava per la cena. Io: "Tesoro sto andando a Milano" [tono secco] Lei: "Mi prendi in giro?" Io: "No tesoro" Pausa di qualche secondo. Lei:"Dai sii serio, hai da fare altro e stati trovando una scusa". Il mio capo era accanto a me, e mi guardava incuriosito. Probabilmente, si chiedeva come avrei "gestito" la faccenda. La sera prima avevo visto un film in DVD (neverland se leggi ti sfido a capire quale film sia...) e allora ecco che do' voce al mio brain storming. Io:"Si, confesso, è una scusa. La verità è che io lavoro per il SISDE e sto andando a Milano per un incontro con la CIA. Pare abbiano rubato un ordigno Nucleare agli americani e che ora sia italia. Mo' mi credi?" Il capo sorride sotto i baffi scuotendo appena la testa mentre scorrono silenziosi circa 20, forse 30 secondi, poi lei riattacca. Riesco a capire appena un "fanculo", sussurrato a denti stretti ma detto con simpatia. Ecco... lo dico sempre: la sincerità nn sempre paga! Il giorno dopo a milano poi... Lei attraversava la strada in modo tranquillo proprio mentre io passavo di là. Ho rallentato più del necessario con la mia bella macchinina a noleggio, e l'ho vista allungare la mano un po' prima di arrivare alla sua auto, per aprire lo sportello ed infilarsi dentro quasi in un balzo. Non si è accorta di me nemmeno quando mi ha raggiunto al semaforo e l'ho guardata intensamente. Ho conosciuto solo il suo profilo, e la sua camminata lenta ma non troppo, perfettamente in sintonia con Lose yourself che stavo ascoltando al massimo volume. Non saprà mai niente di tutto questo; che ci ho pensato spesso durante la giornata, che mi ha procurato una piacevole sensazione di calore averla guardata e avergli cucito addosso i miei desideri in un solo momento, ed essermene accorto dopo, senza per questo prendermela con me. Perchè i desideri son come quei pulcini che più tu vuoi tenere a bada e più ti scappano da tutte le parti, e poi ti arrabbi se uno di loro ti fa un dispetto e lo perdi di vista e non lo riacchiappi più. Oggi ne ho lasciato andare uno per vedere fin dove arrivava, l'ho tenuto d'occhio finché riuscivo a vederlo e poi l'ho aspettato lì, senza muovermi un solo istante, nemmeno quando si nascondeva per poi ricomparire e vedere che ne pensavo. L'ho accarezzato più e più volte finché ne ho avuta voglia, ed è sempre tornato indietro per farsi vedere meglio, per sedurmi e farsi sedurre ancora e ancora. Perché va bene che tutto sia a posto e funzioni per il meglio; è giusto che non si perda la rotta e si stia sempre nel mezzo. Ma non basta. E non è necessario si faccia tutto o niente, non è obbligatorio scegliere tra il bianco e il nero. Ci sono un sacco di sfumature nel mezzo e forse non avrò il tempo nemmeno di considerarle tutte, ma almeno, a differenza di tanti, posso dire di sapere che ci sono, posso dire di intravederle, belle e irraggiungibili quali esse sono. Mentre mi preparavo per il rientro mi giunge una chiamata anonima. Spesso non rispondo gli anonimi, cosi', per scazzo. Stavolta rispondo. Era una brutta notizia, un collega ci aveva lasciati, nel solito modo inaspettato, nel solito modo che non ti spieghi, nel solito modo che ti chiedi. Ieri, sono passato a salutarlo, sul serio, per l'ultima volta. Ciao Piè. ///U.  |