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Nick: Caledone
Oggetto: stopliberism-LEGGETE IMPOR TAn
Data: 22/11/2005 16.53.6
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COMPAGNI FERMIAMO LA DIRETTIVA BOLKESTEIN APPROVATA DAI BORGHESI LIBERISTI PRODI E BOLKESTEIN. SI MINANO I DIRITTI DEI LAVORATORI E SI ESALTA LA PRECARIETà

PAGHERETE CARO!


Cosa accadrebbe se un lavoratore polacco o prossimamente bulgaro o romeno o, purtroppo nell'attuale sconsiderata prospettiva, turco venisse in Italia a lavorare per conto di ditte del suo Paese, alle condizioni salariali previste in patria (salari in euro da fame - comparati con quelli delle "vecchie Nazioni" dell'Unione Europea) come del resto quanto riguarda normative sociali ed ambientali (pressoché nulle sempre comparandole con quelle vigenti in Italia).
Semplice: la concorrenza per le imprese e i lavoratori nazionali sarebbe assolutamente insostenibile.
Eppure una direttiva europea assolutamente folle rischia che ciò si concreti legalizzando tale mostruosità altamente antisociale e distruttiva per i lavoratori dei Paesi dei 15 dell'UE (prima cioè del recente ampliamento agli altri 10). Ovviamente il problema è per loro e solo per loro, visto che il "travaso" dei lavoratori e delle imprese a "costo minore" avverrebbe a senso unico verso gli Stati dell'Unione con economie più forti e costo del lavoro maggiore.
L’iniziativa "pensata" dal Commissario europeo per la Concorrenza e il Mercato Interno, l'olandese Fritz Bolkestein (approvata all’unanimità il 13 gennaio 2004 dalla "Commissione prodiana"), andrà prossimamente al voto del Parlamento Europeo in plenaria a Strasburgo.
Assolutamente decisa sarà l'opposizione a quest'ennesima assurdità antinazionale e antisociale.
Cercherò di sollecitare su questo in modo più trasversale possibile i colleghi italiani e non solo.
Insomma un "capolavoro" dell'ex presidente della Commissione che chiede agli italiani (anche ai lavoratori, evidentemente) di sostenerlo per la guida del governo alle elezioni politiche del 2006. Sono sempre "loro", gli "inventori" della precarietà dell'esistenza attraverso il lavoro a tempo determinato, interinale e in affitto; loro che hanno spianato la strada al trionfo delle politiche più liberiste che la storia del Vecchio Continente abbia mai veduto.
Con l'eventuale approvazione della direttiva Bolkestein, un'impresa polacca, ungherese o slovena che distacca lavoratori in Italia potrà godere dell'applicazione della legislazione del proprio Paese ivi compresa la parte contrattuale. Questo produrrebbe una concorrenza spietata a livello di salari e comporterebbe l'innalzamento dei tassi di disoccupazione nei Paesi "più ricchi": per i lavoratori a basso salario, la vita nei Paesi economicamente più evoluti diverrebbe ulteriormente problematica con effetti sociali devastanti.
Questa incomprensibile direttiva, che aprirebbe le porte al cosiddetto dumping sociale è nata proprio, mentre in Europa si è aperto un dibattito serrato su un altro pericolo gravissimo: il dumping dei prodotti cinesi che rischiano di paralizzare l’economia continentale e di produrre milioni d'altri disoccupati.
Insomma questa direttiva è da un lato una vera e propria turbativa di mercato (concorrenza sleale facilitata) dall'altro favorisce una sorta di regime extraterritoriale dei diritti e dei doveri delle imprese nei confronti del lavoratore: si vuole equilibrare ed omogeneizzare tutto in Europa, dalle cinture di sicurezza alle indennità dei parlamentari, tutto meno i diritti sociali (perché non si omologano le indennità di disoccupazione?), le garanzie sociali (orario e retribuzione e condizioni di lavoro).
Valerio Cignetti in proposito mi suggeriva un esempio già attuale, quello delle imprese di trasporto che operano all'estero; gli autisti dei Paesi di nuova adesione già rappresentano (come del resto le imprese di loro appartenenza) un concorrente inarrivabile.
Infine, anche per gli introiti fiscali come per la "potenzialità di spesa dei lavoratori ospiti (ovviamente pressoché nulla) gli Stati ospitanti rischiano ulteriore danno.

L'opportunità di concorrenza non può a mio avviso essere misurata sul costo del lavoro, ma sulla qualità della prestazione.
Il fatto che un provvedimento del genere sia nato sotto la presidenza di Romano Prodi, pone ulteriori inquietanti interrogativi sull’azione politica del leader dell’Unione, che lascia presagire inquietanti prospettive sociali ed occupazionali per i lavoratori quanto per la piccola e media impresa, del nostro Paese.



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stopliberism-LEGGETE IMPOR TAn   22/11/2005 16.53.6 (63 visite)   Caledone
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