Lo storico Irving resta in carcere
La decisione del giudice di Vienna
Resterà in carcere lo storico britannico negazionista dell'Olocausto David Irving. La decisione, secondo fonti del tribunale regionale di Vienna, è stata presa dal giudice delle indagini preliminari. Lo studioso si trova già agli arresti in Austria da due settimane. Sabato si terrà la prima udienza. Il suo avvocato ha dichiarato che il cliente ha cambiato idea e ora riconosce l'esistenza delle camere a gas.
Intanto uno avvocato di Irving ha affermato che il suo cliente "ha cambiato alcune delle sue opinioni" e ora riconosce l'esistenza delle camere a gas nei campi di concentramento nazista. "Ha cambiato alcune delle idee per le quali è famoso", ha detto Elmar Kresbach in un'intervista.
Sabato Irving comparirà in tribunale per una prima audizione davanti ai giudici. "Mi ha detto: 'Guarda, c'è stato un periodo nel quale ho tratto da alcune fonti certe conclusioni che forse sono provocatorie o potrebbero essere mal interpretate o addirittura sbagliate'", ha affermato il suo legale. In seguito a nuove ricerche lo storico "si è corretto" e, anzi, ora si vede come "qualcuno che può influenzare gruppi marginali che hanno difficoltà a credere al terzo Reich".
Irving nel 1989 tenne alcune conferenza in Austria in cui negò l'esistenza delle camere a gas e per questo è stato recentemente arrestato mentre si era introdotto nel Paese di segreto. Le sue affermazioni "non hanno alcuna effettiva rilevanza per l'Austria", ha detto l'avvocato Kreshbach. "Perché devono tenerselo in prigione a Natale? La custodia cautelare è per gente pericolosa".
L'arresto e la detenzione dello studioso ha sollevato polemiche tra gli intellettuali anche in Italia. In particolare il direttore del quotidiano Il Foglio, Giuliano Ferrara, ha puntato il dito contro un provvedimento pericoloso per la libertà di espressione.
Fonte: tgcom.it