Nick: Aliag Oggetto: ciao Francè Data: 26/11/2005 21.17.31 Visite: 132
La notizia della morte di Francesco ci ha lasciati tutti sgomenti. Una situazione che ci fa riflettere su una situazione di disagio giovanile. Un ragazzo di appena 14 anni che muore precipitando da uno dei tanti palazzi "fantasma" del nostro quartiere muove interrogativi a tutti quelli che rivestono un ruolo di responsabilità, per fare un serio esame di coscienza. Abbiamo fatto bene il nostro dovere per evitare la morte di questo minore? E’ la domanda che pongo…cosa non abbiamo fatto per evitare questa tragedia. Ci rendiamo conto che al nostra periferia mette i ragazzi a vivere in condizioni di pericolosità. Prima si creano periferie senz’anima concepite come contenitori di carne umana, creando tutte le condizioni possibili di disagio e di malvivenza e poi si vorrebbe anche bollare i nostri ragazzi come "minori a rischio". A rischio semmai è l’organizzazione urbana di questa zona pensata da una mente diabolica per creare ghetti e dividere la gente. Basta guardarsi intorno per constatare questa tragica verità. Strade che sembrano delle piste da corsa, "stradoni della morte" dove si registrano continui tamponamenti e incidenti gravi; edifici abbandonati nonostante la fame e la carenza di case che si registra a Napoli; aree incolte su cui da anni sono stati fatti progetti di recupero con verde attrezzato ed altro, ma dove di fatto non si è visto ancora niente. Quello che non ha fatto il terremoto dell’ottanta lo ha fatto la ricostruzione selvaggia degli anni seguenti, portando violenza, degrado, cementificazione selvaggia fino a stravolgere la geografia di questa tranquilla periferia agricola di Napoli. E’ dalla tangentopoli degli anni novanta che tutto, o quasi, è immobile. Perché? Ogni qualvolta abbiamo cercato di interrogare le istituzioni sul perché di questi cantieri abbandonati e sui terreni diventati discariche a cielo aperto, ci hanno sempre risposto che tutto era fermo per motivi burocratici. Ma ora Ponticelli non può piu aspettare, ha atteso gia troppo. Il grido del sangue innocente di Francesco diventa assordante ai nostri orecchi. Non è affatto la prima volta che abbiamo denunciato la situazione di abbandono in cui versa questa fetta di periferia. Qualche anno fa noi abitanti del quartiere organizzammo una petizione per rendere piu sicuro l’incrocio tra la chiesa la villa comunale. Ci hanno fato vedere il progetto e anche lo stanziamento dei fondi. Ma tutto è rimasto solo sulla carta…. Ultimamente Napoli ha festeggiato la "notte bianca" qui in periferia ogni giorno viviamo l’ennesima "notte nera"…siamo stanchi di vivere nel buio della dimenticanza, dell’incuria. Non vogliamo che una volta spenti i riflettori sulla nostra situazione tragica e vedendo lo stato di miseria e i problemi enormi che esso cela, poi si cercherà di spegnerli nuovamente per riportare tutto "nel buio e nella notte di Napoli" facendo scivolare tutto nel dimenticatoio. Francesco non è il primo ragazzo del nostro quartiere a morire per l’incuria e la pericolosità dell’assetto urbanistico del nostro quartiere. Circa quattro anni fa Mariarca, una ragazzina che non ancora aveva compiuto 12 anni, di ritorno dalla scuola, fu stritolata da un camion mentre cercava di attraversare uno dei tanti "stradoni della morte" per raggiungere casa sua........FumoToy
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