Nick: feNic|a°oO Oggetto: THE RING-SPIEGAZIONI Data: 1/12/2005 17.0.3 Visite: 153
X TUTTI QUELLI KE ME L'HANNO KIESTO ECCO UN RIASSUNTO DEL MIO POST D IERI... è RIMASTO UN PO' LUNGO... MA + D QUESTO NN POTEVO RIASSUMERE... KI è REALMENTE INTERESSATO AVRA' LA PAZIENZA D LEGGERE! Per capire il senso bisogna partire dal momento in cui Noah guarda la videocassetta e Rachel esce fuori al balcone. Avete notato che guarda dentro ad alcune case attraverso le finestre? In ogni casa c'è una TV accesa e gente che fa tutto tranne che guardarla! Forse è tutto qui il senso celato dell'opera di Verbinski. The ring prend quindi la forma dell'accusa, accusa alla cultura troppo leggera dello sguardo fugace,della tv lasciata parlare, sullo sfondo, e mai degnata d'attenzione vera, mai analizzata nel profondo, mai osservata criticamente. E' questa la tv che uccide, quella che forse si sente abbandonata e si vendica inondando il cervello umano con immagini e suoni solo accennati ma ridondanti. Messaggi che sembrano scivolare via e invece si accumulano nella mente, la stordiscono con la ripetizione di forme che, quasi ignorate, restano vuote e finiscono per corrodere, occupare, ingannare. L'azione letale della bambina sta principalmente nella capacità di auto-generare foto. Sono i fotogrammi partoriti dalla televisione. Samara ha una malattia: "lei non dorme mai", avverte il piccolo Aidan. Come la tv. E distrugge la gente. "Non voglio fare del male", sostiene la bambina, "però lo faccio. Questa cosa non finirà". Come la tv, incarnata nell'innocenza di una fanciulletta che non può essere malvagia in sé, che lo diventa perché vorrebbe solo essere ascoltata e nessuno la accontenta. Assume inclinazioni assassine indipendentemente dalla sua volontà. La televisione non è dannosa in quanto tecnologia, non lo è nemmeno per le trasmissioni che diffonde. Lo diviene quando si sceglie di lasciarla in un angolo a rumoreggiare, sempre attiva e mai ascoltata. Non la si fa dormire, mai. Così le sue forme sembrano passare in superficie e invece, non viste, si sostituiscono ai nostri pensieri. elle filosofie orientali, Samara è il nome con cui si indica la realtà dubbia e ingannevole che ci circonda, opposta alla verità assoluta del Nirvana. Ecco l'annuncio di The Ring: Samara "voleva solo essere ascoltata", sostiene Aidan. E invece al mondo c'è sempre qualcuno che non guarda la tv ma continua a lasciarla accesa, non le permette di dormire. "Stare nella stalla non le piace", afferma ancora il ragazzino, "perché i cavalli non la fanno dormire, di notte". Forse sono gli uomini, questi cavalli: sono gli uomini che vivono nel modo peggiore il loro rapporto con il piccolo schermo, che non sono usciti davvero dalla loro dimensione arcaica e non hanno imparato a usare l'apparecchio nel modo migliore. La vita della madre, Anna Morgan, si dice appaia divisa in due. La prima parte ovattata, serena, passata con il marito Richard ad allevare cavalli sull'isola di Moesko. Poi qualcosa che accade: i cavalli impazziscono e muoiono, lei perde sua volta la ragione e infine si suicida. Un evento ha cambiato tutto, in un momento preciso: dopo una serie di aborti, è stata adottata la piccola Samara. Anna aveva cominciato a vedere immagini terribili e ciò le accadeva solo in presenza della bambina. E' la televisione che è stata introdotta in una società antica e impreparata, abituata a vivere di natura e semplicità. Richard Morgan ha un atteggiamento diverso e a sua volta emblematico: comprende i poteri tremendi della figlia ma nemmeno lui prova ad ascoltarla. La rifiuta, la allontana, la relega nella stalla assieme ai cavalli che, con i loro rumori, la tengono sempre sveglia. Rechel e Noah scopriranno la piccola prigione nella quale l'uomo lasciava segregata la figlia. "La teneva qui da sola", constata Rachel. "No, non da sola", la contraddice Noah fissando da vicino l'apparecchio televisivo posto al centro del piccolo nascondiglio sopraelevato. Samara non viveva sola, viveva assieme a una televisione. Assieme a un suo simile, in qualche modo. "Mio padre voleva mandarmi via, lui voleva bene ai cavalli". Richard aveva creduto di poter resistere ma ora, di fronte a Rachel, comprende che non c'è nulla da fare: solleva rabbiosamente l'apparecchio televisivo, lo porta in bagno, lo collega, stringe i fili attorno a sé e poi si getta nell'acqua della vasca. Vuole morire, anche lui, ucciso dalla figlia. Pone fine alla fuga inutile che invece continua a coinvolgere la giovane amica di Katie, l'unica che ha assistito alla morte della coetanea: lei ora vive in un ospedale psichiatrico e cammina con un velo accanto a sé perché va in crisi ogni volta che vede una tv. E' stata a sua volta punita, dopo che nella prima scena aveva detto alla compagna "scegli il canale che vuoi, non m'importa, io odio la televisione". E nel frattempo, stancamente, la guardava. Rachel, lei sì, si salverà. E salverà suo figlio. Bastava fare un copia della videocassetta, bastava ascoltare Samara, bastava assumere l'atteggiamento attento dell'indagatore. Analizzare. Esplorare. Capire. Certo, alla fine la sopravvivenza passa per l'atto meccanico della riproduzione della pellicola. Ma si tratta di un espediente cinematografico e di un simbolo al tempo stesso: normalmente, si riproduce ciò che ci interessa. Coloro che ascolteranno davvero Samara, vivranno. Lei, la giornalista, lo ha fatto con lo spirito intraprendente di chi solitamente sta dall'altra parte del mezzo ed è abituato a conoscere pienamente i messaggio perché ne è creatore, perché li distribuisce anziché riceverli. Chiunque potrebbe capire e vivere, se solo tentasse. Non prendetevela con Rachel e nemmeno con Samara. La scelta di una bambina per rappresentare il volto mortale della televisione è ampiamente indicativa: la piccola fa tenerezza al telespettatore più spesso di quanto li terrorizzi. Di tanto in tanto ci si ritrova quasi a parteggiare per lei. Dopotutto è un'innocente che ha subìto ogni sorta di maltrattamenti: costretta a vivere in una stalla, uccisa e gettata in un pozzo solo perché chiedeva attenzione. I bambini non nascono mai malvagi, sono le circostante che a volte li incattiviscono. L'unica strada vera per liberarsi degli incubi portati da Samara sarebbe stata il tentativo di ascoltarla. Tutta l'isola di Moesko, in realtà, pare una metafora spinta della società che rifiuta di evolversi oltre una vita a ridosso della natura. La dottoressa che ha avuto in cura Anna e Samara, interrogata da Rechel, sostiene che "da quando Samara se ne è andata le cose vanno meglio" e che la presenza della bambina aveva peggiorato l'intera popolazione del luogo perché "quando qualcuno prende un raffreddore, qui, questo diventa di tutti". La stessa dottoressa si prende cura di un giovane ritardato che di nome fa Darwin: il nome dell'evoluzione. L'evoluzione che a Moesko si è fermata, come si è fermata quella del ragazzo, perché ci è mostrati incapaci di accogliere l'innovazione. Nel frattempo, Verbinski lascia che The Ring "si perda" in un accumulo di segni affastellati, ripetuti,Inquietano ma non spiegano, spaventano nel momento in cui non si lasciano decifrare. E perché oltre ogni allegoria e ogni patina fantastica ci appaia la verità concreta di una storia desolata: Anna e Richard Morgan, durante un viaggio, non avevano adottato nessuna figlia. Avevano comprato la televisione. Il desiderio e il dolore dell'amore non possono trarre la loro essenza dai bisogni di un individuo effimero: essi sono piuttosto il sospiro della specie, il suo gemito profondo http://img159.imageshack.us/my.php?image=billthedemon2lb.swf |