Nick: BLADErun Oggetto: ...QUANADO IL PCI... Data: 2/12/2005 15.26.14 Visite: 107
Il PCI. Il partito che ha fatto sognare. Il Partito dove il più debole si sentiva protetto, protetto dall'idea che egli stesso appoggiava, il Partito dove tutti credevano che potesse cambiare l'Italia. C'è stata una bella trasmissione, forse l'unica SERIA, che parlava del PCI, del ruolo importante che ha avuto nella storia politica di questo paese, su Rai Educational, si è parlato poco della scissione dal Partito Socialista agli arbori del Novecento quando cioè A.Gramsci fondò il Partito(...già il partito, questa parola non è più di moda, forse non la trovi nemmeno più nei vocabolari, ma prima quando si fondava un'idea politica la prima parola "doveva" essere PARTITO), si è parlato molto, e a mio giudizio hanno fatto bene,dell'invasione dei sovietici dell'Ungheria avvenuta nel '54 e quando gli stessi invasero pure la Cecoslovacchia nel '69. Molti dei protagonisti della vita del Partito hanno fatto autocritica come Ingrao, che scrisse un articolo sulle ragioni del perchè i sovietici avevano invaso un paese dell'est(in questo caso l'Ungheria) e ne appoggiò l'iniziativa," E' stato il mio errore più grande" disse nell'intervista. Infatti il Partito che doveva essere di tutti quelli che si consideravano liberi, si bendò gli occhi e continuò ad essere un Partito filo-sovietico-togliattiano. Nel '69, invece, dopo l'invasione della Cecoslovacchia, ci fu la scissione, l'allontanamento, finalmente, dalla politica dittatoriale dei Soviet, ma ci fu anche una scissione interna con quelli de "Il Manifesto" che ritenevano troppo "morbida"(e ammicante con il governo) la politica dei comunisti italiani che doveva essere rivoluzionaria. Nel 68 e nei pochi anni a venire tutti erano contro "la politica era tutto, permeava su tutto, tutto era politica"(Fassino), il Partito, si indebolì e di molto, fino a quando un sardo, un certo Berlinguer, portò il PCI come prima forza politica italiana, era il '76.Negli anni successivi, dopo la morte di Berlinguer avvenuta nell'85,ci fu un declino non solo nei voti ma anche nella cultura sociale italiana, il più bravo della classe, il più intelligente, il più sensibile, il più acculturato, non era più "comunista", era solo un secchione che pensava ad essere "uno importante" preparandosi a fare la grana per il futuro che diventava sempre più difficile. Poi la storia recente è quella che sappiamo tutti, i comunisti diventano dei "rafanielli" (russ a for e ghiangh a int). " The revolution will not be televised". |