Nick: mir Oggetto: Natalego Data: 8/12/2005 14.47.41 Visite: 103
Fui invitato a casa del mio compagno di classe. Non fu lui a invitarmi. Lo fece la madre telefonando alla mia. Come in uno di quei matrimoni che vengono combinati da piccoli e senza il coinvolgimento degli interessati. Questo compagno di classe non lo avevo mai considerato prima. Non per un motivo in particolare ma solo perchè non era capitato e basta. Conoscevo solo il suo nome: R. Per il resto sapevo che era un tipo silenzioso e solitario. Un giorno di un sabato prenatalizio a scuola ci venne a prendere la madre di R. In macchina ci portò a Montedidio. La macchina era piccola e puzzava di sigarette. La signora non fumò durante il tragitto ma parlò sempre con me e con R. Era come contenta per qualcosa. Io e R. non ci rivolgevamo la parola. La casa era grande, buia e un po' fredda. L'albero di Natale stava in un angolo e già perdeva gli aghi sul pavimento. La madre di R. ci disse di toglierci le cartelle e di giocare un po' nel frattempo che lei preparava da mangiare. Il silenzio era opprimente e chiesi a R. cosa avesse chiesto per Natale. Lui mi guardò attraverso i suoi occhiali che gli facevano sembrare gli occhi più grandi. Poi disse: "il castello della Lego". Mi prese per mano e la cosa mi fece una sensazione strana. Da bravo figlio unico non ero (e non sono) abituato al contatto fisico. Mi portò in una stanza. Accese la luce e su un enorme piano di compensato c'era il più grande mondo Lego che avessi mai visto. Case, ferrovia, aeroporto, stazioni di servizio, scuole, il porto. Decine, centinaia di omini. Al centro si ergeva un monte fatto di mattoncini. Era chiaro: il posto per il castello. Tutto quello mi faceva impressione e tristezza contemporaneamente. Mi sembrava che qualcosa non andasse. R. , invece, sorrideva ed aveva un faccia rilassata. Era il suo mondo. Mi ritrovai a sorridere anche io mentre facevo viaggiare il trenino sulla lunghissima rotaia. Poi seppi che R. aveva perso il padre da un paio anni, che per uno non aveva parlato, che la madre aveva la depressione (e che non sapeva cucinare), che R. aveva un gran cuore. R. divenne il mio migliore amico delle elementari. http://www.librando.net Perchè io valgo.... quindi se vi incontro datemi il resto [cit.]. |