Nick: Franti Oggetto: Venticinqueannifa Data: 10/12/2005 22.14.1 Visite: 176
Sono passati venticinque anni, cazzo. John è morto venticinque anni fa. E io me lo ricordo bene quel giorno in cui avevo nove anni. Anche perchè, quel giorno, mio cugino Angelo, decise che era cosa buona e giusta suonare continuamente Come Together. Con la sua Eco acustica. Sono passati venticinque anni e Come Together la ascolto spessissimo. Rifatta da chiunque. Pure da Chris Cornell che con i vecchi Soundgarden ne faceva una versione alla Black sabbath. Però io a Come Together continuo a preferire Blackbird. "Blackbird singing in the dead of night Take these broken wings and learn to fly All your life You were only waiting for this moment to arise.". Bellissima. Avrei voluta scriverla io. Non ci sono riuscito. Non ne sarei mai stato capace. Però avrei voluto scriverla Blackbird. Concepirla e offrirla. E poi registrarla, non so con quale metodo, in un carillon, capace di suonare a lungo, ogni volta in un modo diverso. Con dentro tutte le notti ed i giorni passati, tutti i posti visitati, le emozioni sentite. Da venticinque anni a questa parte. Senza dire niente di preciso. Ma non ne son’ stato capace. Forse è roba per eruditi o per persone ultrasensibili e geniali. Come John. Non so, però io per la maggior parte del tempo sono fondamentalmente uno stupido. Poi, a pensarci bene, il più delle volte, le parole migliori per una canzone sono le più semplici. Di quelle che appaiono banali una volta lette sulla carta e poi canticchiate. Semplici, semplici: perfettamente comprensibili da chiunque ed in qualsiasi momento. Facili da ricordare. Molto spesso talmente semplici da risultare imbarazzanti. Scrivere una canzone e fartela leggere e poi fartela sentire. E’ una cosa che può shockarti. Dico ciò che penso senza preoccuparmi delle conseguenze. Vorrei che oltre a cantarla, la si leggesse quella canzone scritta. Come una lettera. Mi è sempre piaciuto scrivere. Le parole sono come un cosa un pò più violenta. Le parole scritte, invece, fanno un po’ paura. Ho sempre pensato che quando si scrive venga fuori il ritmo dell’anima; quando si parla si può mentire, quando si scrive no. Non è possibile. È come tirare fuori da sé qualcosa di vitale e spaventoso, come un organo spiaccicato sulla carta. E’ come incartare un cuore, o un polmone o una cistifellea e spedire tutto in un pacco. Questo è scrivere. Anche perché sai che vuoi dire qualcosa e vuoi che qualcuno ti entri dentro in una volta sola, scivolando al centro. Almeno a me fa quest’effetto. Però per Blackbird vanno bene le parole, ma come la si mette con l'armonia? Quell'armonia di Blackbird è difficile da realizzare. Anzi, impossibile. Questo però lo capii a tredici anni anni. A tredici anni ascoltai per la prima volta Blackbird. A dodici, no. Ascoltavo Come Together e non Blackbird. A dodici anni non conoscevo Blackbird. A dodici anni avevo una fidanzata che si chiamava Federica ma si faceva chiamare Daisy. Io ho sempre avuto fidanzate che avevano un nome ma preferivano farsi chiamare con un altro nome. A tredici anni e qualche mese non avevo più una fidanzata che si chiamava Federica ma si faceva chiamare Daisy. Però scoprii Blackbird. Un giorno me la fece ascoltare papà. Quello stesso giorno mio padre mi portò ad Edenlandia. E mi parlava di John e Yoko. Yoko mi stava sul cazzo. John mi affascinava. Ero felicissimo in quel paradiso. Non stavo nella pelle. Chiesi dei soldi a mio padre per andare a fare un giro sulla giostra con i cavalli che giravano. Mio padre mi diede i soldi e io salii su uno dei cavalli che giravano. Vidi dei bambini più piccoli che ridevano. Ridevano guardando me. Mi resi conto che ridevano perchè avevo tredici anni e qualche mese e non era normalissimo salire, a tredici anni e qualche mese, su una giostra con dei cavalli che giravano. Era cambiato tutto. Non ero più un Pupo. I bambini che ridevano, quelli sì che erano Pupi. Io ero cambiato. Ero un Pupo più vecchio. Sicuro al mille per mille. Allora capii che il tempo cambiava e io ero nervosissimo, perchè la mia aspirazione massima era quella di rimanere Pupo Pupo. E di ascoltare Blackbird. Per sempre. E' passato un sacco di tempo e va così così. Venticique anni dalla morte di John. Un pò meno da quel giorno ad Edenlandia. Da quel giorno in cui ascoltai Blackbird. John è morto ma è una leggenda. A John ci penso spesso. Ogni qual volta ascolto Blackbird. Ossia, ogni giorno. Yoko Ono continua a starmi sul cazzo. A me come va? Come va adesso? Come va adesso? A volte bene, altre volte una merda. Adesso, adesso? Una via di mezzo tra il bene e la merda. "Indosso la tutina della Chicco e vado a farmi un giro." Ps - Grazie John, Beatles, l'Armonia e Nove, per le citazioni. Nick: luciesogni Oggetto: nunziatella Data: 25/10/2005 12.28.57 Visite: 10 nunzia, tu ke ne capisci, come si chiama quella canzone degli u2 che ha un assolo ke fa nananaaaanaaaaaaaaaaaa nananaaaaaaaaaaaaana na naaaaaaaaa ecc |