Nick: Cyrano622 Oggetto: Giocando... Data: 13/12/2005 19.36.34 Visite: 57
... a rugby su Machu Picchu La statica immobilità di quel pomeriggio afosofu interrotta dallo spalncarsi della porta del saloon che lasciò entrare un tanto flebile quanto vitale refolo d'aria. Il locale era male illuminato, tendente al macabro. Il buio ocmpensava la mancata pulizia dell'ambiente, che se fosse stato illuminato avrebbe tradito il secolare stato d'incurie in cui era sprofondato. Una sorta di sonno primordiale nel regno dell'abbandono. Il barista indossava una canottiera bucata che trasudava unto e masticava tabacco trinciato. dopo aver tirato un sorso dal boccale di birra, sputò rumorosamente sul pavimento. Guardo lo starniero con diffidenza, nei suoi occhi brillò una luce di sfida mista a disprezzo e fu un attimo. Nella penombra erano seduti due loschi figuri di cui la storia avrebbe fatto volentieri a meno. Essi si intonavano alla perfezione con lo squallore dle luogo, non si accorsero nemmeno della sua presenza. Ordinò un doppio rum senza ghiaccio, lo sorseggio lentamente. Pose una banconota da cinquanta sul bancone, si voltò e si diresse verso la porta. "Estranjero, la vuelta>> telegrafò il barista. Senza nemmeno voltarsi alzò la mano oltre la spalla e dondolando vigorosamente l'indice fece capire di non volere il resto, lo avrebbe recuperato all'inferno. Salì sulla sua Dodge Charger cabrio che lo attendeva calda e rombante come un'amante messicana. Calcò per bene il borsalino bianco sulla fronte e si ammirò nel retrovisore dal quale pendevano una zampa di coniglio ed una coda di volpe. Aggiusto il colletto della camicia azzurra di seta leggera e affondano lo stivaletto di pelle di coccodrillo e serpente sull'accelratore, fuggì via sgommando in una nuvola di sabbia che il barista starà ancora sputando. Quello squallido avanposto sarebbe stata l'ultima enclave che avrebbe incontrato prima di affrontare il deserto. Il serbatoio pieno gli avrebbe consentito di attraversare la bollente distesa di sabbia. Durante la traversata avrebbe potuto cambiar pelle e giungere pronto all'appuntamento. Lo attendeva una partita di rugby contro Tupac Amaru e la sua squadra, Pancho Villa mediano Zapata estremo. Sapeva che gli sarebbe toccato vincere, poichè solo al vincitore avrebbero tagliato la testa. "Ho messo la testa dove gli altri non osavano mettere nemmeno i piedi" J.P. Rives
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