Oggetto: il teorema di natale
Data: 20/12/2005 18.52.52
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questo natale. non nel senso di quello alle porte. questo natale. quello che arriva e non c'è rischio che porti ritardo. arriva, arriva. qualche volta si porta appresso i sintomi dell'influenza.
certo che ne ha ispirate di cose il natale. pensi a frank capra, al vecchio scroodge, alle decine di canzoni, mariah carey, wham, queen, de gregori, venditti. c'è qualcosa di spirituale nel natale. e se sei un bimbo quello spirito lo riesci a respirare.
poi ti fai grande, per forza di cose diventi guardingo, diffidente, sospettoso, disincantato. poi quando ti sei fatto grande e viene il natale diventi tutte queste cose insieme. sette giorni di vera passione. perchè natale non è soltanto che tutti sono più buoni. anzi, diciamolo, questo non succede quasi mai. no, mai. senza il quasi. a natale non c'è proprio nessuno che si senta o sia più buono. e questo forse proprio perchè tutti si aspettano che gli altri lo siano.
invece, ne basta uno che a natale s'intossica e s'intossicano tutti gli altri. chi dice il contrario mente oppure ha fatto un corso di meditazione zen di almeno 20 anni.
esempio: interno di un supermercato. file di trenta persone ad ogni cassa. domani è natale.
un signore dall'aria mite ha con sè, sotto il braccio una baguette secca quanto lui, e in mano mezzo litro di latte. pensione risicata o pochi denti in bocca per cenare con qualcosa di più sostanzioso, vedovo o tiepido premurosissimo consorte. gli occhi lacrimosi, una coppola a quadretti.
davanti a lui, in fila alla cassa, una signora sui quaranta, bionda d'un chiaro fintobiondo, petto poderoso e cosce forti, fianchi di quelli che s'incastrano nei seggiolini dei tram. suda. e aspetta di arrivare davanti alla commessa. il bovino figlio, in età scolare, vuole le bigbabol. lei lo scarocchia una volta. "posa!": seconda scotoliata. "ti ho detto nnnnno" (qua ci sta un pizzico sul braccio che trapassa giaccone, pullover, camicia, maglia intima e affonda finalmente nella carne). terza, quarta e quinta. la fila arretra, pensionato compreso. il bue non versa una lacrima ma ha più pudore della madre e per questo le si infila sotto il cappotto colla testa. sesta carocchia. la matrona è sul color ciclamino, per l'energia impiegata non per la vergogna del teatrino. sbuffa. avvampa. il contenuto del suo carrello non teme il rincaro dei prezzi sui generi alimentari.
finalmente il cliente precedente riceve lo scontrino e mette mano al portafogli.
il pensionato tenta la carta della carità per sbrigare velocemente la sua spesa minima e piena di tristezza. è la vigilia di natale, tira un vento cane.
flebile gli esce una voce come se gli venisse dalle tasche, dalle pieghe del cappotto, dalla suola delle scarpe. una voce di quelle che non sanno urlare.
la femmina purpurea si volta appena e mentre riconduce a sè, scrollandolo per un orecchio, il piccolo sorpreso a ruminare, dice testualmente con tono baritonale che c'ha a casa il baccalà da ammollare. il giorno dopo è natale.
questo per dire che a natale non è vero per niente che siamo tutti più buoni. può capitare che qualcuno ci riesca. in genere ci riescono i bambini, finquando si riesce a fargli credere a babbo natale. o a gesù. che poi, babbo natale batte sempre il bambin gesù di diverse lunghezze.
io da bambina, mi ricordo benissimo la sera in cui scoprii che babbo natale era femmina. dopo lo shock iniziale capii che zia teresa si era messa addosso i panni di babbo natale. poi, mio cugino più grande mi disse che pure suo padre c'aveva un vestito uguale. in capo ad un'ora la mia fede crollò miseramente. ancora adesso mi pongo problemi della stessa natura, soltanto al posto di babbo natale ci ho messo dio e romano prodi. ah, e il genere umano.
per tornare alla storia del supermercato, adesso, e dimostrare che a natale col cavolo che siamo tutti più buoni bisogna che dica come va a finire. ebbene, va a finire che la grassona spende 200 euro, al figlio gli brucia l'orecchio sinistro per tre ore, il baccalà viene una vera schifezza come tutto il resto perchè solo chi è buono sa fare cose buone da mangiare e il marito s'intossica.
e il pensionato. il pensionato spende 2 euro, torna a casa, si toglie la coppola e la moglie, secca come un'acciughina, con gli occhi azzurri che sembrano di mare, gli dice "e tutto questo tempo ci hai messo per comprare un po' di latte e pane?". lui vorrebbe dirle tante cose e tante cose le vorrebbe dare, si vede a un tratto che potrebbe mettersi pure a bestemmiare, se solo ne fosse capace. però non dice nulla, posa il pane nella madia, il latte in frigorifero. poi si avvicina alla moglie, le prende il volto avvizzito tra le mani e la guarda, a lungo. dagli occhi gli escono tutte le cose più belle che non le può comprare. dalla bocca, queste parole "c'amma vulè bbene, pure p'cchè è natale."
.......dimostrazione non riuscita. vabbè chissenefrega. menomale che hanno inventato il natale.
U A U
