Nick: luc25 Oggetto: MARADONA..rissa a RIO Data: 23/12/2005 14.1.18 Visite: 154
Cinque minuti di furia, con insulti senza mezzi termini e spintoni tra quattro argentini e cinque poliziotti brasiliani, con armi brandite. E' accaduto attorno alle 7,30 (le 10,30 in Italia), di oggi nell'aeroporto Antonio Carlos Tom Jobim di Rio de Janeiro, ed uno dei protagonisti della baraonda e' stato Diego Maradona. Che, ieri, ha ammaliato i brasiliani partecipando con Zico - mai avevano giocato insieme - ad un incontro per beneficenza, organizzato dallo stesso ex calciatore del Flamengo. Dopo una notte trascorsa in allegria in una discoteca di Rio insieme a diversi calciatori ed amici, Diego, con altre tre persone, tra le quali l'ex giocatore Alejandro Mancuso (un argentino che ha giocato anche in Brasile) si sono presentati all'aeroporto per ripartire per Buenos Aires. Sennonche', con l'indubbio zampino della storica ruggine tra brasiliani e argentini, le versioni su quanto e' accaduto dopo non collimano. Secondo il commissario Marcelo Nogueira, della Polizia federale di Rio, ''Maradona ed i suoi amici si sono recati nel free shop, si sono sbagliati di terminal ed hanno finito per perdere il volo''. Quando poi si sono presentati davanti al bancone del check in della Tam ed hanno protestato rudemente perche' non li lasciavano salire sull'aereo che stava per decollare, l'impiegato ha chiamato la polizia, con il risultato che l'ex fuoriclasse ''ha insultato un agente'' e due suoi compagni ''hanno danneggiato installazioni dell'area Vip'', due porte a vetri, secondo la stampa. Sempre secondo Nogueira, Maradona e suoi tre accompagnanti sono stati accusati di ''mancanza di rispetto verso le autorita''', si sono negati a sottoporsi ad un esame di alcolemia, impegnandosi pero' a tornare in Brasile quando il caso arrivera' davanti alla giustizia. Per Mancuso, invece, interpellato incessantemente da radio e tv di Buenos Aires, non e' andata proprio cosi'. Ecco cosa ha sciorinato: ''Mentre discutevamo con l'impiegato della Tam, questi ha chiamato la polizia. Sono arrivati in cinque. Correndo ed armi in mano. Ed uno di loro, chissa' forse perche' ci hanno scambiato per terroristi, non ha riconosciuto Diego seduto in poltrona e gli ha puntato la pistola alla tempia''. Apriti cielo. ''Diego non ci ha visto piu' e, per cinque, dieci minuti - ha ammesso l'ex calciatore, secondo il quale tutto e' scoppiato perche' lui, pur parlando portoghese, non riusciva a capire del tutto l'impiegato, un giapponese - ce ne siamo dette di tutti i colori e loro ci gridavano che eravamo agli arresti''. ''E' stata - ha specificato Mancuso - una furibonda aggressione reciproca. Abbiamo sbagliato noi, ma anche loro''. Fatto sta, ha assicurato l'ex calciatore, che ha negato che i suoi due compagni abbiano provocato dei danni, ''quando finalmente sono riuscito a spiegare ai poliziotti che avevano a che fare con Maradona, si sono calmati subito, ci hanno chiesto ripetutamente scusa, come ha fatto anche il responsabile della Tam, e volevano parlare di calci con Diego''. Sul posto, comunque, e' accorso anche il console argentino di Rio de Janeiro con un avvocato, che hanno gettato acqua sul fuoco e consigliato Maradona ed i suoi amici sul migliore atteggiamento da tenersi. E' evidente comunque, sempre per il sempiterno attrito tra brasiliani e argentini, che gli strascichi non mancheranno. In particolare ci pensera' Diego quanto rientrera' in patria. (ANSA). La nostra unica FEDE... si chiama NAPOLI!!!!!
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