Nick: PRYNCESS Oggetto: ...e mo?? Data: 6/1/2006 19.6.41 Visite: 278
Troppi rumori, sigilli a tre locali notturni Troppa musica nei locali, troppa gente fuori, a fare schiamazzi. Chiudono tre locali della movida napoletana, sottoposti a sequestro preventivo da parte dell’autorità giudiziaria per disturbo della quiete pubblica. Una decisione senza precedenti a Napoli, destinata a generare polemiche. Per ora resta il decreto di sequestro preventivo deciso dal gip Michele Ciambellini applicato ai danni del Farinella, del Sessantasei e del Le Chandelier, locali tra via Alabardieri e via Bisignano tra i più battuti dagli amanti della vita notturna. Un provvedimento giudiziario nato dopo la denuncia di un comitato di residenti, lo scorso luglio, infastiditi dai continui rumori provocati dalla musica dei locali e dalle urla dei capannelli di gente che si intrattengono in strada sino a tarda ora, spesso, scrive il giudice, sino alle 3-4 di notte. Secondo il gip, infatti, le esigenze cautelari del sequestro sussistono, per Sessantasei e Le Chandelier, «in quanto la sottoposizione a controlli nel corso degli anni e l’applicazione di sanzioni amministrative non hanno sortito effetto alcuno». Per quanto riguarda, invece, il Farinella, «l’esito dei controlli fa risaltare il verificarsi di episodi contestati già pochi mesi dopo l’apertura, effettuata nel luglio 2004». Rumorosità che per il giudice per le indagini preliminari «non si limita ai soli impianti hi fi, atteso che la condotta di reato è duplice, riguardando anche il mancato impedimento della produzione di schiamazzi da parte degli avventori. Pertanto, solo il sequestro degli interi locali può da un lato impedire l’emissione della musica e dall’altro scongiurare la creazione di assembramenti di persone innanzi ai locali». Per Farinella, lo scorso novembre l’Asl ha effettuato rilevazioni fonometriche, verificando emissioni acustiche fuori norma. Mentre la polizia ha segnalato come il locale sia sprovvisto di alcuna autorizzazione per la diffusionale della musica all’interno. Discorso leggermente diverso invece per Le Chandelier e il Bar 66, visto che, come riconosce lo stesso gip, l’Asl «non ha effettuato rilievi fonometrici poiché in occasione del monitoraggio non vi era la "consueta" intensità del rumore prodotto». Ma, nei confronti dei due locali ci sono le testimonianze dei residenti. Insomma, dice il giudiche che «appare chiaro come la situazione di fastidio per i cittadini residenti sia determinata dalla presenza di numerose persone che sostano innanzi ai locali per consumare bevande vendute negli esercizi sottoposti al monitoraggio». «È una situazione da recuperare - dice l’assessore allo sviluppo e alla mobilità Nicola Oddati - perché la chiusura di locali del genere sono un impoverimento del territorio. Naturalmente c’è da ottemperare anche alle giuste esigenze dei residenti. Insomma, basta trovare il giusto equilibrio, ma questi locali non possono restare chiusi». Durissima invece la Fipe (federazione italiana pubblici esercizi). «Un provvedimento come questo - dice il presidente Antonio Pace - ci fa tornare indietro di 20. Questi locali hanno rivitalizzato zone morte della città. Non vorremmo un clima da caccia alle streghe nei confronti della movida». Per Fabio Chiosi, presidente della circoscrizione, «bisogna capire perché il Comune rilascia queste licenze senza studiare prima l’impatto dell’apertura dei locali in queste zone». che palle!! When a good good..cchiu' dark ra' midnight nun pò veni'! |