Nick: Casual Oggetto: Sono solo pensieri Data: 14/1/2006 14.50.48 Visite: 198
M'incuriosiva quel tipo dall'età indefinibile che proteggeva con il braccio i suoi pensieri. Gli lanciai l'occhiata più amichevole prevista dal mio repertorio e poi gli dissi: amico che scrivi di bello? Non funzionò, il suo volto s'incupi' alla stessa velocità con la quale un temporale estivo ci avverte che è tempo di chiudere gli ombrelloni e dare un'ultima botta alla storiella dell'estate. Niente di particolare, farfugliò a un passo dalla crisi di panico, sono solo pensieri. E il suo braccio li circondò con maggior vigore mentre gli occhi ispezionavano il campo visivo a caccia di fantomatici incursori nemici. Tu ne hai mai avuti? Mi chiese, sorprendendomi, dopo una pausa prolungata che aveva gettato il bar in un silenzio surreale. Che vuoi dire? Tutti ne hanno, che cazzo di domande fai? Mi guardò per un attimo indeciso sull'opportunità di continuare la conversazione, era da tanto secondo me che non parlava con qualcuno. Poi scelse di rischiare e tentò di spiegarmi il suo punto di vista. Era come un motore diesel che non viene messo in moto da tempo, uno strazio. Il suo discorso tossiva e sputava, per quanto il tono della voce fosse basso e monocorde, bastava guardargli gli occhi per rendersi conto che dentro aveva il classico fiume in piena. Ci sarebbe stato bisogno solo del cedimento di un argine, uno qualsiasi perchè tutta quella merda accumulata da tempo si riversasse fuori con la sua cinetica capacità distruttiva. Mi resi conto che avrebbe potuto essere pericoloso, per cui ritenni non fosse il caso di aprire quel varco. Non avrei voluto leggere sui quotidiani del giorno dopo: "Folle spara in un bar e uccide tre persone". Con tutta la difficoltà supplementare che ha un morto a leggere un giornale. Mi alzai dicendogli, vado a fare un po' d'acqua amico, tu non muoverti di li'. Passando la curiosità però fu più forte e senza farmi notare buttai lo sguardo sui suoi fogli. Fu vero stupore quello che mi colse quando vidi che erano completamente bianchi, non un solo rigo, un segno, una lettera, dietro quel braccio proteso a difesa del nulla. Avanzai rapido e me la svignaii dall'uscita sul retro. Fanculo, pensai, se proprio questo pazzo vuole sparare non sarà il mio culo a trovarsi dalla parte sbagliata della pistola. Fuori era caldo, gli uccelli volavano nel cielo e il mio jack aveva avuto la capacità di rimettermi in pace col mondo. Almeno fino al prossimo bar. http://rosariodelloiacovo.blog.kataweb.it |