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Nick: P_Escobar
Oggetto: LA MIA MUSICA
Data: 20/10/2003 3.41.1
Visite: 100

forse l'ho già postato ma non ricordo. lo metto in narrativa o in musica?? bohhhh, mo vedo.

1979 – 1981
Adoro EDOARDO BENNATO e BOB DYLAN, sono un ragazzino timido che si affaccia al mondo e si sente inadeguato. Vengo da un quartiere di periferia, pochissimi soldi in tasca, papà operaio e mamma casalinga. Alla musica chiedo bei testi che mi diano una mano ad interpretare le cose e melodie tristi per chiudere gli occhi e sognare. Ho uno sharp piccolissimo, mono e qualche cassetta, prima di quello a casa c’era solo un mangiadischi per i 45 giri dei miei, residuo degli anni ’60. Perciò mi tengo stretto il mio giocattolo e passo le serate a chiedermi con Dylan quante volte ancora dovranno volare le palle di cannone, prima di essere bandite per sempre e a riflettere con Bennato sul fatto che un giorno credi di esser giusto e di essere un grande uomo e in un altro ti svegli e devi cominciare da zero. A me accadeva spesso.

1981 – 1983
Scopro l’heavy metal e comincio a farmi crescere i capelli. Su tutti adoro gli IRON MAIDEN, sono gli alfieri della cosidetta new wawe of british heavy metal, un’ondata che distaccherà definitivamente il genere dal vecchio hard rock alla deep purple e led zeppelin. L’heavy metal è musica potente e per me è il trampolino verso il mondo delle possibilità, comincio ad uscire dal fantastico universo tragico della mia adolescenza. I miei fanno dei scarifici mostruosi e mi comprano uno stereo vero, ce l’ho ancora: piatto e piastra technics, ampli kenwood, casse AR. A Napoli ci sono due paranze di metallari, una fa riferimento a Godzilla un negozio di dischi che oggi è la prevendita Concerteria a Via Schipa. Sono tutti ragazzi di Posillipo e del Vomero, vanno a Londra tutte le estati per due tre mesi nei college a fare le vacanze studio. Hanno tutti i gadgets del vero metallaro, il “chiodo” giubbotto dei sogni, tutto di pelle nera e cerniere grandi, gli anfibi e le scarpette giuste e costose e poi hanno un casino di dischi. Mi ricordo che una volta a casa di uno di loro al Monte di Dio le disuguaglianze sociali si sono presentate in forma di 3.000 dischi messi belli ordinati a guardarmi sarcastici. La casa aveva dodici stanze. Poi c’eravamo noi, incredibile ciurmaglia proveniente da tutte le periferie napoletane e dai paesi: Secondigliano, Ponticelli, Pianura, Rione Traiano, Parete, Marano, Melito. A Londra non siamo mai stati e per vestirci ci arrangiamo a Resina, abbiamo pochi dischi, però appena uno di noi ne compra uno fa le cassette per tutti quanti gli altri. Ci vogliamo bene, siamo le dita della stessa mano e quando ai rari concerti di heavy metal incrociamo gli altri gliela facciamo sempre vedere. Siamo allenati, non è facile vivere a Napoli nei primi anni ’80 con i capelli lunghi e l’abbigliamento “strano” e quasi ogni giorno sono mazzate qualcuna data, qualcuna presa.

1983 – 1990
Nel 1983 esce il primo disco dei METALLICA. “Kill’em all” con la sua ritmica “grattata” delle chitarre inaugura il cosidetto thrash metal, un genere veloce e potente che rivoluziona l’ambiente. I metallica indossano magliette di gruppi punk inglesi tipo GBH e DISCHARGE, io e il mio gruppo di amici del tempo facciamo la nostra scelta da quel giorno solo thrash metal e hardcore punk. Ci vestiamo all’americana, cioè senza borchie, ma con capelli lunghissimi, bandana, camice a quadri e l’immancabile “chiodo”, li abbiamo comprati a Milano e io ho preso pure un paio di anfibi Doc Martens originali inglesi: è il 1982. E’ la mia definitiva affermazione al mondo, il 27 febbraio del 1984 vedo i Metallica a Milano, nell’estate dello stesso anno me ne vado con un biglietto falso del treno a Londra. Ho diciotto anni e quando metto piede a Victoria Station non ci credo ancora. Soldi in tasca pochi, riusciamo ad occupare uno squat ad elephant and castle, un cesso di zona con facce da paura, molti asiatici e feccia sottoproletaria inglese. Ci restiamo poco più di un mese, ma so che voglio tornare. A Napoli nascono gruppi, io organizzo una compilation che si chiama Tellurica e sono incluse quattro band: RANDAGI, DESASTER, FUCK ORDER e ORIGINAL GRAVITY, ne vendiamo quasi mille copie che per i tempi è un miracolo. Organizziamo concerti al bianco e giallo, una specie di deposito posto proprio nello slargo di San Martino e viene sempre un casino di gente. Tra noi ci sono Acciuga e suo fratello minore Massimo che diventerà il bassista dei 99 Posse, Acciuga invece muore a Via Epomeo schiacciato dalle ruote di un camion e piangiamo a lungo era il batterista dei Randagi. Negli stessi anni faccio una fanzine, giornale autoprodotto e un programma a Radio Città Futura durato a lungo, si chiamano entrambi This Fuckin Noise, questo fottuto rumore. L’anno dopo me ne vado di nuovo a Londra per restare, dopo sei mesi però un mio amico decide che è vissuto a lungo, si fa una pera davanti a me e muore. Lo chiamavamo Ragno, era l’unico parruchiere punk a Napoli, adesso è solo un corpo che torna in una bara dalla lontana Inghilterra. Torno anch’io e la musica mi da la forza per restare in piedi. EXODUS, SLAYER, SUICIDAL TENDENCIES, ANTHRAX, 7 SECONDS, DRI, SOD sono loro che ci accompagnano nelle nostre giornate di quegli anni ’80. Verso la fine del decennio ci riuniamo un po’ di bande di punx, thrashers, metallari e occupiamo TIENAMENT, a Soccavo. Mi ricordo come se fosse ora la prima notte e i fuochi che si alzano a illuminare i nostri progetti. Dopo un mese di lavoro per rendere il posto praticabile cominciamo a farci concerti, feste, sembra andare tutto per il meglio, ma dentro di me so che sono alla fine di un ciclo. Arrivano un giorno gli “autonomi” e ci propongono un’iniziativa antiproibizionista contro la Craxi-Jervolino (toh chi si rivede). Fra loro c’è Luca che dopo qualche anno diventerà Zulù dei 99 Posse. Qualcuno di noi decide di aderire, io sono fra questi, sono stanco di quest’universo chiuso e autoreferenziale. La politica bussa alla porta e mi riconcilio con mio padre e la storia della mia famiglia: metalmeccanica e comunista. Lascio Tienament e comincio a frequentare gli “autonomi”, mi taglio a zero i capelli dopo nove anni di crescita ininterrotta e divento REDSKIN, cioè skin comunista. E’ tutto uno sfoggio di polo Fred Perry coi righini sul collo, camicie Ben Sherman, jeans rivoltati e giubbotti bomber marca Lonsdale.

1990 – 2002
A novembre 1990 iniziano le agitazioni all’università, nel gennaio 1991 occupiamo Lettere e più o meno tutte le facoltà in Italia. E’ la pantera, finiscono gli anni ’80 che per noi non erano stati male, ma avevamo dovuto viverli sottoterra perché l’immagine ufficiale del paese erano i film dei fratelli Vanzina. C’era una nuova Italia, ricca o che si credeva tale dove sembrava esserci spazio solo per il disimpegno, il consumismo sfrenato, la voglia di uniformarsi. La Pantera ruggisce ed è una bella boccata d’aria, nascono un casino di posse, cioè gruppi non formalizzati di gente che rappa perlopiù in dialetto e italiano. In facoltà nell’ala più “dura” degli occupanti ci siamo io, Luca e Marco futuri 99 Posse. Dopo quattro mesi la facoltà viene disoccupata, ma a noi sta cosa non piace ci siamo abituati a vivere come le dita di una mano sola e non vogliamo tornare a casa. Occupiamo, sempre all’interno dell’università al primo piano di mezzocannone 8, la “Sala d’armi”, la Digos ci sgombera sette volte ci becchiamo un bel mazzo di denunce ma non ce ne frega niente. Così usciamo dall’università e ci spostiamo a Gianturco, nasce così il 1 maggio 1991 Officina 99. Le posse imperversano, uno dei primi concerti che organizziamo è quello degli LHP, LionHorse Posse, la posse del Leoncavallo di Milano, in quella occasione suonano per la prima volta i 99 Posse. A Roma ci sono i precursori, si chiamano ONDA ROSSA POSSE, dal nome di Radio Onda Rossa emittente storica. Pubblicano batti il tuo tempo quattro canzoni che spaccano e faranno epoca. Poi le strade si separano Militant A fonda ASSALTI FRONTALI e CASTRO X gli AK47 e continuano a sfornare pezzi micidiali. A Lecce ci sono I SUD SOUND SYSTEM, grandissimi interpreti del reggae/ragga salentino, vera Jamaica italiana. Ma nascono posse o gruppi influenzati da quest’esperienza ovunque. A Napoli vengono fuori gli ALMAMEGRETTA, gruppo che amo, dopo gli Assalti Frontali i miei preferiti. E’ questa la mia musica in questi anni, ci aggiungerò nel corso del tempo PRODIGY, CHEMICAL BROTHERS, MOBY, CAKE, e molti, molti altri. Da circa dieci anni lavoro nel campo della musica. Forse era destino, ma una cosa è certa la musica, la mia musica mi ha cambiato la vita.





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